“Dall’Austerity alla mobilità del futuro”: la mostra Drive Different fino al 7 aprile al MAUTO
“Drive different. Dall’Austerity alla mobilità del futuro” al Museo Nazionale dell’Automobile (corso Unità d’Italia 40, Torino – www.museoauto.com) propone, fino al 7 aprile, una riflessione sulle sfide della mobilità e sulle domande che è necessario porsi perché la ricerca tecnologica, da una parte, e le abitudini individuali, dall’altra, convergano sull’obiettivo comune di salvaguardare il pianeta. La mostra è stata ideata e curata per il MAUTO da Giosuè Boetto Cohen e in collaborazione con Stellantis e Automobile Club Italia (ACI), con il supporto di Eni, Politecnico di Torino, Senseable City Lab (Massachusetts Institute of Technology – MIT), e Quattroruote, e con il patrocinio del Ministero della Cultura, di Regione Piemonte e Città di Torino.
E’ un racconto multimediale che, attraverso scatti, documenti, filmati, modelli, installazioni si interroga sul passato e analizza le sfide della Future Mobility, indissolubilmente legate agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
L’esposizione prende le mosse da quando, ormai mezzo secolo fa, il Governo Rumor vara misure restrittive e divieti per contenere i consumi di energia, fino ad arrivare ai giorni nostri: cinquant’anni di politiche sulla mobilità, di ricerca tecnologica sui motori, di progettazione delle nuove aree urbane, di innovazione nel trasporto pubblico e di invenzioni futuristiche.
Si comincia dal sogno generalizzato di possedere un’automobile, un parco circolante che quadruplica negli anni Sessanta, lo sconvolgimento delle città che si riempiono di auto, la viabilità nei centri storici che si congestiona e le piazze artistiche che si trasformano in immensi parcheggi. Tra il 1962 e il 1973 undici milioni di nuove automobili vengono immatricolate in Italia.
Prodotta a ritmi mai visti nelle fabbriche da centomila operai, premiata dalle scelte politiche, infrastrutturali e di costume, l’automobile è una grande irresistibile promessa di libertà. Ma “l’auto per tutti” e il suo acquisto divenuto ormai abbordabile riserva effetti collaterali elevatissimi, che oggi tutti conoscono.
Tra l’Italia del boom economico e l’Italia dell’austerità c’è la Guerra del Kippur, che scatena la prima crisi petrolifera dell’Occidente. Infatti, l’influenza politica degli Stati Uniti per convincere lo Stato Ebraico a interrompere la sua marcia e accogliere le successive risoluzioni dell’ONU porta l’OPEC, l’associazione dei Paesi produttori, a quadruplicare il prezzo del petrolio e i Paesi occidentali iniziano ad adottare misure di razionamento dell’energia. Nel 1973, il conflitto in Medio Oriente con gli eserciti di Egitto e Siria che attaccano a sorpresa Israele, con il prezzo del petrolio che sale da tre a dodici dollari al barile. E così il 23 novembre del 1973 l’avvio di una fase storica nota come Austerity, sancita dal Decreto Legge 304 del Governo Rumor con nuovi e improvvisi divieti e restrizioni per contenere i consumi di energia: proibito l’uso delle auto la domenica, ridotti i termostati nelle case, l’illuminazione nelle strade e i limiti di velocità; cinema, teatri e attività commerciali costretti ad abbassare le serrande anticipatamente e le pompe di benzina chiuse dalle ore 12 del sabato e per tutta la domenica.
Il percorso espositivo prosegue con fotografie dell’epoca, pagine dei giornali e servizi televisivi che testimoniano la reazione degli italiani ai provvedimenti sull’Austerity: pervasi da un certo ottimismo e confidando nella breve durata delle norme, cercano di trasformare le restrizioni in un diversivo. Nei weekend restano a casa o si spostano a piedi, in bicicletta, su tram e corriere; rispolverano pattini e monopattini. Anche cavalli e calessi ricompaiono nelle città, tra lo stupore generale. Poi in aprile, con lo spegnimento dei termosifoni, il divieto di circolazione diventa a targhe alterne. Nel frattempo, il prezzo della benzina raddoppia passando da 138 a 315 lire/litro e nel 1977 la Super arriva a costare 500 lire/litro, circa 2 euro, fatte le dovute proporzioni. Come oggi.
Poi le soluzioni tecnologiche, le invenzioni sperimentali e le politiche sulla mobilità che emergono dagli anni dell’Austerity: la sfortunata avventura del motore rotativo Wankel, la concept car “Kar-a- sutra” (dissacrante veicolo esposto al MoMA di New York nel 1972, che anticipa, a suo modo, la vettura a guida autonoma), la prima metropolitana moderna a Milano, l’alta velocità ferroviaria; le criticità del traffico aereo e navale, le piste ciclabili in città.
Tra lezioni imparate e occasioni perdute, il percorso espositivo ci porta ai nostri giorni. Altre guerre minacciano le riserve energetiche e la stabilità politica ed economica dell’intero pianeta. E mentre questo accade, anche l’equilibrio ambientale della Terra si incrina: il 7 luglio 2023 l’ONU ha dichiarato che l’innalzamento termico è ormai “fuori controllo”. I termini del problema fanno un salto di scala: non più una crisi contingente, in un paese o un emisfero.
Tutto il mondo, con le sue diseguaglianze, passa dall’Austerity agli obiettivi della sostenibilità. I trasporti, che partecipano per una quota importante al generale dissesto, sono chiamati a fornire le risposte più urgenti. L’automobile, in particolare, a compiere scelte epocali. La direzione della produzione industriale viene guidata dalla transizione ecologica che porta nel mondo dell’automobile nuove tecnologie come i veicoli elettrici, le stazioni per la sharing mobility, le colonnine per la ricarica delle batterie, l’e-fuel e il bio-fuel, i motori a idrogeno.
Dove sta andando, allora, il futuro dell’auto? Proprio su questa domanda intende far riflettere l’ultima parte della mostra che inquadra il presente e prova a tracciare gli scenari futuri, con l’aiuto di esperti e ricercatori, dal Dipartimento Energia del Politecnico di Torino al Senseable City Lab del MIT- Massachusetts Institute of Technology.
“In questi anni – ha osservato Benedetto Camerana, presidente del Museo Nazionale dell’Automobile- il mondo dell’automobile sta attraversando una fase di incertezza industriale e culturale originata da importanti fattori esterni. Il riscaldamento globale è la condizione con la quale dobbiamo confrontarci tutti: la transizione ecologica è la sfida industriale primaria del nostro tempo. La ridefinizione delle fonti di energia è la chiave del futuro per l’intera umanità e l’industria dell’auto si sta confrontando con grande impegno con la sua parte di responsabilità e con la crescente ostilità che le viene rivolta da una parte dell’opinione pubblica, in contrapposizione ai valori di libertà individuale da sempre riconosciuti. In questo scenario l’industria dell’auto, le direttive politiche, i consumatori hanno davanti a sé molte scelte da prendere per indirizzare il futuro della mobilità. Drive Different è un invito a cambiare il modo di pensare: la mostra presenta con indipendenza culturale una lettura di assoluta attualità, liberi da ideologie e interessi industriali e politici.”
Carlos Tavares, CEO Stellantis: “Nel nostro ruolo di primo produttore di veicoli al mondo, con forti radici italiane, e di fornitore di soluzioni di mobilità innovative, siamo orgogliosi di partecipare a questa mostra. E lo facciamo giocando un ruolo chiave, con molti prodotti e tecnologie esposti nelle sale che illustrano il contributo di Stellantis nel fornire mobilità a tutti. La presenza di Stellantis a ‘Drive Different’ racconta la storia dell’evoluzione verso la transizione energetica e la mobilità sostenibile, nel rispetto dell’ambiente, racconta il nostro lavoro per garantire alle generazioni future la libertà di muoversi, che potrebbe essere a rischio se non si dà priorità all’innovazione permanente e al coinvolgimento degli stakeholder”.
Il curatore della mostra Giosuè Boetto Cohen ha solineato; “Il modo in cui noi ci siamo spostati, nel corso dell’ultimo secolo, non è più una faccenda personale. Insieme a come abbiamo fabbricato, generato, riscaldato, raffreddato, e soprattutto consumato, l’insieme dei trasporti ha contribuito a spingere il nostro Pianeta al di fuori dei propri equilibri. Il racconto di questa mostra indica che le risposte a una sfida epocale devono essere diverse e complementari, perché così sono gli scenari in cui l’uomo vive e i suoi bisogni. Di sicuro saranno differenti da ciò che abbiamo visto e fatto fino a ieri. Trasformeranno le nostre abitudini e anche lo stile di vita. Ci chiederanno persino qualche rinuncia, che l’uomo sapiens dovrà sapientemente accettare”.
TALK DIFFERENT. Correda la mostra un ciclo di conferenze con autorevoli esperti per approfondire i temi della smart mobility e delle smart cities, della sharing mobility e dell’economia circolare, dei biocarburanti e della guida autonoma. I prossimi appuntamenti: EFUEL E DINTORNI Nuovi carburanti, e-fuel e bio-fuel. Il punto di vista della ricerca e dell’industria su uno dei temi cruciali della mobilità del futuro (29 febbraio, ore 17) DISEGNARE L’ELETTRICO Opportunità, difficoltà, occasioni sfruttate e perdute, prospettive e scenari nel design dei veicoli elettrici (14 marzo, ore 17).