Studenti italiani e francesi a Crissolo: due giorni per conoscere la salamandra di Lanza, nell’ambito del progetto Ge.Co

parco del monviso progetto geco salamandra di lanza

A Crissolo, in valle Po, si è svolto nei giorni scorsi  il terzo incontro tra gli studenti italiani e francesi che partecipano alle attività del progetto GE.CO, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Interreg ALCOTRA: sono stati coinvolti circa 100 studenti degli Istituti di Istruzione Superiore Soleri Bertoni e Denina Pellico Rivoira di Saluzzo, Des Ambrois di Oulx, del liceo valdese di Torre Pellice e degli istituti francesi Lycée d’Altitude di Briancon e College Des Hautes Vallees di Guillestre. Con loro una decina di insegnanti e personale degli enti coinvolti nel progetto, il Parco del Monviso, la Città Metropolitana di Torino, il Parc Naturel Régional du Queyras e la Fédération des Hautes-Alpes pour la pêche et la protection du milieu aquatique.

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Gli studenti hanno pernottato a “La Città sul monte” e sono stati suddivisi in gruppi di nazionalità mista per una più efficace fruizione delle attività in programma. L’incontro è stato aperto dal presidente del Parco del Monviso, Dario Miretti, che ha accolto i ragazzi all’arrivo a Crissolo augurando un proficuo lavoro a tutti, sottolineando l’importanza della collaborazione transfrontaliera e del valore didattico di coinvolgere gli studenti in attività legate alla ricerca e alla tutela della biodiversità.

Il progetto è focalizzato su temi legati alla ricerca scientifica e alla gestione dei conflitti delle risorse naturali che si possono generare nella tutela di due animali simbolo del nostro territorio: la salamandra di Lanza e la trota fario mediterranea.

In occasione di ogni incontro tra studenti, le attività sono di due diverse tipologie: la prima è costituita da lezioni frontali e attività laboratoriali, che proseguono da un incontro all’altro e con le quali si lavora per la costruzione di strumenti di comunicazione e di indagine sulla conservazione delle due specie animali; la seconda prevede escursioni o esperienze dirette nel luogo in cui si tiene l’incontro.

Nella due giorni di Crissolo, la prima tipologia si è concretizzata in una lezione sull’immagine della montagna a livello cartografico, per far capire agli studenti l’importanza di individuare un approccio comunicativo corretto e coerente con ciò che si intende trasmettere. Inoltre, i ragazzi hanno iniziato a lavorare nell’individuazione degli stakeholder legati al territorio dove sono presenti le due specie e all’elaborazione di questionari per capire quali interessi e quali conflitti si sviluppano nell’ambito della conservazione di salamandra e trota. Nei prossimi mesi il lavoro dei ragazzi sarà proprio quello intervistare i vari portatori di interesse per arrivare all’elaborazione di un “patto”, che sarà sottoscritto da tutti gli attori in gioco. La seconda tipologia di attività si è declinata in un’escursione dal Pian del Re al lago Fiorenza e in un laboratorio di riconoscimento della salamandra di Lanza.

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Durante l’esperienza, un erpetologo ha descritto le caratteristiche dell’anfibio, che è stato avvistato sul campo, e si è svolta una dimostrazione pratica di come lavora un cane da ricerca addestrato a individuare l’animale riconoscendone l’odore. Gli studenti hanno anche avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza di questo anfibio grazie a un modello in grande scala realizzato da un esperto francese: attraverso questa rappresentazione dettagliata, sono stati presentati numerosi aspetti dell’animale, catturando l’attenzione degli studenti e fornendo loro una comprensione più approfondita e tangibile della salamandra di Lanza.

Le attività che coinvolgono gli studenti nell’analisi e nella salvaguardia di specie animali tipiche della montagna rappresentano un’iniziativa di fondamentale importanza educativa e ambientale: non solo si sensibilizzano le nuove generazioni sull’importanza della biodiversità, ma le si rende protagoniste attive nella sua conservazione. L’educazione alla biodiversità va oltre la semplice trasmissione di nozioni; essa coltiva nei giovani un senso di responsabilità verso l’ambiente e li dota degli strumenti necessari per diventare futuri custodi del nostro patrimonio naturale. Attraverso lo studio di specie endemiche come la salamandra di Lanza o iconiche come la trota fario, gli studenti acquisiscono una comprensione diretta e tangibile dell’unicità e della fragilità degli ecosistemi montani. Le esperienze pratiche di ricerca e conservazione offrono loro anche l’opportunità di applicare concetti scientifici in contesti reali, stimolando il loro interesse per le scienze naturali e le carriere nel campo della conservazione ambientale.

Il prossimo incontro tra studenti sarà a febbraio in valle Susa; si tratterà del quarto in un calendario di sette: il primo si è svolto a febbraio tra Torre Pellice e Luserna San Giovanni, il secondo a maggio nel Queyras francese, dove si tornerà nuovamente per il quinto momento di attività congiunte. Il progetto, che prevede anche altre azioni che non coinvolgono gli studenti, si concluderà invece all’inizio del 2026.

 




 

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