Davide Nicco si ricandida: “Vorrei continuare a rappresentare il mio territorio in Regione”
Prosegue l’impegno di Davide Nicco, già primo cittadino di Villastellone e attualmente consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che conferma la propria candidatura alle elezioni di giugno per il rinnovo del Consiglio regionale del Piemonte. Un impegno politico, il suo, che va di pari passo con quello professionale di commercialista, mai venuto meno in questi anni: su tale scelta verte la prima domanda di un’intervista in cui Nicco fa il punto sugli ultimi quattro annidi attività a Palazzo Lascaris e .sul territorio.
- Sia da sindaco che da consigliere regionale lei ha sempre continuato a lavorare. Perché non ha scelto di dedicarsi solo alla politica?
“Ho il massimo rispetto per la politica perché è un servizio e un impegno che ci si assume verso la collettività. E come tale non può essere condotta all’insegna dell’improvvisazione, dell’impreparazione e dell’“uno vale uno”. Ma proprio per questo è importante poter portare in politica l’esperienza maturata nel proprio lavoro e nello stare in mezzo alla società. Non concepisco la politica come un’occupazione esclusiva. Solo chi lavora conosce i problemi veri della gente, è a contatto con la vita di ogni giorno, mentre i politici di professione troppe volte sono distanti dalla realtà quotidiana e concentrati in astrazioni ideologiche che poco hanno di concreto. Per questo preferisco continuare a esercitare la mia attività professionale di commercialista, perché mi piace il mio lavoro e perché mi aiuta a mantenermi con i piedi ben piantati nella realtà quotidiana”.
- Il suo lavoro la aiuta anche tecnicamente nell’attività politica?
“Certamente. È un esempio di quello che dicevo ora: saper leggere e capire i conti aiuta nel tenerli sotto controllo e assicurare così la stabilità economica dell’ente nel quale si è eletti. Ma aiuta anche nello scrivere una legge, a proporre un emendamento o votare un bilancio. Tutto questo ho avuto modo di sperimentarlo già quando svolgevo l’attività di sindaco nel Comune, e a maggior ragione anche ora in Consiglio regionale dove la complessità è ancora più grande”.
- I sindaci della zona parlano bene di lei, al di là delle appartenenze politiche. Come è possibile?
“È una cosa che mi fa immensamente piacere perché conferma che esiste ancora la capacità di guardare alle persone e ai fatti concreti senza i pregiudizi di schieramento e ideologici che troppo spesso viziano la politica nazionale. Io mi sento ancora un sindaco fra i sindaci. Ho vissuto i loro problemi e le loro speranze, e quando parlo con loro ci intendiamo immediatamente. Ho cercato di aiutarli perché insieme ai loro assessori e consiglieri comunali si prendono sulle spalle problemi enormi che cercano di risolvere fra enormi difficoltà burocratiche e con i pochi mezzi che un Comune ha a disposizione. Forse per questo tanti primi cittadini hanno un modo di agire concreto, volto a risolvere il problema e non a fare polemiche inutili. E io mi rispecchio in questo modo di agire. Meritano rispetto e considerazione a prescindere: aiutarli è un dovere per un consigliere regionale, specie se figlio dello stesso territorio”.
- Per questo la si vede spesso nei Comuni?
“Io cerco di essere molto presente e giro molto sul mio territorio, sia per il piacere di incontrare le persone ma anche per mettermi a loro disposizione. Essere originario e residente di questa zona mi ha indubbiamente favorito e motivato a “stare sul territorio” per tutti gli anni del mandato”.
- Allude a quei politici che, invece, si fanno vedere solo prima delle elezioni?
“Ognuno si comporta come crede. I cittadini non sono stupidi e valutano”.
- Quali sono state le principali iniziative della Regione per questo territorio?
“Sono entrato in Consiglio regionale a inizio 2020. La zona del Chierese e del Carmagnolese non aveva un rappresentante a Palazzo Lascaris da oltre vent’anni. Credo che per un’area così importante e vasta sia doveroso avere un punto di riferimento che porti avanti in Regione i legittimi interessi territoriali. Grazie al filo diretto che si è ricostituito fra territorio e Regione abbiamo potuto portare a casa molti risultati importanti. In campo sanitario, oltre al via libera dopo trent’anni di attese al nuovo ospedale a Cambiano, sono stati approvati ospedali e case di comunità, ovvero centri medici per le cure meno invasive, a Trofarello, Poirino, Carignano, La Loggia, Carmagnola, Chieri, Vinovo e Castelnuovo don Bosco. Gli ospedali di Carmagnola, Chieri e Moncalieri non saranno chiusi e venduti come aveva previsto la Giunta Chiamparino, ma rimarranno a disposizione dei cittadini per presidi medici territoriali. Dopo molti anni la popolosa frazione Favari-Avatanei ha finalmente avuto la sua farmacia. Nel campo dell’istruzione ricordo con soddisfazione il salvataggio dell’asilo di Pancalieri, il contributo economico a Lombriasco per la ristrutturazione del suo storico immobile, a Carignano la ristrutturazione delle scuole e lo sblocco della circonvallazione; a livello di viabilità la nuova rotatoria fra Villastellone e Poirino. Ma vi sono stati tanti altri interventi quasi quotidiani, piccoli e grandi, a volte anche solo per fornire informazioni, aiuti e accompagnamento che con i miei collaboratori abbiamo offerto ai Comuni che mi hanno interpellato”.
- E a livello regionale quali sono le norme più importanti di cui si è occupato?
“Sono tante, ma ricordo con soddisfazione la nuova Legge urbanistica, che ha accorciato i tempi di attesa delle pratiche urbanistiche in Regione, permettendo così ai Comuni di rilasciare più velocemente i permessi ai cittadini. Ed inoltre limita il consumo di aree verdi , incrementando in cambio la volumetria delle aree già costruite. Insomma, si continua a costruire, ma nelle aree già compromesse, evitando di consumare aree verdi. Un modo intelligente per rispettare l’ambiente senza però danneggiare le legittime necessità del vivere umano.
- Il blocco alla circolazione ai diesel euro 5 ha visto la Regione impegnata in un braccio di ferro con l’Unione Europea
“Bloccare la circolazione ai diesel euro 5 sarebbe stata una “gretinata”, cioè un danno alle persone senza nessun beneficio all’ambiente. In Regione ci siamo opposti proponendo misure alternative, tipo l’accelerazione sul cambio delle caldaie inquinanti, un provvedimento meno costoso per i cittadini e più vantaggioso per l’ambiente. Si pensi che la circolazione delle auto in Europa causa il 2% della CO2 mondiale. Significa che i soli diesel euro 5 nel solo Piemonte ne producono lo zero virgola niente. Che senso aveva bloccarne la circolazione quando nei Paesi asiatici il tasso di immissione di Co2 in atmosfera cresce di percentuali a doppia cifra ogni anno?”.
- Le norme pro-ambiente emesse dall’Unione Europea fanno spesse discutere
“Purtroppo l’Unione Europea punta ad un obiettivo corretto ma con mezzi inefficaci, demagogici e spesso inutili, frutto di un irrazionale impeto ideologico e ambientalista, piuttosto che di razionalità scientifica. Basti pensare che al alcuni agricoltori vengono pagati per non coltivare i loro terreni per non inquinare. Tranne poi comprare grano dall’estero dove si producono senza limiti né controlli ai diserbanti chimici utilizzati. Spero che il nuovo Parlamento europeo cambi direzione, ponendo attenzione all’ambiente ma salvaguardando contestualmente le necessità dell’uomo in modo razionale e scientifico. A proposito di ambiente, quella sul rischio di deposito di scorie radioattive a Carmagnola è stata un’altra battaglia del territorio vinta insieme”.
- Allo scoppio della guerra in Ucraina lei ha affittato un pullman ed è andato a recuperare 200 persone tra donne e bambini in un campo profughi e portarli in salvo nella nostra zona. Cosa l’ha spinta?
“Quando c’è emergenza bisogna agire. Stare a discutere è inutile. Sono stato aiutato da moltissimi amministratori e cittadini del territorio che hanno accolto i profughi nelle loro case, in attesa che Stato e Regione si organizzassero con strutture pubbliche. Non era possibile lasciare queste famiglie al freddo e nel fango. Durante il viaggio ho visto fianco a fianco – nei campi profughi prima e sul pullman del ritorno poi – famiglie ucraine e russe raccontarsi i loro drammi facendosi forza a vicenda. Cosa che mi ha fatto riflettere su chi davvero voglia o non voglia la guerra”.
- Perché si ricandida?
“Vorrei continuare l’impegno preso per rappresentare il mio territorio in Regione, proseguendo nell’opera di aiuto ai cittadini e agli amministratori comunali del territorio e portando avanti i tanti progetti ancora in itinere. Sarò affiancato in questa avventura da Marina Bordese, già sindaco e vicesindaco di Villafranca Piemonte: insieme cercheremo di rappresentare al meglio il nostro territorio chierese, carmagnolese e pinerolese”.
- Davide Nicco ha anche del tempo libero a disposizione? E cosa fa?
“Non molto, a dire la verità. Spesso nel fine settimana devo recuperare le ore di lavoro che durante gli altri giorni dedico alla Regione. Faccio sport, in passato la corsa e ora il ciclismo, e cerco di stare il più possibile con Elena, mia figlia, che adoro. Ogni momento che riesco a strappare agli impegni è prezioso, e cerco per questo di dedicarlo a vivere insieme a lei esperienze che facciano crescere entrambi”.