Guerre e migrazioni al centro dell’edizione 2024 del Festival delle Colline Torinesi, storica rassegna teatrale diretta da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla
l tema delle guerre e delle migrazioni, insieme al teatro performativo, sperimentale, con un particolare sguardo ai corpi e alla valenza del gesto sulla scena, trova sempre più spazio nella quarta edizione del “Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea” che sta per compiere il suo trentesimo compleanno e debutta con una doppia inaugurazione.
Apre il cartellone sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 al Teatro Astra di via Rosolino Pilo 6 con le performance “La Luz de un lago” di El Conde de Torrefiel e “Senza titolo” di Romeo Castellucci alla Fondazione Merz di via Limone 24. Lo spettacolo all’Astra della compagnia di Barcellona, diretta da Beyeler e Pablo Gisbert, è una prima nazionale ed è realizzata con Piemonte dal Vivo e Torinodanza. Focus della performance una luce che viene descritta come capace di evocare suoni passati e immaginarne di futuri. Alla Fondazione Mertz, invece, un’azione scenica che parte dai corpi, da gesti primitivi reiterati, per trasformarsi in suono, in musica, preghiera, in suggestione visiva. Concepita per la Triennale di Milano arriva nel rinnovato Borgo San Paolo della Circoscrizione3 grazie al festival, al TPE con il Teatro Stabile di Torino e alla Fondazione Merz che ospita l’allestimento.
La storica rassegna teatrale, diretta da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla e organizzata da TPE – Teatro Astra, torna dal 12 ottobre al 10 novembre con un’edizione ricca di proposte nel segno di tematiche particolarmente attuali: guerre e migrazioni. A testimoniarlo sono i numeri e i contenuti. 7 prime, 6 produzioni, 15 spettacoli, 28 giorni di programmazione e 52 recite in vari spazi teatrali di Torino, Collegno e Moncalieri (Teatro Astra, Fondazione Merz, Teatro Gobetti, Lavanderia a Vapore, Fonderie Teatrali Limone).
Gli spettacoli approfondiscono le guerre di ieri, di oggi, di domani. Le guerre, che hanno generato e generano milioni di vittime e che innescano inumani flussi migratori. Come dimostrano gli attuali conflitti in Ucraina, Palestina, Libano. “Quando il teatro e le altre arti vogliono riflettere sul domani non possono dimenticarsi di questi conflitti. Già avvenuti, in essere e in potenza, tenendo conto, ad esempio, che il rapporto tra passato, presente e futuro va quotidianamente ripensato”, commentano Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla. Dopo aver affidato al filosofo Walter Benjamin la trama narrativa della precedente edizione, questa volta ad essere approfondito sarà il pensiero di Hannah Arendt, anche lei migrante come Benjamin del quale era amica. Sarà la filosofa e politologa tedesca il filo rosso del festival in sala Pasolini del Teatro Gobetti di via Rossini 8 con “Hannah”, (dal 22 al 26 e dal 29 al 31 ottobre) che Ariotti ha progettato dal pensiero e dalla biografia dell’autrice.
Nuovamente polveriera, il Libano sarà ancora una volta il Paese ospite del festival. Malgrado i conflitti il Libano non è solo macerie e vanta realtà culturali e artistiche di grande livello. In cartellone Chrystèle Khodr, artista di Beirut alle prese con la storia del suo Paese e con echi ibseniani. L’ossessione della guerra domina il suo spettacolo “Ordalie” (30 e 31 ottobre, Teatro Astra).
Le guerre civili e le migrazioni saranno il tema portato in scena da Pantelis Flatsousis con “Thebes: a Global Civil War” (19 e 20 ottobre, Teatro Astra), una narrazione tra cronaca e finzione, video e scena. Ai “roghi di libri” del 10 maggio 1933, ad opera del Terzo Reich tedesco, si rifà “Il fuoco era la cura” (15 e 16 ottobre, Teatro Astra) di Sotterraneo da Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, scritto nel 1953. C’è un riferimento indiretto alle migrazioni dall’Africa in “Sahara” (26 e 27 ottobre, Teatro Astra), nuova creazione della coreografa e regista Claudia Castellucci per la Compagnia di ballo Mòra.
Sulle violenze domestiche si incentra “Elogio della vita a rovescio” (20 e 21 ottobre, Fondazione Merz) della coreana Han Kang, spettacolo interpretato da Giulia Scotti, diretto da Daria Deflorian. Da un’eroina letteraria, la “Salomè” (18 e 19 ottobre, Lavanderia a Vapore) di Wilde, madalena reversa trae visionaria ispirazione per una coreografia dallo stesso titolo sul filo amore/sacrilegio. Gloria Dorliguzzo, l’interprete. Per il teatro emergente c’è la Piccola Compagnia della Magnolia, che in condivisione con la Stagione TST esplora con “Cenci_rinascimento contemporaneo” (dal 15 al 20 ottobre, Teatro Gobetti) uno dei testi simbolo del cosiddetto teatro della crudeltà, e di Stefania Tansini che sfrutta, per una coreografia, capace di rovesciare il rapporto spaziale tra pubblico e interpreti, due opere di Artaud. Condiviso con Torinodanza lo spettacolo di Euripide Laskaridis, “Lapis Lazuli” (22 e 23 ottobre, Fonderie Limone).
Il cartellone del festival prosegue anche a novembre. Il programma completo e gli indirizzi degli spazi teatrali al link http://www.
Patrizia Veglione