“Dare prospettive per il futuro” – Intervista al sindaco di Carmagnola Ivana Gaveglio

ivana gaveglio

 Tempo di bilanci, con lo sguardo sempre puntato sul futuro, per il sindaco di Carmagnola Ivana Gaveglio che, alla guida della coalizione di centro destra con cui ha amministrato la città negli ultimi cinque anni, si candida per il secondo mandato. L’abbiamo intervistata in vista delle prossime elezioni, che si svolgeranno in autunno.

“Sono stati cinque anni davvero intensi – dice il sindaco Gaveglio -, che hanno segnato tanti cambiamenti per la città, per il modo con il quale l’abbiamo amministrata. La volontà della nostra Amministrazione è stata di affrontare questioni irrisolte che ci siamo trovati, cogliere delle opportunità, dare delle prospettive per il futuro.  Gli uffici si sono prodigati per seguirci in questi cambiamento e si è creata una squadra che ha cercato da subito di capire quali fossero i punti fondamentali su cui impegnarsi per migliorare parti e aspetti della città, quali i progetti da realizzare, e questo ha cominciato a dare i suoi frutti. Su un altro fronte, ci siamo resi conto di come Carmagnola fosse isolata dal contesto sovracomunale e di come questo non fosse più tollerabile ma fosse necessario lavorare in stretta sinergia con la Città Metropolitana, gli altri Comuni della Zona omogenea, il Cisa, i sindaci dell’Asl TO5, per cercare di affrontare insieme problematiche che sono, appunto, di carattere sovracomunale, come la viabilità, la sanità. In questi cinque anni si è ricostruita una rete che sta portando risultati, a beneficio dei cittadini carmagnolesi”.

Lo si è visto con la mobilitazione contro il deposito nucleare a Casanova.

“La questione del nucleare è uno degli ultimi esempi. Tanti Comuni hanno dimostrato la loro solidarietà, approvando ordini del giorno per esprimere il loro dissenso sulla scelta del nostro sito come idoneo al deposito; abbiamo raccolto quindicimila firme con le petizioni portate nelle piazze del territorio. E’ stata una dimostrazione importante, la Città Metropolitana ci è stata molto vicino e ha messo a disposizione tecnici e strutture, così come la Regione perché le osservazioni preparate vanno nella stessa direzione di quelle che abbiamo presentato noi, con la richiesta di escludere Carmagnola dalla Carta dei siti potenzialmente idonei”.

Torniamo alla necessità di fare rete.

“Un altro esempio è il Distretto del Cibo del Carmagnolese e Chierese, su cui il sindaco di Santena ha reso esplicito il giudizio positivo, sottolineando il valore dello sforzo sinergico. Quello che come Amministrazione abbiamo cercato di portare avanti è l’idea che è finita l’epoca dei campanili, ma i campanili servono perché tanti insieme sono una forza”.

Parliamo della pandemia.

“Un anno e mezzo di dura prova per tutti, come sindaco mi sono sentita sulle spalle il peso di un’intera città. Tutti abbiamo provato un senso di solitudine, io ho provato un senso di impotenza che ho cercato di superare con la collaborazione di tante persone che si sono offerte nell’aiutare fisicamente gli altri o nel donare somme o ore di tempo per migliorare le condizioni di chi ne aveva bisogno. Abbiamo sperimentato la fragilità del sistema sanitario che è andato in crisi, e la  necessità non sempre facile da comprendere di stare a casa per dare tempo e respiro agli ospedali. E poi l’esperienza delle case di riposo, della difficoltà di reperire il personale sanitario che si è trasformata in tanta fatica per l’intera collettività. Da questo vissuto, se da una parte abbiamo scoperto una grande energia e capacità di organizzarci velocemente per l’aiuto al prossimo (tra l’altro all’interno della struttura comunale c’è stata anche una grande capacità nell’organizzare il lavoro in modalità agile per poter garantire i servizi essenziali, e questo Comune non li hai mai interrotti), dall’altra parte il messaggio che dobbiamo con forza portare al tavolo delle istituzioni più alte è quello di non chiuderci, non rassegnarci al fatto che possiamo abituarci ad altri lockdown. Questi  non sono più né il tempo né’ la strada giusta, le persone stanno rispettando con una velocità relativa il piano delle vaccinazioni. ORA  ci deve essere un piano di organizzazione delle strutture ospedaliere, dei servizi di medicina territoriale che, dopo un anno e mezzo di pandemia, devono assolutamente essere ripensati.  Questa esperienza, a parte la sofferenza e la tristezza per le persone che non ci sono più e sono state colpite dalla malattia, ha portato anche un nuovo modo di rapportarsi con il proprio luogo di lavoro, le proprie modalità di vita quotidiana. Siamo diventati meno rigidi, più adattabili, ma nel senso buono del termine. Questo deve essere un valore, da mantenere e portare avanti. Vedo con piacere che nei centri sociali stanno ripartendo le attività, erano tra i posti più tristi da vedere chiusi. Oggi, con le dovute attenzioni, hanno ripreso a praticare il gioco delle carte, si ricomincia a stare insieme. C’è un percorso che inizia ad andare nella direzione giusta, poco alla volta, con serenità. E’ un momento di riscoperta, sono più che fiduciosa nella buona RIPRESA  delle attività e della vita sociale”.

Un’idea o un progetto che la rende particolarmente orgogliosa.

“Un piacere e motivo di soddisfazione è stato aver creato il consiglio comunale dei ragazzi perché è un modo per far capire all’intera comunità che le persone possono, davvero a qualsiasi età, partecipare alla vita della città. A volte si incontrano persone che vedono il politico come una figura lontana, ci si immagina chissà cosa ci sia dietro la politica. Ho interpretato e svolto il mio ruolo come una persona normale che in questi anni non ha fatto politica bensì ha amministrato, perché la politica significa prendersi cura della città. Ecco, il consiglio comunale dei ragazzi è stato la massima espressione di questo modo di vedere la vita pubblica, perché è un modo limpido”.

Cosa resta da fare per la città?

“Abbiamo lavorato alla variante generale del piano regolatore, un tema proiettato al futuro, e su questo ci sarà da fare molto nei prossimi anni. Sono state avviate le consultazioni, l’iter è partito, la proiezione è stata disegnata ma bisogna portarla avanti. Il grande tema è la scommessa su quello che vorrà essere Carmagnola dal punto di vista dell’offerta che vorrà dare ai suoi cittadini: una città in grado di far pesare i suoi trentamila abitanti all’interno della Città Metropolitana e non una città che subisce le scelte di altri. I nostri progetti (come i bandi sulla rigenerazione e qualificazione urbana, il complesso di Sant’Agostino e il centro) vanno a scardinare l’abitudine di vedere il cuore della città come un posto chiuso e inaccessibile, vogliamo il contrario. Ci sono poi temi che hanno un carattere più ampio. Ad esempio abbiamo appena pensato di ampliare il Bosco del Gerbasso, nella direzione di proteggere l’ambiente che ci circonda. Non credo che sia opportuno farne una bandiera, bisogna lavorare perché l’ambiente sia davvero salvaguardato e il raggio d’azione deve essere di 360 gradi. Abbiamo piantato più di mille alberi perché domani siano una ricchezza, un investimento sul futuro, E continueremo a  farlo; non interventi spot ma operazioni che vanno costantemente mantenute. Stiamo facendo  quello che si chiama il bilancio arboreo, cioè una valutazione della quantità e dello stato di salute delle nostre piante. Carmagnola, a dispetto di quello che forse si immagina, è una città abbastanza verde e dobbiamo proseguire in questa direzione. Vorrei far capire che i temi di pancia alla lunga distanza non sono sostenibili, non si può ed è troppo facile dire no a tutto, occorre trovare una modalità per cui tante realtà possono coesistere, con rispetto, logica e ovviamente sulla strada indicata dagli obiettivi europei per il 2030, e noi siamo in linea. In quanto al lavoro, penso all’importanza di far diventare questa città attrattiva per gli insediamenti produttivi, una condizione necessaria  è quella di avere i servizi e noi li abbiamo, dalla ferrovia, all’autostrada, ai collegamenti stradali che vanno sicuramente migliorati, alla fibra ottica, con cui abbiamo connesso più del 90 per cento del territorio. Sono servizi oggi indispensabili, in futuro ci sarà ancora molto da fare. Non possiamo permetterci di avere luoghi che rischiano di essere abbandonati, sia dal punto di vista industriale che commerciale e abitativo”.

Un messaggio ai Carmagnolesi.

“Il messaggio è ancora la richiesta di fiducia. Sono stata un sindaco a tempo pieno, a disposizione dei cittadini e ho sentito la forza che mi hanno trasmesso fidandosi di me e della mia squadra, perché non governo da sola; siamo una bella squadra, tra noi c’è una piena collaborazione, un’intesa frutto di un continuo lavoro di confronto e condivisione. I cittadini devono essere tranquilli nel pensare che chi amministra ha davvero a cuore il bene comune”.

Cristina Cavaglià

 




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