Il Comune acquista l’ex Lanificio Bona – Il sindaco Giorgio Albertino: “Un momento storico, grande soddisfazione”
Due milioni di euro è l’accordo raggiunto con la proprietà, dopo una lunga trattativa. Questa la cifra con cui Carignano tornerà in possesso di un pezzo importante, nel cuore della città, testimonianza del proprio glorioso passato industriale, sottraendolo al degrado per dargli un nuovo destino. Quel che resta dell’ex Lanificio Bona, l’ormai fatiscente complesso tra via Umberto I, via Fratelli Bona e via Frichieri, sarà acquistato dal Comune: a sancire l’operazione, la delibera approvata con unanime entusiasmo dal Consiglio comunale del 28 luglio scorso.
“Una data storica, senza alcun dubbio l’atto più importante di questi anni; il merito è di tutta l’Amministrazione, un risultato raggiunto insieme che rientra nel piano complessivo di valorizzazione del centro di Carignano” è il commento del sindaco Giorgio Albertino, che non nasconde la grandissima soddisfazione per il risultato ottenuto. Senza dimenticare un altro motivo di orgoglio: “Mi sanguinava il cuore veder chiuso il vecchio ospedale di Carignano. La sua rinascita come hospice della Faro e, tra poco, anche come polo sanitario dell’Asl è una gioia immensa”.
La sospirata svolta per quella che fu la fabbrica tessile metterà la parola fine a decenni di incuria e abbandono ed è il frutto di una paziente opera di mediazione, come ha spiegato il Sindaco ripercorrendone le tappe. Una trattativa che ha dato buon esito: sbloccata la situazione di stallo (l’intervento di iniziativa privata presentato era rimasto sulla carta), con i proprietari finalmente convinti alla vendita, ad un prezzo equo. La somma complessiva di due milioni, a cui vanno aggiunte spese notarili per circa 190.000 euro, è già disponibile nelle casse comunali come avanzo di Amministrazione per un milione e 200.000 euro; per la restante quota, 800.000 euro, verrà acceso un mutuo trentennale.
Più che un punto di arrivo, l’indispensabile presupposto per completare la restituzione alla cittadinanza dell’ex area industriale. Un consistente intervento di recupero è stato infatti già compiuto dal Comune, su progetto dell’architetto Alberto Sartoris, a partire dagli anni ’90; un piano ambizioso che ha consentito di dare nuova vita ad una parte della fabbrica Bona & Delleani, dismessa definitivamente nel ’75, e che attualmente ospita Municipio, la Biblioteca, il Teatro civico, il Museo Civico “Giacomo Rodolfo” e l’Istituto Alberghiero “Norberto Bobbio”. Con l’acquisizione del tassello mancante si apre una nuova fase, quella del reperimento delle risorse per la riqualificazione e la rigenerazione urbana. Si chiude un capitolo per aprirne uno ancora tutto da scrivere ma su cui l’Amministrazione ha elaborato idee piuttosto precise per attingere ai finanziamenti del Pnrr e ai fondi Europei POR FESR, di concerto con la Città Metropolitana.
“Non partiamo certo da zero, non facciamo un salto nel buio. Anzi ci siamo attivati da tempo per arrivare a questo momento preparati, con ipotesi molto concrete e fondate in mano e strade da percorrere già individuate – spiega il sindaco Albertino – Il primo passo è realizzare una palestra per l’Alberghiero, attraverso un percorso avviato con la Città Metropolitana per accedere alle risorse dei Piani Urbani Integrati. In previsione di ciò l’anno scorso abbiamo commissionato al Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica del Politecnico di Torino i rilievi e lo sviluppo nel dettaglio di uno studio su una porzione specifica”. La proposta del Comune è di costruire una palestra utilizzabile da tutti, e non solo negli orari scolastici, e anche la realizzazione, dove ora c’è un semplice cortile interno, di una piazza urbana aperta alla città quale centro di aggregazione culturale e sociale, capace di accogliere attività promosse dai vari soggetti che si affacciano sulla piazza stessa, cioè il municipio. Il museo, la biblioteca, e la scuola alberghiera. L’intervento di rigenerazione urbana si collocherebbe tra l’altro in una dimensione territoriale vasta: la presenza del polo scolastico costituito da Liceo e Alberghiero, infatti, rende Carignano ormai un centro attrattivo per gli studenti anche dei Comuni limitrofi.
La Città Metropolitana ha già confermato il proprio interesse a condividere un percorso di riqualificazione dell’area industriale ex Bona per realizzare nuovi spazi didattici attraverso la condivisione di un accordo di programma e di voler iniziare, a breve termine, lo studio per verificare la fattibilità tecnica dell’intervento. “L’impegno di un ente pubblico è fondamentale – sottolinea Albertino -, con le nostre sole forze non saremmo in grado di sostenere e finanziare un’opera così ingente e complessa. I costi previsti per la sola palestra e la sistemazione del cortile interno da trasformare in piazza urbana si aggirano sui sette-otto milioni”. L’intervento complessivo richiederà risorse per circa venticinque milioni, da reperire attraverso il Pnrrr e la partecipazione ai bandi, e con il coinvolgimento anche di investitori privati.
L’area dell’ex Lanificio Bona acquistata dal Comune comprende tre immobili distinti e risalenti ad epoche diverse, per una superficie complessiva di più di diecimila metri quadrati. L’ edificio che si sviluppa lungo via Fratelli Bona è una palazzina di tre piani e fu realizzata negli anni 1906-1907. Il secondo corpo di fabbrica si sviluppa lungo via Umberto I, ha a un solo piano e copertura a shedd; venne realizzato all’inizio del ‘900. Infine, nella porzione sud del complesso sorge una palazzina uffici anch’essa di tre piani, realizzata nel 1920. L’ingresso avviene da via Frichieri attraverso uno splendido portale, prospicente via Monte di Pietà.
LA PALAZZINA SU VIA FRATELLI BONA. A tetto piano, faceva parte dell’area produttiva del Lanificio e versa in completo abbandono. Carente di manutenzioni. I serramenti sono vetusti, in gran parte rotti e privi di vetri, assolutamente non parificabili agli standard moderni e soprattutto non a norma e non più recuperabili. Gli impianti tecnologici sono inesistenti. Il piano terreno attualmente è adibito a magazzini e depositi.
IL FABBRICATO LUNGO VIA RE UMBERTO I. E’ l’immobile in peggiore stato. A causa delle innumerevoli infiltrazioni d’acqua piovana, parte della copertura in legno ha collassato, rendendo pericolante e pericoloso l’immobile. Le condizioni delle superfici vetrate (sia shedd sia finestre) sono a allarmanti in quanto le vetrate sono precarie e, per quanto concerne gli shedd, per la maggior parte frantumate. Internamente i degradi sono molteplici, in parte causati dalla vetusta e, in parte, da percolazioni d’acqua piovana che hanno generato efflorescenze, distacchi e crolli parziali del sistema di copertura ligneo. All’interno di detti manufatti si è riscontrata la presenza di materiali inutilizzati e/o rifiuti.
LA VECCHIA PALAZZINA UFFICI. E’ l’immobile nelle condizioni migliori. Pur essendo anch’essa affetta da evidenti degradi, dovuti prevalentemente alla inesistente manutenzione, preserva i suoi caratteri storici/architettonici dell’antica costruzione, soprattutto nel portale d’ingresso.
(Fonte: Rapporto di valutazione immobiliare redatto dallo Studio Professionale Romerio su incarico del Comune)