POSTA DI FEBBRAIO – I nostri lettori ci scrivono
Posta di febbraio. Le lettere pubblicate su di IERI OGGI DOMANI, versione stampa.
“Svegliati Carignano!”
Svegliati Carignano! … prima che sia troppo tardi, è ora di fare qualcosa.
Da città che solo pochi decenni fa aveva: alberghi, ristoranti, cinema, sale da ballo ci ritroviamo ad essere “surclassati” da paesi che un tempo (non molto lontano) erano considerati quasi delle borgate nei nostri confronti (vedi Vinovo).
Pur ringraziando la nuova realtà della Pro Loco che sta cercando (con successo) di movimentare con nuove manifestazioni la staticità di Carignano sappiamo che non può bastare…
Servono iniziative importanti che solo le Amministrazioni comunali possono realizzare, ad esempio:
l far diventare appetibile Carignano attraendo nuove attività di piccolo commercio elargendo contributi a fondo perduto; sostenendo ovviamente quelle già presenti sul territorio aiutandole con sgravi fiscali (se in difficoltà); ripensare anche all’organizzazione del nostro mercato settimanale che si va assottigliando, mentre in paesi anche vicini a noi è potenziato e continua a crescere; visto che siamo un paese storico dal nome altisonante cercare di portare a Carignano artisti ed artigiani di pregio che potranno aprire i loro atelier utilizzando in comodato i locali del nostro bellissimo Palazzo Comunale che invece, scelte discutibili, hanno relegato ad un ruolo puramente marginale; cedere eventuali locali comunali, che non sono più utilizzati, a giovani volenterosi ed interessati affinchè possano creare un centro di aggregazione (libero a tutti) con annessa caffetteria/tavola calda, sala lettura, sala musica, con possibilità di organizzare eventi musicali e/o culturali, un luogo dove sia possibile anche solo stare insieme per conoscersi e discutere; riuscire (sempre incentivando chi aderirà) ad avere almeno un bar/caffetteria (a turno) con apertura fino alle ore 24 scongiurando così l’effetto “deserto dei tartari” che si percepisce volendo passeggiare la sera nelle vie di Carignano; creare piste ciclabili che ci colleghino ai comuni limitrofi diventando nel tempo, oltre che un innegabile vantaggio ambientale, anche un richiamo per il cicloturismo aumentando così un indotto commerciale enogastronomico unendoci anche in futuro ad altre città storiche; aumentare le aree verdi comunali e far adeguare le concessioni edilizie che verranno rilasciate a nuove norme che prevedano anche un incremento del verde privato. … e poi mille altre idee per il rinnovamento potremmo “copiarle” dai comuni più intraprendenti.
Bene… ma con quali soldi!? Visto che le nostre casse comunali sembrano essere particolarmente vuote, utilizzando i famosi Fondi Europei od altri a livello regionale preposti proprio alle riqualificazioni urbane ed ambientali. Fondi Europei che, come leggiamo sui giornali e sentiamo in TV, l’Italia riesce a percepire solo in minima parte per carenza di progettualità.
Una carignanese
La lettura
e la scrittura
rendono liberi
L come Lettura, L come LIBERTÀ. Del resto la parola Libro deriva dal latino Liber, ossia “libero”!
E “lettura come libertà”, intesa come “sviluppo ed esercizio della libertà individuale, di pensiero critico e quindi di azione, che si affina grazie alla lettura, … ma anche come libertà di scegliere cosa, come e dove leggere, avere il coraggio di essere se stessi e affrontare la vita”, è il filone tematico a cui noi classi Quarte A e D della Primaria di viaTappi dell’Istituto Comprensivo. di Carignano ci siamo ispirate nell’ambito del Progetto “LIBRIAMOCI, giornate di lettura nelle scuole” nel corrente anno scolastico
La nostra adesione a questa campagna di promozione alla lettura è iniziata ad ottobre con l’ascolto in classe della storia “La forchetta volante” (di RosaTiziana Bruno) in cui la protagonista, la piccola Caterina, in seguito all’improvvisa scomparsa di fiabe e favole (“il silenzio del nulla calò piano su ogni cosa e l’arcobaleno perse i suoi colori”) è l’unica a non restare indifferente e, a cavalcioni di una forchetta gigantesca, parte per il mondo, con l’intento di far ritornare i personaggi fantastici nelle rispettive storie, facendoci così conoscere le differenti culture di tutti i continenti.
… Come finisce?
Io e la collega Cinzia decidiamo che a leggere il finale fossero gli alunni stessi, dedicandosi alla lettura del libro durante le vacanze.
La nostra iniziativa è terminata alla grande con l’intervento dell’autrice Rosa Tiziana Bruno, grazie all’impegno e collaborazione di Maria Grazia Tedeschi della Primilibri di Torino. Lunedì 28 gennaio, infatti, la scrittrice, dopo un lungo viaggio, ci ha raggiunti a scuola, regalando attimi di forte emozione a tutti! Si è rivelata una persona dotata di spiccata sensibilità verso i bambini, preziosa nelle sue vesti di autrice di “letteratura fiabesca”!
L’incontro si è sviluppato intorno all’inchiesta condotta dai bambini, curiosi di capire come sia la vita da scrittori e come si arrivi alla pubblicazione di un libro; è stata una sorpresa scoprire che anche gli “esperti” hanno bisogno di fare continue “revisioni” ai propri scritti e che il lavoro di scrittori è un “viaggio” perenne, sospeso tra fantasia e realtà. Inoltre, speciali spunti ha offerto R.T.Bruno per riflettere sull’importanza della scuola che pone le basi della conoscenza e della formazione di ciascun individuo.
Le è stato fatto dono della personale raccolta “Qual è il piano perfetto di Caterina?”, in cui ciascun bambino aveva ipotizzato l’epilogo della storia prima di poterlo scoprire. A finire, autografi per tutti!
Noi insegnanti ci auguriamo di aver seminato, con questa ricca esperienza, non solo la passione verso la lettura, ma anche il piacere della “scrittura”, veicolo prezioso per esprimere “in libertà” il proprio flusso di pensieri, connubio di fatti, emozioni e sensazioni che non sempre trovano spazi e modi per essere raccontati….
Maestra Patrizia
Notizie tragiche,
cosa possiamo fare
per inostri fratelli
Domenica mattina sento la notizia triste della morte in mare di altri immigrati. Veramente scossa, poiché queste persone sonoiostri fratelli e sorelle. Dare sentenze senza “processo” per sentirci piùbravi di altri? E’ questa la strada giusta?
Da uno sbarco all’altro, da una tragedia all’altra; io mi ritrovo a sentire più omeno sempre le stesse cose da circa ventisette anni, l’età di mia figlia. Piccolissima girava per casa e ioe imieifamigliari ci commuovevamo ale notizie del TG.
Si è sperato, si è dimenticato.
Si ènuovamente sperato e confidato nella politica… e si è dimenicato.
Non posso crederci, tutti questi anni e… cosa siè fatto? Qualcosina forse… e ci siamo abituati a queste notizie. E il nostro prossimo? E i nostri fratelli e sorelle?
Noi siamo fortunati, siamo liberi da oppressioni; abbiamo la possibilità di scrivere, telefonare, parlare, gridare e proporre. Niente.
Ci ritroviamo a messa a fare i cristiani.
Vogliamo fare qualcosa?
Scriviamo all’Europa, al Parlamento a Bruxelles! Lasciamo da parte i giudizi politici e facciamoci sentire o almeno proviamoci-
Proviamo a manifestare l’esigenza di risolvere questa emergenza. Facciamoci sentire: non siamo rappresentati, non è questo che ci aspettiamo da chi ci governa.
Vorrei tanto l’aiuto di tutti.
Marina Margaria
Una voce
dall’Istituto
Faccio-Frichieri
di Carignano
Questo mese di gennaio gli avvenimenti, sono stati pochi ma degni di nota.
Dopo l’Epifania, che tutte le feste ha portato via, finalmente la nostra vita ha ripreso il suo ritmo normale. Alla nostra età le feste, le ospitate presso i parenti, se da una parte possono fare piacere dall’altra ti scombussolano e alla sera ti ritrovi stanco e con lo stomaco in subbuglio, sia perché mangi troppo sia perché mangi cose a cui non sei più abituato.
Il vitto qui è molto buono, hai sempre almeno due scelte di primo e secondo per pasto, preparate dai nostri cuochi veramente in gamba. Ultimamente, con il cambio del menù, si mangiano cibi che da anni non avevo il piacere di gustare. Magari alcuni ospiti torcono il naso (ma sono pochi), ma io e mio fratello gradiamo moltissimo specialmente le zuppe di cereali e la polenta.
Nei giorni scorsi sono venuti a trovarci un gruppo di seminaristi del Seminario di Torino.
Per me è stato un momento di gioia pura. Una grande emozione è stata conoscere quei ragazzi e uomini che hanno già vissuto una parte della loro vita “normale” con studi e lavoro, come tanti altri, e poi, all’improvviso, hanno avuto la vocazione a dedicarsi interamente a Dio e, senza rimpianti, hanno abbandonato la loro attività e sono entrati in seminario.
Quando sono venuti a trovarci, allegri e gioiosi, si sono mescolati tra di noi per conoscerci a vicenda e scambiarci impresssioni, abbiamo subito fraternizzato anche se vi era molto divario di età. Noi certamente con più esperienza, ma li guardavi negli occhi e vi vedevi il cielo, limpidi, solari e con tanta voglia di dare.
Abbiamo passato un pomeriggio sereno concluso con la Santa Messa. Tornati il pomeriggio successivo, hanno raccontato ciò che li ha portati alla vocazione. La Messa, celebrata dal vescovo monsignor Piergiorgio Micchiardi che, giunto nell’età della pensione, è tornato nel paese natio svolgendo le mansioni di vice parroco in aiuto a don Mario, è stata allietata dal coro di Santa Cecilia magistralmente diretto dal maestro Maurilio Berutto. Spero che vengano ancora a trovarci, così avremo il piacere di salutarli e scambiare ancora qualche riflessione.
Chissà se fra qualche anno, ormai sacerdoti, qualcuno di loro verrà a dire messa da noi?
Saluti e alla prossima.
Lidia Dettoni
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