Ciara, giovane gallerista in sospeso tra malavita e arte contemporanea – In Area x debutta in prima nazionale “La donna gigante”
È un’incursione fuori dal Teatro Astra la prima italiana di Ciara. La donna gigante del drammaturgo scozzese David Harrower, da martedì 22 marzo a domenica 3 aprile in scena presso Area X ( via San Francesco d’Assisi 12, a Torino). Per la prima volta una produzione Teatro Piemonte Europa – TPE viene rappresentata in Area X, iniziativa di Intesa Sanpaolo Assicura, nata con l’obiettivo di diffondere la cultura della protezione e il suo valore nella vita quotidiana attraverso esperienze immersive, interattive e virtuali. Frutto della sinergia fra TPE e il Gruppo Intesa Sanpaolo, il debutto italiano della pièce vede Roberta Caronia, talentuosa attrice e vincitrice del Premio ANCT 2020, incarnare una giovane gallerista la cui vita è sospesa tra malavita e arte contemporanea. Firma la regia Elena Serra.
Ciara. La donna gigante è stato presentato in anteprima al Traverse Theatre di Edimburgo nell’agosto 2013. In Italia è Valter Malosti a proporlo per primo in forma di reading nell’ottobre del 2019 al Teatro Belli di Roma nella cornice di TREND – Nuove Frontiere della Scena Britannica. Per questa nuova versione scenica la regista torinese Elena Serra si affida al talento di Roberta Caronia, attrice tra le più versatili e popolare della scena teatrale italiana e già protagonista di produzioni TPE come Giulietta di Federico Fellini e Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello, entrambe dirette da Valter Malosti.
Ciara è una donna determinata e sensibile. Dirige con successo una piccola galleria d’arte contemporanea a Glasgow anche grazie alla sua capacità di mantenere relazioni con l’alta borghesia della sua città e un rapporto autentico e profondo coi suoi artisti. Ma Ciara è anche figlia di un importante gangster, moglie di un criminale in ascesa e sorella di un tossicomane alla deriva. Il rapporto fra arte, mafia e riciclaggio in una città che non fatichiamo ad immaginare come una metropoli del Nord Italia.
Il testo penetra le contraddizioni della protagonista presentando i personaggi e gli avvenimenti attraverso la lente del suo rapporto violento e travolgente con gli uomini della sua vita e in particolare con il grande pittore decaduto che lei riporta agli onori della cronaca, Alan Torrence. Ne emerge una figura epica intimamente contesa tra la tensione salvifica dell’arte e l’eredità della colpa incancellabile dei padri che ricade sui figli. La nemesi storica si incarna in Ciara suo malgrado, sullo sfondo di una città che le fa da specchio, infiltrata dalla mafia, pervasa da una ricchezza esibita di pochi e dall’invidia violenta di molti.
Al nucleo femminile e al lavoro intorno alle parole, si affianca il performer Isacco Venturini al quale è affidato il compito di formalizzare gli aspetti sottointesi e ineffabili di cui il testo si nutre. Il gesto artistico della pittura è traslato nella presenza del corpo maschile in azione, della scenografia di Jacopo Valsania ideata come vera e propria opera d’arte in tensione emotiva, infine dalla presenza del progetto video Portrait firmato da Donato Sansone.
“David Harrower – spiega la regista Elena Serra – dà un’interpretazione inedita del ruolo dell’arte nella società facendo del suo Alan Torrence un Tiresia contemporaneo in grado di divinare il destino inconsapevolmente, ma in modo assolutamente preciso. Leggere i segni invece è responsabilità di chi osserva i suoi quadri. Come nei racconti degli antichi gli uomini stentano a comprendere e ad accettare eppure sono attratti dalla profezia. Non si tratta solo del destino individuale, ma del rapporto dei singoli rispetto alla comunità e dunque alla città. Per questo motivo, ancora una volta, ho voluto uscire dal confine del teatro e cambiare la relazione dello spettacolo col pubblico
chiamandolo ad essere parte in causa in questo gioco”.
In quest’ottica si inserisce la creazione delle luci e dello spazio scenico a cura di Jacopo Valsania:
quattro grossi cassoni di legno che sopraelevano gli attori, a metà tra le casse per il trasporto di opere d’arte e quelle destinate alle merci dove sovente la malavita nasconde ciò che deve sparire.
Sulle pareti dei cassoni, le facciate dei palazzi di Glasgow: “La suggestione di partenza – afferma lo scenografo – è stata l’immagine di una donna che racconta la sua storia muovendosi sopra i tavoli di un ristorante o di un bar. Ho pensato che situazioni del genere, quando accadono nella vita reale, creano nelle persone sedute in basso un miscuglio tra imbarazzo, paura, ammirazione, divertimento: tutte sensazioni puntuali per il testo e stimolanti per la performance”.
Note di regia
Ciara. La donna gigante di David Harrower. Orario spettacoli: h 21 / mer 19.30 / dom h 17.
Informazioni, biglietti e carnet: www.fondazionetpe.it
Biglietteria Teatro Astra, via Rosolino Pilo 6, Torino, 011 / 5634352; dal martedì al sabato h 16-19 e un’ora prima degli spettacoli.