Gestione dei rifiuti e obiettivi: il Consiglio regionale approva il Piano
Il Piano di gestione dei rifiuti del Piemonte: è stato approvato oggi a maggioranza dal consiglio regionale, a conclusione di un lungo lavoro avviato nel marzo del 2021 sulle indicazioni della Giunta e sulle osservazioni che sono state presentate.
Con i gruppi di opposizione, per consentire un iter più spedito dei lavori, è stato trovato un accordo poi concretizzato con alcuni emendamenti proposti dall’assessore all’Ambiente e approvati dall’Assemblea: un obiettivo di raccolta differenziata dell’82% al 2035, rispetto al precedente dell’80%, che rappresentava la percentuale minima per il raggiungimento del tasso di riciclaggio del 65%; un target di produzione di rifiuti urbani, da raggiungere entro il 2035, pari a 2 milioni di tonnellate, calcolato non solo a livello globale regionale ma anche a livello pro capite di 448 Kg per abitante a livello di consorzio (calcolo riferito alla migliore performance regionale nel 2021); viene migliorato anche il tetto per la riduzione dei rifiuti urbani residui pro capite, nonché quello del livello minimo di frazione organica biodegradabile sottoposta a compostaggio locale; la diminuzione della quantità prevista di rifiuti da destinare alla termovalorizzazione, essendo aumentato il livello di raccolta differenziata. Viene perfezionata anche la valutazione degli scenari per una nuova linea di trattamento di termovalorizzazione, da cui emerge un lieve vantaggio economico nel caso di realizzazione nell’impianto di Torino. Approvate anche alcune proposte di modifica delle minoranze: quelle del gruppo Ev, di ulteriore precisazione e quelle del gruppo M5s, per una maggiore attenzione al recupero dei rifiuti.
Le dichiarazioni di voto delle opposizioni sono giunte dai gruppi Ev, M5s, Pd e Luv, che pur apprezzando la disponibilità ad accogliere alcune modifiche, sia all’interno di emendamenti di Giunta e sia approvando alcune proposte di modifica provenienti dai gruppi Ev ed M5s, hanno definito il Piano rifiuti poco ambizioso e poco sfidante negli obiettivi. Ev e M5s criticano il mancato abbandono della termovalorizzazione. È stato evidenziato il ritardo del Piemonte verso altre regioni del nord Italia come il Veneto, considerato 10 anni avanti. Ma è anche stata puntualizzata la necessità di esportare i non pochi esempi di consorzi virtuosi piemontesi verso gli altri territori della nostra regione che non riescono a raggiungere gli attuali obiettivi.
La maggioranza si è espressa con i consiglieri dei gruppi Fi e Lega: hanno ribattuto che gli obiettivi fissati dal Piano rifiuti sono invece sfidanti e ambiziosi e che vanno anche al di là di quello che chiede l’Europa. Circostanza evidenziata particolarmente dall’82 % di raccolta differenziata in quanto già l’80, proposto in origine dalla Giunta, è un valore sensibilmente superiore alle richieste europee. È stata difesa anche la scelta di costruire una nuova linea di termovalorizzazione che può trasformare i rifiuti in una risorsa, come accade nel nord Europa e la bontà dello sblocco di 40 milioni di Fondi europei a favore della raccolta differenziata.
Nell’esprimere la sua soddisfazione per il voto favorevole, il presidente della Regione sottolinea che il Piano ha una prospettiva di medio-lungo termine, fino al 2035, con il raggiungimento di traguardi intermedi previsti per il 2025 e il 2030 e che prende in considerazione gli obiettivi nazionali ed europei da raggiungere soprattutto in tema di prevenzione della produzione di rifiuti, raccolta differenziata, riciclo e riduzione del ricorso alla discarica.
L’assessore regionale all’Ambiente evidenzia che si mette in salvaguardia la gestione interna dei rifiuti urbani e che si tratta di un Piano fondamentale per potenziare tutte le filiere dell’economia circolare nell’ottica dell’efficienza, dell’autonomia e della sostenibilità ambientale. “Questi obiettivi e queste sfide – è stato evidenziato – porteranno il Piemonte ad essere una delle Regioni più virtuose d’Italia e d’Europa mediante il recupero della quasi totalità dei materiali provenienti dai rifiuti prodotti. I rifiuti differenziati sono e saranno infatti le nuove miniere di materiali, con grande risparmio economico per i cittadini ma anche un grande beneficio ambientale, azzerando praticamente l’uso delle discariche”.
Nel Piano sono inserite la contrazione graduale della produzione totale di rifiuti, l’estensione della modalità della tariffa puntuale (il sistema di calcolo dei rifiuti prodotti dal singolo cittadino o comunque da una singola utenza domestica e non domestica, che consente di determinare una tariffa proporzionale all’utilizzo del servizio di raccolta), il progressivo miglioramento della raccolta estendendo quella domiciliare (il cosiddetto “porta a porta”), la promozione del compostaggio domestico per portare a 110 kg/anno pro capite la raccolta della frazione organica. Per il fabbisogno residuo di trattamento della frazione indifferenziata non ulteriormente riciclabile si prevede il ricorso al recupero energetico.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata l’obiettivo è il raggiungimento del 70% al 2025, del 75% al 2030 e dell’82% al 2035. Per la produzione pro capite annua di rifiuti indifferenziati (attualmente 159 chilogrammi) si punta a 126 chilogrammi nel 2025, 100 nel 2030 e meno di 90 nel 2035.
Sempre nel 2035 si vuole che la produzione totale (differenziato e indifferenziato) pro capite sia di 448 chilogrammi e la percentuale di conferimento in discarica scenda al di sotto del 5%.