Graduale stop al carbone,  impulso alle rinnovabili e sostegno al continente africano: gli impegni del G7 Clima Energia Ambiente a Venaria

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Graduale stop al carbone,  impulso alle rinnovabili e sostegno al continente africano: sono tra i principali  punti contenuti nella Carta di Venaria, sottoscritta oggi al termine del G7 Clima, Energia e Ambiente che si è svolto  a Torino, dal 28 al 30 aprileRiuniti alla Reggia di Venaria, i ministri  di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti d’America, più la Commissione Europea;  hanno inoltre partecipato altri  sei Stati (Algeria, Azerbaijan, Brasile, Emirati Arabi, Kenya, Mauritania), insieme a nove Organizzazioni Internazionali, per complessivi trentadue capi delegazione.

La dichiarazione congiunta adottata dal Vertice dà un preciso seguito agli obiettivi concordati alla COP 28 e trasmette un messaggio chiaro agli altri Paesi, in particolare alle maggiori economie, sul livello di impegno che occorre per rispondere adeguatamente alla sfida del cambiamento climatico, in modo ambizioso ed efficace e al tempo stesso realistico.

 

 




Tra i nuovi impegni e i programmi messi nero su bianco:  progressivo abbandono dei combustibili fossili, la cui prima tappa è l’uscita dal carbone; favorire la forte crescita delle rinnovabili attraverso la moltiplicazione della capacità di stoccaggio dell’energia; promuovere la collaborazione dei G7 nel settore dell’energia da fusione; emanciparsi dalle rimanenti importazioni di gas russo; ridurre le emissioni di metano; aumentare la sicurezza e la sostenibilità delle materie prime critiche; eliminare le emissioni di gas serra diversi dalla CO2; creare un “Hub G7” per accelerare le azioni di adattamento; istituire una “Coalizione G7 sull’Acqua”; sviluppare una Agenda volontaria su tessile e moda circolari; assicurare una transizione giusta verso l’energia pulita nei paesi in via di sviluppo, con particolare riferimento all’Africa.

“Sono molto soddisfatto dei risultati del G7 e ringrazio le delegazioni per l’ottimo lavoro svolto – ha affermato il ministro italiano dell’Ambientee Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – È stato infatti possibile, con un impegno comune, coniugare le differenti esigenze e sensibilità nel segno di un obiettivo condiviso che è ambientale ed energetico ma anche improntato alla solidarietà fra i Paesi del G7 e quelli in via di sviluppo. Vanno in questa direzione le decisioni assunte sull’uscita dal carbone, sulla moltiplicazione della capacità di accumulo di energia, sul sostegno all’adattamento nei paesi del sud del mondo, sull’energia da fusione. È importante che le grandi economie del pianeta assumano la responsabilità e l’onere anche finanziario di condurre la sfida per la transizione ecologica e per attuare un nuovo modello di sviluppo sostenibile”.

In particolare sul fronte energetico, i Paesi G7 si sono impegnati a chiudere le proprie centrali a carbone entro la prima metà del prossimo decennio (2035 al più tardi) o comunque in una data compatibile con l’obbiettivo di mantenere l’aumento di temperatura entro il grado e mezzo, limitandone nel frattempo l’uso al minimo necessario.

In materia di rinnovabili, per attuare l’impegno assunto alla COP 28 di triplicare la capacità di produzione al 2030, i G7 si sono impegnati a contribuire a sestuplicare la capacità degli accumuli di energia al 2030, portandola fino a 1.5 TW, a livello globale.

Per il nucleare, i Paesi G7 hanno deciso di istituire un Gruppo di Lavoro sull’Energia da Fusione per condividere le migliori pratiche ed esplorare le aree di cooperazione per accelerare lo sviluppo e la dimostrazione di impianti a fusione, incoraggiando l’aumento degli investimenti privati e pubblici. È stato inoltre deciso di favorire il coordinamento all’interno del G7 sugli aspetti regolatori.

“Abbiamo inoltre preso il rilevante impegno politico – ha sottolineato Pichetto – di mettere fine a ogni nostra significativa dipendenza dal gas russo, lavorando per abbandonarne le importazioni prima possibile, al fine di ridurre le entrate della Russia, come misura di supporto all’Ucraina”.

Ulteriori impegni sono:​ la riduzione del 75% al 2030 delle emissioni di gas metano dalle filiere dei carburanti fossili; decarbonizzazione degli impianti industriali e hard-to abate ricorrendo alle tecnologie innovative tra cui CCS, l’idrogeno rinnovabile a basse emissioni e biometano;  promuovere la sicurezza di approvvigionamento delle materie prime critiche mediante la concreta attuazione del Piano previsto al G7 dello scorso anno.

Sono state inoltre confermate le diverse opzioni per la decarbonizzazione del settore stradale.

Importante tutta la parte che riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici in cui si registrano una serie di impegni e nuove iniziative come “G7 Adaptation Accelerator Hub” che nasce dall’esigenza di trasformare le priorità dei piani di adattamento dei paesi in via di sviluppo più vulnerabili in piani d’investimento capaci di attrarre finanziamenti pubblici e privati.

L’impegno per la collaborazione, in particolare con i paesi africani, sulla scorta della impostazione politico-culturale del “Piano Mattei” è evidenziata altresì dalla creazione di un Hub del G7 dedicato alla promozione di un approccio comune da adottare nelle iniziative progettuali di gestione sostenibile del suolo in Africa e nel bacino del Mediterraneo.

In materia di economia circolare di rilievo è la decisione di incaricare “l’Alleanza del G7 sull’Efficienza delle Risorse” di lavorare, entro la fine del 2024, allo sviluppo di una comune “Agenda volontaria sul Tessile e la Moda Circolari” tra governi, imprese, e stakeholder allo scopo di guidare il cambiamento all’interno dell’industria tessile e della moda promuovendo pratiche di economia circolare lungo l’intera catena del valore, contribuendo così a combattere il fenomeno del “fast fashion” e i relativi impatti ambientali. Questa iniziativa è stata concordata anche con B7 IT, la riunione delle “Confindustrie” dei paesi del G7 che si sono riunite a Torino nei giorni scorsi.

Accanto a queste decisioni sono da segnalare le conferme di importanti scelte assunte recentemente a livello internazionale quali: ribadire l’intenzione di perseguire l’obbiettivo di raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento riconoscendo il ruolo cruciale della finanza pubblica: riconoscere che la risposta alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo passa necessariamente attraverso la mobilizzazione di tutti i flussi finanziari disponibili e l’utilizzo di una pluralità di strumenti finanziari e il coinvolgimento del settore privato; impostare standard ambiziosi di qualità dell’aria tenendo conto delle linee guida più recenti dell’OMS; implementare l’impegno come G7 a fermare l’inquinamento da plastiche, con particolare riferimento al mare e agli oceani, e a intraprendere azioni lungo tutto il ciclo di vita, dalla prevenzione dell’inquinamento da plastiche fino al riciclo, affrontando anche il tema delle microplastiche in termini di fonti, vie di trasmissione e impatti.

 

 




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