Premio “Adotta l’orso”: i vincitori premiati al Salone del Libro di Torino domenica 12 maggio
Cogliendo lo spunto del tema guida della XXXVI edizione del Salone del Libro, l’Associazione Leggere Libera Mente/Cisproject (LLM) in accordo con la direzione del Salone, porta quest’anno a Torino la premiazione
dell’ottava edizione del concorso internazionale Adotta l’Orso contro l’autoreclusione. Nato nel 2014, è una delle numerose iniziative svolte da LLM all’interno della Casa di Reclusione di Milano Opera, per la stessa volontà dei detenuti – corsisti. Per aiutare sé stessi e chi, anche al di fuori dalle mura del carcere, attraverso una pagina, uno scrittoo un disegno, trova la forza di dare voce al proprio disagio cercando la forza di uscirne.
Presente a Salone sin dal 2016, è la prima volta che LLM vive il gran finale del suo concorso, unico nel suo
genere in Italia, sotto ai riflettori di quella che è considerata la più importante manifestazione culturale
italiana.
L’appuntamento è dalle ore 11.45 alle 12.45 alla Sala Booklab del Salone Internazionale del Libro (Pad 4 – Lingotto Fiere). Intervengono: Barbara Rossi, psicoterapeute FSP –EMDR; Martino Manghi , storico della Filosofia, Stefano
Natoli, giornalista, Mailina Giaquinta, poetessa, Rosalba Fuda, coordinatrice Regione Piemonte, Hikkimori
Italia, Testimoni del Progetto – Casa di Reclusione di Milano Opera.
Lettura dei brani premiati a cura di Anna Nicoli, attrice
I migliori testi delle prime quattro edizioni del Concorso sono stati raccolti in 2 volumi, in vendita allo stand della casa editrice La Vita Felice in occasione dell’incontro del 12 maggio
Questa edizione del Concorso ha visto la partecipazione di circa 200 lavori provenienti da tutta Italia e
dall’estero. Molti da istituti penitenziari (Rebibbia, Opera, San Vittore, Bollate, Santa Maria Capua a
Vetere, Pisa, Oristano, Solliciano, Teramo, Torino), molti da scuole (Bassano del Grappa, Cesano Maderno,
Limbiate, Canton Ticino-CH, Milano), dalle primarie al liceo, e altri da adulti non detenuti. A riconferma di
come l’auto-reclusione tocca e può toccare ciascuno in modo diverso e per svariate cause (dalla bulimia alla
depressione, dalla violenze subite al bullismo e cyber bullismo, sino alla violenza di genere). Un Premio che
non è fine a sé stesso ma che intende condividere le parole di chi sa esprimere il proprio disagio e stimolare
chi ancora non vi riesce… così da ricomporre tassello dopo tassello il puzzle di esistenze a rischio e
contribuire a farle uscire dal tunnel dando loro nuove motivazioni. Il forzato isolamento dovuto alla recente
pandemia ha enfatizzato il problema anche al di fuori delle carceri. Un fenomeno di cui si parla con sempre
maggiore frequenza, oggetto di dibattiti radio televisivi, ma anche tema di un recente discorso di Papa
Francesco, che ha esortato i giovani a uscire di casa per andare incontro alla vita.
Barbara Rossi, responsabile del progetto, sottolinea che si tratta di “un concorso che sposa anche finalità di
prevenzione, consapevoli che un intervento precoce, la possibilità di vincere eventuale imbarazzo o vergogna,
l’innescare fattori protettivi possa essere efficace nell’evitare il ritiro sociale”.
Quest’anno la giuria ha visto la partecipazione anche di Marilina Giaquinta, insieme a Martino Menghi,
Camilla Savaré, Marilisa Dulbecco. Giaquinta, pensando ai numerosi lavori pervenuti, afferma: “la maggior parte dei lavori ha mostrato una narrazione potente e centrata, poetica, anche quando non in versi, spesso commuovente per la trattazione esperienziale intima della solitudine e del rifiuto isolante di un sistema che se formalmente sembra esaltare l’individualità e riconoscerne la sfera dei diritti, di fatto si serve dell’individualità per scaricarle addosso la
responsabilità della precarietà e dell’insicurezza che lo stesso sistema produce”.
L’Associazione, fondata nel 2008 dalla psicoterapeuta Barbara Rossi, grazie ad un pool di operatori
psicosociali, ex docenti, giornalisti, attori, informatici e volontari attivi nel sociale, organizza laboratori di
scrittura creativa ed autobiografica e sessioni di lettura presso la Casa di Reclusione di Milano-Opera.
Un’attività continuativa che, negli anni, ha contribuito ad educare alla lettura, al dialogo e al confronto con il
mondo esterno, decine e decine di detenuti – corsisti. Molti dei quali ancora oggi partecipano ad alcuni
incontri, seppur ormai in libertà e tornati ad una vita normale.
Presente al Salone del Libro come a Bookcity e ad altre importante rassegne letterarie, LLM ha portato i suoi
“allievi” a confrontarsi con numerosi premi letterari, a incontrare scuole e intervenire a dibattiti utili a
sensibilizzare le problematiche della vita in carcere. Ulteriori informazioni: www.leggereliberamente.it.