Serata sulla “Ndrangheta in Piemonte”: grande partecipazione a Carmagnola all’incontro con figure di spicco nel panorama della legalità e della giustizia
Primo incontro e grande partecipazione ieri sera, martedì 12 novembre, al Salone Antichi Bastioni di Carmagnola, il primo incontro della rassegna “La mafia uccide. Il silenzio pure”, dal titolo ‘Ndrangheta in Piemonte: focus sul processo Rinascita Scott, Carminius – Fenice e
sull’attuale situazione a Carmagnola”, promosso dal Comune in collaborazione con Avviso Pubblico. L’evento ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico che ha assistito a un confronto su temi cruciali legati alla presenza mafiosa nel Piemonte, con particolare attenzione al radicamento della ’Ndrangheta nell’area di Carmagnola, come emerso dai recenti processi
Carminius-Fenice e Rinascita Scott.
L’;incontro, moderato dal giornalista Andrea Giambartolomei di Lavialibera, ha visto gli interventi di figure di spicco nel panorama della legalità e della giustizia: Giovanni Bombardieri, procuratore della Repubblica di Torino; Tommaso Pastore, capo Centro Direzione Investigativa Antimafia di Torino; Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico; Alessandro Cammarata, vicesindaco del
Comune di Carmagnola; Maurizio Marrone, assessore della Regione Piemonte con delega ai beni confiscati, sovraindebitamento e usura.
Il convegno ha approfondito in particolare i processi Carminius- Fenice e Rinascita Scott, importanti indagini contro la ‘ndrangheta in Piemonte che hanno messo in luce il radicamento della mafia nell’economia locale, tra estorsioni, traffico di droga e infiltrazioni negli appalti pubblici. Le condanne emesse nei processi hanno rappresentato un segnale forte contro le attività criminali che tentano di infiltrarsi nel tessuto sociale ed economico della regione, con particolare riferimento alla provincia di Torino.
L’incontro si è aperto con l’intervento del sindaco Ivana Gaveglio, che ha affermato: “La nostra Amministrazione ha sempre affrontato questo tema in modo chiaro e deciso, costituendosi parte civile nei processi.”
L’assessore e vicesindaco Alessandro Cammarata, ha raccontato episodi di intimidazione che ha subito, tra cui due auto incendiate nel giro di 11 mesi e una serie di lettere anonime contro di lui: “La prima auto pensavamo fosse un incidente, ma dopo il secondo episodio è stato chiaro che si trattava di atti intimidatori. La sentenza d’appello ha confermato che tutto è nato dalla mia scelta
di non incontrare persone che cercavano di influenzare gli appalti pubblici”. Nonostante cinque anni di tutela da parte dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza, Cammarata non ha mai rinunciato al suo impegno amministrativo e si è costituito parte civile nel processo. Ha concluso con un monito: “Nei territori infiltrati, anche se i capi finiscono in carcere, il fenomeno può tornare, come
dimostrano gli arresti nell’operazione Factotum”.
Il procuratore della Repubblica di Torino, Giovanni Bombardieri, ha richiamato l’attenzione sul fatto che “la ‘Ndrangheta non porta sviluppo, ma depressione. È un male per i cittadini e per l’economia, e se non si tiene alta l’attenzione, c’è sempre il rischio che ritorni”. Bombardieri ha osservato come la ‘ndrangheta, fenomeno globale con proiezioni nel Nord Italia, in Europa e nel
mondo, abbia radici in Piemonte fin dai tempi in cui ancora non esisteva il 416 bis, con episodi di auto incendiate, omicidi e appalti illeciti. “La stessa attenzione riservata a Cosa Nostra non è stata storicamente dedicata alla ‘ndrangheta, che ha beneficiato di una certa attività sotterranea”. Il Procuratore ha sottolineato quanto sia importante non delegare tutto alle forze dell’ordine: “Non tutti possono denunciare, ma tutti hanno il dovere di stare vicini a chi denuncia, perché spesso chi ha avuto il coraggio di farlo è stato lasciato solo”.
Tommaso Pastore, capo Centro della Direzione Investigativa Antimafia di Torino, ha evidenziato un fenomeno preoccupante: “Oggi le organizzazioni mafiose non controllano il territorio tanto con la violenza, ma soprattutto nell’economia. In alcuni casi documentati, la figura dell’imprenditore si è trasformata da vittima del fenomeno estorsivo a colluso con le organizzazioni criminali, cercando
vantaggi economici, nei rapporti sindacali e in altri ambiti”. Pastore ha sottolineato come il contrasto a questa metamorfosi passi attraverso un’attenta attività investigativa e i presidi antimafia sul territorio dichiarando che “il sistema antimafia italiano rappresenta un’eccellenza mondiale, grazie alla capacità di prevenire infiltrazioni nella pubblica amministrazione attraverso il
sistema di informazione antimafia delle prefetture, che valuta preventivamente i legami tra gli imprenditori e le organizzazioni criminali. È fondamentale che gli imprenditori sappiano di poter contare sul sostegno dello Stato”.
Maurizio Marrone, assessore della Regione Piemonte con delega ai beni confiscati, sovraindebitamento e usura, ha evidenziato l”importanza di vigilare con costanza sul sistema del consenso e di mantenere alta l’attenzione sulla legalità e il contrasto alle infiltrazioni criminali nelle istituzioni locali. Ha sottolineato che, nonostante le divergenze di opinioni, è fondamentale un confronto costruttivo tra maggioranza e opposizione per rivedere e migliorare le leggi esistenti in materia. Marrone ha inoltre ribadito che il Consiglio regionale, e in particolare la Commissione Legalità, sono i luoghi deputati a questo dibattito, ricordando che, per volontà della scorsa legislatura, le commissioni di garanzia sono state affidate all’opposizione, al fine di preservare il valore democratico delle istituzioni più vicine ai cittadini.
Roberto Montà, presidente dell’associazione Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, ha ricordato l’importanza del rapporto “Amministratori sotto tiro”; realizzato annualmente dall’associazione dal 2010, che tra le varie attività documenta le minacce e le intimidazioni verso amministratori locali e personale della Pubblica Amministrazione: “I dati sono
allarmanti e il Rapporto analizza il fenomeno nella sua complessità, individuando le aree più colpite e le tipologie di minacce, con analisi dettagliate e pareri di esperti”. Montà ha evidenziato il ruolo di Avviso Pubblico nell’accompagnare le amministrazioni: “Le amministrazioni spesso fanno fatica a riconoscere le infiltrazioni o hanno paura di ammetterle, soprattutto nei numerosissimi Comuni
piccoli, dove gli amministratori sono più facilmente avvicinabili. Avviso Pubblico le supporta in un processo di riflessione e reazione, per aiutare le comunità ad opporsi a queste minacce. Non si è mai soli in questa battaglia, e la forza per agire nasce dalla consapevolezza e dal sostegno reciproco”.
Dopo questo primo incontro, il ciclo di eventi proseguirà martedì 19 novembre con la messa in scena dello spettacolo teatrale “Ndrangheta”, che racconta la lotta alla criminalità organizzata e la speranza di riscatto, e il 20 novembre con lo spettacolo “Borsellino”, dedicato alla figura del magistrato Paolo Borsellino. La rassegna si concluderà giovedì 21 novembre con una conferenza sulle mafie in Piemonte, rivolta agli studenti delle scuole superiori.
La rassegna è finanziata con gli i stanziamenti del Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori, proposto da Avviso Pubblico che siede al tavolo del Ministero dell’Interno che si occupa del fenomeno. Un finanziamento, a titolo di ristoro all’Ente, grazie al quale il Comune di Carmagnola ha potuto sostenere il progetto senza pesare sui
conti pubblici.