SPORT E ATLETI DEL TERRITORIO – Le nostre interviste – Equitazione: Francesco Grosso
SPORT E ATLETI DEL TERRITORIO – Le nostre interviste
a cura di Alessio Pacconi
Equitazione: Francesco Grosso
Proseguiamo il nostro viaggio per scoprire quegli sport, meno popolari di altri ma altrettanto appassionanti, che si praticano sul nostro territorio. Oggi ci spostiamo nel mondo dell’equitazione e più precisamente in un maneggio di La Loggia, dove Francesco Grosso, un giovane praticante di questa disciplina, si è prestato a rispondere ad alcune nostre domande.
Al mondo dell’equitazione appartengono tutte quelle attività che prevedono l’uso del cavallo da parte dell’uomo per fini sportivi o meno. Questo sport si articola in diverse discipline molte delle quali rientrano nel programma olimpico; è il caso delle competizioni di salto, dressage e concorso completo ognuna disputata individualmente oppure in squadra, altra particolarità è l’ambiente in cui esso si può praticare, ognuno ovviamente con le sue caratteristiche e finalità, si avranno quindi strutture coperte, ippodromi o maneggi all’aperto.
Come è nata la tua passione per l’equitazione?
La mia passione è iniziata abbastanza per caso, infatti è stata una mia amica di infanzia che già praticava equitazione a chiedermi se mi sarebbe interessato fare una prova, all’inizio ero abbastanza riluttante all’idea per via soprattutto della mia paura verso i cavalli, ma poco a poco le cose sono cambiate e mi hanno portato ad affacciarmi per la prima volta, a questo mondo.
Quante ore passi di solito in maneggio?
Dipende dalle stagioni, diciamo che di norma sei giorni su sette sono lì; ovviamente d’inverno con la scuola e con le giornate più corte mi ritrovo a passare lì solo il pomeriggio, mentre durante l’estate molto spesso ci passo anche 10/12 ore.
Quali attività si fanno in maneggio?
Le attività che si fanno sono molte e variegate, si passa infatti dalla semplice galoppata alla trafila necessaria per la cura dei cavalli come spazzolarlo, pulirlo, dargli da mangiare etc; molte volte invece mi succede anche di dare una mano agli istruttori durante le lezioni per i più piccoli, in pratica c’è sempre qualcosa da fare…..
Come ci si prende cura di un cavallo?
La cura di una cavallo è una cosa impegnativa, fortunatamente dei bisogni giornalieri come la pulizia del recinto e la sua dieta se ne occupano i centri dove i cavalli vengono affidati, per il resto il proprietario è libero di cavalcarlo, fargli fare alcuni esercizi motori, pulirlo e spazzolarlo.
Quale aspetto ti piace di più di questo sport e quale invece meno?
L’aspetto che mi piace di più è il fatto di poter stabilire un contatto diretto con il cavallo, che essendo un animale molto intelligente permette l’instaurazione di un fortissimo legame con il proprio cavaliere.
L’aspetto che mi piace di meno invece riguarda l’ambito agonistico, infatti la forte competizione che si crea tra le scuderie, va al di là della sportività e della competizione e a volte porta al “sabotaggio” dei cavalli altrui pur di ottenere una vittoria. Per fortuna ormai avviene raramente ma il solo pensiero che, per vincere un concorso, qualcuno possa arrivare a mettere a rischio la vita di un animale, mi fa provare molta tristezza e ira. Questo inoltre è anche uno dei motivi per cui non pratico questo sport a livello agonistico.
Quali sono le differenze tra il praticare questo sport a livello agonistico e a livello non agonistico?
La grande differenza che intercorre tra questi due mondi è il modo in cui ci si approccia. In ambito agonistico infatti i programmi di allenamento sono studiati e specifici per ogni cavallo, le ambizioni e le pressioni sono maggiori e anche i costi; nell’ambito non agonistico, invece, tutto questo viene meno. Nel maneggio in cui io pratico equitazione si insegnano le basi dell’”andare a cavallo” senza pressioni o ambizioni di alcun tipo, l’ambiente è più rilassato e anche le attività proposte sono più leggere, le numerose passeggiate in campagna che organizziamo ne sono un esempio. Inoltre anche le modalità di mantenimento dei cavalli cambia, essendo delle razze più “pregiate” quindi più performanti quelle dedite alla competizione presentano una maggiore fragilità, quindi un loro mantenimento costante all’aperto e in recinti spaziosi risulterebbe dannoso; pper questo vengono seguiti con più frequenza e attenzione all’interno di box più riparati.
Per poter cavalcare bisogna possedere un proprio cavallo?
No, Il centro ovviamente possiede dei cavalli suoi che sono usati per l’insegnamento, sono quindi molto tranquilli, non serve possederne uno per poter cavalcare. Tramite però il pagamento di una certa quota annuale o mensile è possibile lasciare in custodia il proprio cavallo, qui il centro si occuperà della sua cura, e il suo proprietario sarà libero di usarlo in ogni momento.
Hai un cavallo di tua proprietà?
Sì, si chiama Fuego. E’ un cavallo argentino di 15 anni, ma è con me dal 2019, il suo nome è una garanzia, è sempre pieno di energie e con tanta voglia di galoppare.
Quali sono I tuoi piani per il futuro?
il mio primo obiettivo, finita la maturità, è quello di entrare nella Facoltà di Veterinaria per poi specializzarmi in animali di grossa taglia per rimanere appunto nel mondo dei cavalli. Il sogno più grande, però, resta quello di riuscire un giorno ad aprire un centro tutto mio.
Alessio Pacconi
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