“Dove bisogna stare”, un film di Daniele Gaglianone sulla nostra capacità di confrontarci con il mondo
Sabato con Tra Me al gLOCAL Film Festival
Una mattinata intera, quella di sabato 9 marzo, vede Tra Me coinvolta nella proiezione del film “Dove bisogna stare” di Daniele Gaglianone nell’ambito della diciottesima edizione del gLOCAL Film Festival in corso a Torino in questi giorni al Museo del Cinema – Massimo di Torino (5-10 marzo). La contaminazione artistica e culturale è il punto forte della collaborazione del Festival con l’Associazione carignanese di promozione sociale che, da anni, dedica il proprio lavoro alla sensibilizzazione sui temi dell’accoglienza e della multiculturalità.
Tra Me dà quindi appuntamento al Cinema Massimo (via Verdi 18), alle ore 10. In sala sarà presente il regista.
Un’Italia plurale, spesso femminile
“Dove bisogna stare” vuole raccontare un’Italia plurale, spesso femminile, che agisce quotidianamente per mettere al centro dignità e giustizia. “Questo documentario – spiegano Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli – racconta di una possibile risposta a questi tempi cupi. Non racconta l’immigrazione dal punto di vista di chi sceglie di partire o è costretto a farlo: è innanzitutto un film su di noi, sulla nostra capacità di confrontarci con il mondo e di condividerne il destino..
Georgia, ventiseienne, faceva la segretaria. Un giorno stava andando a comprarsi le scarpe; ha trovato di fronte alla stazione della sua città, Como, un accampamento improvvisato con un centinaio di migranti: era la frontiera svizzera che si era chiusa. Ha pensato di fermarsi a dare una mano. Poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. E’ ancora lì. Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone; Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza, sono persone molto diverse; sono di età differenti, e vengono da mondi differenti. A tutte però è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte, concretamente, una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall’altra parte. Sono rimaste lì, dove sentivano che bisognava stare. (Italia 2018, 98’’. Regia: Daniele Gaglianone. Soggetto e Sceneggiatura: Daniele Gaglianone, Stefano Collizzolli. Fotografia: Matteo Calore. Montaggio: Enrico Giovannone. Audio in presa diretta: Val di Susa, Gianluca Tamai; Como, Cosenza e Pordenone, Stefano Collizzolli. Montaggio Suono e Mix: Vito Martinelli Correzione Colore: Paolo Rapalino. Produzione: Stefano Collizzolli, Andrea Segre. Con Jessica Cosenza, Lorena Fornasier, Georgia Borderi e Elena Pozzallo e con Andrea Franchi, Jahanzeb Momand, Marina Escosso, Elena Silvia Massara, Monica Gagliardi, Davide Rostan, Renato Sibille, Drammeh Musa, Marilù Sansica. Una produzione: Zalab film srl da un’idea nata in collaborazione con Medici Senza Frontiere in collaborazione con Rai3-Doc3 Annamaria Catricalà e Fabio Mancini. Realizzato con il sostegno di Medici Senza Frontiere e Piemonte Doc Film Fund – fondo regionale per il documentario – Piemonte Film Commission).
IL TRAILER UFFICIALE: https://vimeo.com/311245799
Ingresso: intero 6 euro; ridotto 4 euo.
Per ulteriori informazioni: info@tramecarignano.com – www.tramecarignano.com
C’è un paese raccontato come terrorizzato dalle migrazioni e violentemente ostile nei confronti dei migranti. Su questa narrazione, una parte del ceto politico continua a costruire la propria identità e le proprie fortune elettorali. Un’altra parte del ceto politico sembra invece incapace di parlare ad un paese spaventato e sempre più aggressivo. Ma esiste anche un altro paese, che pratica solidarietà e lotta per i diritti ogni giorno, in maniera spesso informale e non strutturata. Non è professionismo, e a volte non è nemmeno esattamente militanza. Dove bisogna stare racconta quattro donne, di età diverse, che in luoghi diversi sono impegnate in attività a prima vista assurde al senso comune o quello spacciato come tale. Donne che appaiono fuori luogo rispetto alla narrazione dominante, quasi incomprensibili.
Ascoltando i loro racconti e restituendo il loro quotidiano scopriamo, invece, discorsi e gesti lineari, straordinari nella loro semplicità. Scopriamo che non stanno fuori luogo, ma in un luogo molto reale, nel luogo in cui sentono di avere bisogno di stare. In opposizione alla retorica folle dell’invasione e della chiusura, e a quella dei raffinati ragionamenti dei benpensanti per mestiere, sono persone come Elena, Georgia, Jessica, Lorena la speranza per provare ad uscire assieme dai problemi e dalle tensioni causate da un fenomeno epocale come le migrazioni, fenomeno che fa emergere con forza le contraddizioni e le ingiustizie della nostra società.
Gli autori, Gaglianone e Collizzolli
DANIELE GAGLIANONE. Nato ad Ancona il 4 novembre 1966. Laureato in Storia e Critica del Cinema presso l’Università di Torino. Dai primi anni novanta collabora con l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza. Ha girato cortometraggi di fiction e documentari, tra cui La ferita (1991), premiato al festival Cinema Giovani di Torino. Nel 2000 ha esordito nel lungometraggio con I nostri anni, selezionato alla Quinzaine di Cannes e nel 2004 Nemmeno il destino, ha vinto il Tiger Award a Rotterdam. Con Rata neće biti (La guerra non cisarà) ha vinto il premio speciale della giuria al Torino Film Festival e il David di Donatello come miglior documentario. Nel 2013 ha presentato La mia classe alle Giornate degli autori della Mostra di Venezia. Nel 2014 vince il premio Gli Occhiali di Gandhi al Torino Film Festival con il documentario Qui. Anche attivo in campo teatrale, con il gruppo ilBuioFuori (theOutsideDark). Nel 2014 è co-regista con Cristina Monti e Paolo Rapalino del documentario Là suta. La nostra eredità nucleare in un triangolo d’acqua. STEFANO COLLIZZOLLI (Padova, 1978), è formatore di video partecipativo ed autore di cinema documentario. Ha progettato ed è stato trainer sul campo per laboratori di video partecipativo in Italia, Palestina, Tunisia, Senegal e Repubblica Dominicana. E’ dottore di ricerca in sociologia della comunicazione presso l’Università di Padova e fa ricerca principalmente sulle metodologie visuali. E’ socio fondatore dell’associazione ZaLab. Fra i suoi lavori di cinema documentario I nostri anni migliori (2012, con Matteo Calore), Il pane a vita (2014), E’ finita (2015), fuoriClasse (2016, con Michele Aiello).