Trentesimo anniversario delll’alluvione del novembre 1994 – Il presidente Nicco: “Non possiamo abbassare la guardia, aiutiamo i sindaci a mettere in sicurezza i territori”
“Le immagini della drammatica alluvione di trent’anni fa sono ancora impresse nei nostri occhi, non si cancellano. E ritornano prepotentemente guardando quello che è avvenuto a Valencia”, le parole del presidente del Consiglio regionale Davide Nicco in occasione del trentesimo anniversario dell’alluvione che colpì il Piemonte tra il 5 e il 6 novembre 1994 causando 69 vittime e oltre duemila sfollati.
“Quella tragedia – continua Nicco – ha lasciato al Piemonte una profonda eredità di consapevolezza sui temi della gestione del rischio idrogeologico e della protezione civile. Ci ha insegnato quanto sia cruciale investire nella prevenzione, nella pianificazione e nel monitoraggio del territorio. E quanto sia pericoloso costruire nelle aree a rischio. Oggi a Torino e nella nostra regione sono tanti i cittadini che vivono in zone vulnerabili”.
Il cambiamento climatico aumenta la frequenza e la violenza degli eventi estremi. “Sono stati fatti significativi investimenti per costruire e rafforzare argini, dighe e altre infrastrutture di contenimento, per limitare l’impatto delle piene. Tuttavia, resta cruciale
proseguire su questa strada, modernizzando ulteriormente queste opere e rendendole più resilienti agli effetti dei cambiamenti climatici. Senza dubbio quel tragico evento ha portato alla creazione di sistemi di allerta più tempestivi e avanzati, grazie ai quali è
possibile oggi prevedere e reagire con maggiore rapidità. Il nostro sistema di monitoraggio e allerta è tra i primi in Europa, ma la memoria dell’alluvione del 1994, ed i fatti di Valencia, devono ricordarci l’importanza di non abbassare mai la guardia”.
Resta, però, una preoccupazione nell’attuazione dei piani di emergenza dettata proprio dalla complessità del sistema amministrativo e normativo: “Lo dico da ex primo cittadino – sottolinea Nicco – di un piccolo comune e mi faccio portavoce di tanti amministratori locali: i sindaci, che sono i primi a dover rispondere alle emergenze, spesso si trovano, con progetti pronti, a confrontarsi con autorizzazioni che tardano ad arrivare e che impediscono un intervento diretto e tempestivo, facendo sì che molte iniziative di prevenzione e manutenzione fluviale vengano rimandate o rimangano parzialmente attuate. Non può essere ammissibile. Inoltre, la complessità delle procedure di finanziamento spesso impedisce agli enti locali di accedere rapidamente ai fondi per la
messa in sicurezza del territorio”.
“Dobbiamo adoperarci tutti per creare un sistema più snello e reattivo per garantire che, in caso di emergenze, gli amministratori locali possano rispondere in modo efficace e tempestivo, senza essere bloccati da lungaggini burocratiche o limiti di competenza”,
conclude il presidente Nicco.