Profumi e aromi del Mediterraneo a Torino: FraTò ha alla guida una squadra giovane ma di grande esperienza

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Lontana dal trambusto eppure nel centro di Torino, un’oasi in cui i sapori e i profumi mediterranei di una cucina quasi esclusivamente di pesce si fondono in armonia con un’atmosfera soffusa ed internazionale: è il ristorante FraTò (via Andrea Doria 21/B).

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La squadra che guida il locale, di proprietà di Torino Society, è giovane ma di grande esperienza, a partire dal maître Stefano Bartolomei, già maître di Cannavacciuolo a Villa Crespi e poi al Bistrot di Torino, premiato con il riconoscimento di “Miglior servizio di sala” dalla Guida del Gambero Rosso. La brigata di cucina è guidata da Federico Allegri che torna nella sua Torino dopo alcuni anni di esperienze all’estero.

A completare la squadra il medico nutrizionista Federico Francesco Ferrero che, lavorando al fianco di chef Federico Allegri, ha contribuito alla creazione di un menù il cui stile si può riassumere in tre parole: equilibrio, gusto e consapevolezza.

Tutte le materie prime sono selezionate con grande attenzione, privilegiando i prodotti siciliani e i piccoli produttori. Il risultato è un menù che è un inno all’eleganza, al gusto e al rispetto per le tradizioni che mette al centro la qualità e la stagionalità.

Ad incarnare la quintessenza della Sicilia la caponatina e la parmigiana, mentre l’insalatina tiepida del Mediterraneo è un piatto solo apparentemente semplice, realizzato con grande abilità per esaltare la morbidezza delle carni del polpo, dei gamberi e dei calamaretti.

“Alle ricette più classiche – spiega chef Allegri – ho voluto affiancare piatti gastronomici che riportino gli ospiti a un’atmosfera più internazionale. Sgombro, provola e panpepato coniugano le usanze della Sicilia all’affumicatura che profuma di Nord Europa mentre Merluzzo e caviale è un piatto elegante che strizza l’occhio alla Francia con la sua salsa scalogno, panna e vodka.”

A Torino non c’è il mare ma crudi e tartare sanno riportare gli ospiti alla freschezza del pesce e dei crostacei appena pescati.

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Da assaggiare i paccheri con gambero rosso di Mazara del Vallo e pistacchio e le busiate, una tipica pasta fresca a forma di spirale, originaria della città di Trapani. Il termine “busiate” deriva dalla parola siciliana “busa”, che significa “filo” o “spira”, evidenziando il processo artigianale di produzione che caratterizza questo formato. Da FraTò si gustano con aglio, olio e bottarga di tonno.

Fanno eccezione al menù di mare due secondi speciali di carne che pur profumano di Sicilia: la pancia di maialino dei Nebrodi e l’agnello cotto a bassa temperatura, salsa menta e zibibbo.

A chiudere il pasto la specialità siciliana, i cannoli, farciti al tavolo scegliendo fra più guarnizioni: cioccolato di Modica, pistacchio e scorze di arancia candita. La porzione è importante ma può essere finita senza sentirsi in colpa poiché alla ricotta a km zero è aggiunto soltanto il 20% di zucchero.

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Anche la selezione dei vini rende omaggio alla terra di Sicilia ed è composta in prevalenza da etichette regionali. La proposta di Stefano Bartolomei, che oltre ad essere sommelier è anche enologo, ricade su una scelta mirata ad esaltare le piccole produzioni isolane, raccogliendo i picchi di eccellenza delle gemme vitivinicole siciliane. L’obiettivo è quello di valorizzare i vitigni autoctoni, lavorati con il massimo rispetto per l’ambiente e per le persone coinvolte nel processo produttivo, filosofia che Bartolomei condivide insieme ai colleghi e alla proprietà nella conduzione del ristorante FraTò.

 

 




 

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