World Press Photo a Palazzo Barolo – La più prestigiosa mostra di fotogiornalismo al mondo fino a domenica 24 novembre
Volti e immagini di un’umanità alla deriva, sopraffatta da conflitti e guerre, dai drammatici risvolti del cambiamento climatico, ma anche illuminata da un sorriso, da un gesto di speranza o di pietà nell’oscurità della malattia, delle migrazioni, nel solco della profondità del dolore e nel benessere della cura. Si è inaugurata oggi, venerdì 13 settembre a Palazzo Barolo di Torino, per l’ottavo anno consecutivo, la mostra World Press Photo Exhibition , la più prestigiosa mostra di fotogiornalismo al mondo. L’esposizione, allestita negli spazi aulici di via delle Orfane 7, torna con 130 scatti realizzati in sei aree geografiche a livello internazionale e resterà aperta al pubblico fino a domenica 24 novembre.
La mostra presenta i lavori di fotogiornalismo e fotografia documentaristica che si sono aggiudicati un premio alla 67ª edizione del concorso, firmati per le maggiori testate internazionali, come National Geographic, BBC, CNN, Times, Le Monde, El Pais: immagini che offrono una panoramica sul presente e rappresentano un’opportunità per un viaggio critico nell’attualità, affrontando questioni come le guerre in Palestina e Ucraina, la vita dei migranti, l’emergenza climatica con la desertificazione e le migrazioni anche di specie animali, il riscatto sociale e personale di chi è colpito da demenza o Alzheimer, testimonianze di affrancamento fra i giovani in diverse aree del mondo, il dolore personale e di una mesta umanità di chi piange troppe morti e devastazioni.
Particolarmente significativa la foto vincitrice del World Press Photo of the Year 2024 col titolo “Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote“, scattata da Mohammed Salem per l’agenzia Reuters il 17 ottobre 2023 nell’obitorio dell’ospedale Nasser. Già ribattezzata “La Pietà di Gaza” per il richiamo alla Pietà di Michelangelo, l’immagine ritrae Inas Abu Maamar, 36 anni, mentre culla il corpo senza vita della nipote Saly, di appena cinque anni, uccisa insieme ad altri quattro membri della sua famiglia da un missile israeliano che ha colpito la loro casa a Khan Younis, Gaza.
“L’esposizione propone scatti di straordinaria intensità, capaci di emozionare e stimolare una profonda riflessione su temi cruciali del nostro tempo, come la guerra e l’ambiente – ha detto in conferenza stampa Vito Cramarossa, direttore di Cime, exhibition partner della World Press Photo Foundation di Amsterdam – Il pubblico torinese, sempre più sensibile e desideroso di confrontarsi con le realtà globali, trova in questa mostra un’occasione unica per approfondire e comprendere meglio ciò che accade nel mondo. Le fotografie esposte non sono solo immagini, ma veri e propri documenti, finestre aperte su un presente complesso e in continua evoluzione”.. Sull’importanza della mostra, sottolineando il valore della professione giornalistica, è intervenuto anche il presidente dell’Associazione Stampa Subalpina Stefano Tallia.
Quattro le categorie di concorso del World Press Photo: Singole, Storie, Progetti a lungo termine e, dal 2022 si è aggiunta Open Format, dedicata all’interazione tra fotografia e altri linguaggi.
La giuria, che ha selezionato 61.062 fotografie inviate da 3.851 fotografi provenienti da 130 Paesi, i quali hanno documentato con i loro scatti gli accadimenti in corso in sei aree geografiche: Africa, Asia, Europa, America del Nord e Centrale, America del Sud, Sudest Asiatico e Oceania, ha scelto come foto vincitrice “Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote” di Mohammed Salem, premiandola per la sua “capacità di trasmettere cura e rispetto“, offrendo “uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile”. Mohammed Salem, fotografo palestinese di 39 anni, ha scattato l’immagine poco dopo essere diventato padre, descrivendola come un “momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”.
Protagonista ancora la guerra nello scatto della fotografa ucraina Julia Kochetova per il progetto “La guerra è intima” che ha vinto la sezione World Press Photo Open Format Award. Kochetova ha creato un sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile intimo e personale di un diario, per documentare e mostrare al mondo cosa significa vivere sotto assedio in Ucraina e come si tenti di elaborare il trauma della guerra. Il premio World Press Photo Story of the Year è stato assegnato alla fotografa sudafricana Lee-Ann Olwage per il progetto “Valim-babena”, pubblicato dalla rivista Geo. Le sue immagini ci portano in Madagascar e documentano la vita di Dada Paul, alias Paul Rakotozandriny, un uomo di 91 anni affetto da demenza da 11 anni. Nell’isola africana, questa condizione, sempre più comune nel mondo, è ancora scarsamente accettata e compresa. Le fotografie mostrano Dada Paul accudito dalla figlia Fara e dalla nipote Odliatemix. Le immagini sollevano interrogativi sull’accettazione del diverso e sull’assistenza, offrendo uno sguardo commovente sulla realtà della malattia e della cura familiare. La giuria ha sottolineato come “questa storia affronti un problema di salute universale attraverso la lente della famiglia e dell’assistenza, con una selezione di immagini composta con calore e tenerezza, ricordando agli spettatori l’amore e la vicinanza necessari in un momento di guerra e aggressione in tutto il mondo”. Ad aggiudicarsi il premio per la sezione World Press Photo Long-Term Project è stato il venezuelano Alejandro Cegarra con il progetto “I due muri”, pubblicato da The New York Times e Bloomberg. Il fotografo ci porta in Messico, illuminando una questione poco trattata dai media europei: il cambiamento delle politiche migratorie messicane, che da paese di accoglienza è diventato sempre più restrittivo dal 2019, adottando politiche simili a quelle degli Stati Uniti. Attraverso una narrazione che parte dalla sua esperienza personale di migrazione dal Venezuela al Messico nel 2017, Cegarra ha documentato dal 2018 a oggi la crisi ai confini messicani, segnata dall’immigrazione, dalle politiche estere delle diverse amministrazioni statunitensi, dalla pandemia di Covid-19 e dai tumulti in Centro e Sud America, evidenziando la resilienza delle comunità di migranti.
“Questi lavori finali selezionati sono una panoramica del nostro mondo di oggi: si tratta di immagini che crediamo siano state realizzate con rispetto e integrità, che possono parlare universalmente e risuonare ben oltre le loro origini – afferma Fiona Shields, presidente della giuria globale del concorso 2024, responsabile della fotografia al The Guardian – Questa mostra è un’opportunità per apprezzare il lavoro dei giornalisti e dei fotografi documentaristi di tutto il mondo: hanno lavorato con coraggio, intelligenza e ingegnosità. Vuole altresì amplificare l’importanza delle storie che raccontano, spesso in circostanze inimmaginabili”.
L’esposizione torinese è organizzata da Cime, partner della World Press Photo Foundation di Amsterdam. Anche quest’anno, la mostra, che gode del patrocinio della Città Metropolitana di Torino, sarà accompagnata da una serie di conferenze dedicate alla fotografia e ai grandi temi dell’attualità.
Patrizia Veglione
MODALITA’ E ORARI DI VISITA MOSTRA WORLD PRESS PHOTO 2024 | PALAZZO BAROLO, TORINO
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e domenica: 10-20. Venerdì e sabato: 10-21. La biglietteria chiude 30 minuti prima.
BIGLIETTI
Intero 13,50 euro. Ridotto 11 euro. Hanno diritto al ridotto: Gruppi (10 persone – 20 persone), insegnanti, giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti all’Albo, guide turistiche abilitate, studenti, Torino+Piemonte Card, bambini/ragazzi fino a 14 anni compiuti 6,50 euro; persone con disabilità 5 euro; scuole (primarie e secondarie gruppo classe minimo 10) 5 euro. Gratuito per: Abbonamento Musei – Under 6 (fino a 5 anni compiuti) – Accompagnatore persona con disabilità (solo con disabilità superiore 67% o per minore con disabilità) – Accompagnatore scuola (1 ogni 10 studenti); Guida turistica con gruppo (gruppo minimo di 6 persone).
INFO
Sito: www.worldpressphototorino.it; Mail: info@worldpressphototorino.it; Telefono: +39.3511459819
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