Selene Rubiola è la vincitrice del Premio Nazionale GiovedìScienza 2024 con una scoperta in ambito veterinario
Sono stati proclamati nei giorni scorsi all’Accademia delle Scienze di Torino vincitori della tredicesima edizione del Premio Nazionale GiovedìScienza. La competizione scientifica è rivolta ai ricercatori under 35 di tutti gli enti di ricerca italiani, realizzata dall’associazione torinese CentroScienza Onlus, con lo scopo di promuovere e incoraggiare i protagonisti della ricerca alla comunicazione della scienza.
La vincitrice del primo premio del valore di 5000 euro è Selene Rubiola, ricercatrice dell’Università degli studi di Torino. La giovane si è aggiudicata il titolo nazionale under 35 grazie alla scoperta di un nuovo parassita protozoo in ambito veterinario. La ricerca porta il titolo Taxonomy ID: 3117727. Cronistoria di una scoperta. Selene Rubiola spiega: “Il mio lavoro di ricerca consiste nell’indagare la Miosite Eosinofilica Bovina, una patologia muscolare infiammatoria che colpisce questi animali. Indagando uno dei casi di questa malattia su un esemplare di bovino ho scoperto una nuova specie di un parassita protozoo presente nei muscoli dell’animale. La mia ricerca racconta il lungo iter di individuazione di questa nuova specie che abbiamo chiamato Sarcocystis Sigmoideus”.
Seconda classificata Lisa Pavinato, Università degli studi di Torino, con la ricerca dal titolo Come studiare i disordini del neurosviluppo? Utilizzando gli organoidi cerebrali umani!: “Il progetto NeuroWES indaga i disordini del neurosviluppo tramite lo studio genetico identificando nuovi geni come CAPRIN1 – spiega Lisa Pavinato. Utilizzando organoidi cerebrali e cellule staminali, cerca meccanismi patogenetici per sviluppare possibili terapie, offrendo speranza a famiglie colpite da disordini neurogenetici rari”.
Si aggiudica il terzo posto Matteo Capone, con una ricerca condotta presso l’Università degli studi dell’Aquila. nell’ambito della biologia vegetale e della produzione di energia sostenibile dal titolo Fotosintesi Artificiale: basta che funzioni!: “Il mitocondrio e il cloroplasto, spesso trascurati, sono fondamentali per l’energia cellulare e la fotosintesi. – racconta Matteo Capone. L’ispirazione dalla natura guida la creazione di “foglie artificiali” per nuove fonti energetiche, con l’obiettivo di evitare impatti ambientali negativi”.