La guerra, Torino e i piatti d’infanzia di Margherita Oggero
“Quando mio padre tornò a casa io non lo riconobbi. A dire il vero non l’avevo mai conosciuto, perché dopo il giugno del ’40 era stato richiamato sotto le armi e successivamente inghiottito e travolto dalla faciloneria con cui la guerra era stata progettata…”.
Così inizia “Guerra e pane”, il racconto scritto da Margherita Oggero per la collana Piccola biblioteca di cucina letteraria di Slow Food Editore (2019), un ritratto domestico che ci fa entrare in punta di piedi nell’infanzia di una delle maggiori scrittrici italiane contemporanee.
Sullo sfondo della Torino dei bombardamenti e dell’immediato dopoguerra, in “Guerra e pane” l’autrice tratteggia, con disincanto e ironia garbata, una quotidianità fatta di piccoli gesti e riti familiari spesso legati al cibo.
Pagine emozionanti che raccontano la vita nel nostro paese, in bilico tra le culture contadina e industriale, dove incontriamo i familiari di Margherita e i piatti della sua infanzia.
Il volume si chiude con un piccolo approfondimento sulla storia del baracchino e con il ricettario della memoria dell’autrice: panada, panissa, minestra con semolino e riso con latte e castagne.
Ex insegnante di lettere, Margherita Oggero è nata e vive a Torino. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo “La collega tatuata” con Mondadori. L’anno successivo esce “Una piccola bestia ferita”, che ispira la serie televisiva “Provaci ancora, prof” con Veronica Pivetti, a cui seguono altri romanzi di successo con protagonista la professoressa investigatrice Camilla Baudino, tra cui “Qualcosa da tenere per sé” (2007). Con “La ragazza di fronte” (2015), ha vinto Premio Bancarella 2016, nel 2017 ha pubblicato con Einaudi il romanzo “Non fa niente” e nel 2018 per Mondadori: “La vita è un cicles”.