Oltre 2000 medici collegati con la Chirurgia del Santa Croce di Moncalieri: eseguiti due interventi in collegamento con cinque continenti
Oltre 2000 medici collegati con la Chirurgia del Santa Croce di Moncalieri: eseguiti due interventi in collegamento con cinque continenti
Partecipazione d’eccezione per la Chirurgia dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri al congresso internazionale di chirurgia dell’;apparato digerente che si è svolto a Roma lo scorso venerdì 24 novembre. Ad assistere alla seduta ci sono stati, infatti, oltre 2000 chirurghi in collegamento e gli interventi eseguiti a Moncalieri sono stati trasmessi in diretta nei cinque continenti.
“La mia Chirurgia è stata scelta per ll’;esperienza in merito alla chirurgia mininvasivo funzionale esofago gastrica -ha detto il direttore della struttura di Chirurgia del Santa Croce Gabriele Pozzo -. Ho eseguito una riparazione di una voluminosa ernia jatale ed il posizionamento di un dispositivo magnetico antireflusso Linx. In sala operatoria a commentare l’;intervento era presente anche il dottor Bartolomeo Marino, ex primario di Chieri ed Asti nonché mio padre professionale.”
Due i pazienti sottoposti all’intervento , una donna e un giovane uomo.
Tutta moncalierese l’équipe, con il dottor Gilberto Fiore primario di Anestesia, gli aiuti del dottor Pozzo: Antonio Rosanò e Francesca Cristaudo, i medici specializzandi: Giovanni Vitelli e Demetrio Errigo, la caposala Cristina Balmento e agli infermieri di sala: Laura Postiglioni, Francesco Morleo ed Elena Racca.
Dal primo gennaio 2023 ad oggi la Chirurgia di Moncalieri ha effettuato quindici interventi per patologia benigna e 6 per patologie neoplasiche.
“La Chirurgia dell’appartato digerente del Santa Croce ha dimostrato di avere una professionalità di altissimo livello – ha commentato Angelo Pescarmona, direttore generale dell’Asl TO5 -. Essere chiamati in un contesto importante come quello che si è svolto lo scorso venerdì è il legittimo riconoscimento al lavoro del dottor Pozzo e della sua squadra a dimostrazione che anche i piccoli ospedali possono avere grandi professionalità e calcare i grandi palcoscenici della medicina”