Enigmi in mostra a Vinovo – Le grottesche protagoniste al Castello della Rovere fino a maggio
Sarà aperta al pubblico da sabato 11 marzo a domenica 14 maggio nel cinquecentesco Castello della Rovere (piazza Rey 1; informazioni: 011.9620413- manifestazioni@comune.vinovo.to.it – www.comune.vinovo.to.it) l’innovativa mostra dedicata alle grottesche “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo”, organizzata dal Comune di Vinovo e curata dallo storico Giordano Berti e della designer Letizia Rivetti.
“ ’Deforme, innaturale, assurdo’ è il significato svilente attribuito al termine ‘grottesco’ – osserva Berti – Anche certi ritratti caricaturali sono definiti “grotteschi”. Ma le grottesche sono tutt’altro. Precisamente sono grandi pitture decorative di soffitti e pareti a cui si dedicarono pittori del calibro di Raffaello, Pinturicchio, Giulio Romano, Giorgio Vasari a tanti altri. Quel nuovo linguaggio espressivo si evolvette nel corso dei secoli in ogni parte del continente europeo, lasciando un segno profondo nell’immaginario collettivo anche nostro contemporaneo. Il progetto espositivo, lungi dall’esaurire la descrizione di un fenomeno complesso e vario come la decorazione a grottesca, si propone come un’immersione dentro un universo multiforme ed enigmatico in cui si mescolano infiniti sogni che la fantasia umana ha distillato, esaltato, esagerato, trasformandoli in grandiose opere d’arte. Dentro quell’universo si muovono esseri inauditi, mescolanza di umani, animali terrestri e acquatici, insetti e piante, a volte bellissimi nella loro mostruosità, altre volte spaventosi. L’enigma delle grottesche si condensa proprio nelle deformità imbarazzanti di corpi sospesi tra cielo e terra come in cerca di un’armonia perduta, e ancor più nei volti beffardi, oppure minacciosi o trasognati, che simbolizzano la realtà dei sentimenti umani, al tempo stesso oscuri e splendenti”.
La mostra si apre con il passaggio attraverso un corridoio alle cui pareti sono esposte alcune inquietanti incisioni create agl’inizi del Cinquecento da un grande artista tedesco, Heinrich Aldegrever, stampate in gigantografia su materiale specchiante. Come nella Stanza degli Specchi di un luna park, si potrà ridere oppure no, perché le grottesche sono anche un gioco finalizzato a stupire.
L’esposizione vera e propria comincia nella Salone d’Onore con un omaggio a Raffaello. Incisioni di Giovanni Volpato dalle Logge vaticane sono affiancate a pregiate maioliche decorate “alla raffaellesca” provenienti da Faenza, Casteldurante, Deruta e dalla collezione di Raffaello Pernici di Rosignano Marittimo. Tre archi scenografici supportano grandi candelabre a grottesca tratte da disegni spesso minuscoli, ideati per abbellire stanze e cortili di palazzi signorili e castelli, come i fregi in terracotta che ornano il cortile interno del Castello di Vinovo e le pitture nello stesso Salone d’Onore.
Per mostrare la varietà di temi affrontati dagli artisti di tutta Europa, alle pareti sono esposte sia incisioni originali dei secoli XVI-XVIII, sia riproduzioni di arazzi e disegni conservati in collezioni museali. Al centro della sala, due tavoli ospitano fedeli reprint di libri antichi: disegni di grottesche che il pubblico può sfogliare liberamente, come se avesse tra le mani l’originale.
Il gioco immersivo prosegue nell’affascinante Sala degli Stucchi dove, nella semioscurità, soffitto e pareti si animano, facendo interagire i personaggi tratti da grandi cicli decorativi rinascimentali. Altri personaggi sono nascosti dentro un armadio che chiunque può aprire per scoprirne il contenuto. Nella Sala della Torre è ospitato un preziosissimo tessuto in seta lavorato a mano con la tecnica del “soprariccio”, con grottesche del Settecento, prestato dal laboratorio veneziano di Luigi Bevilacqua.
Nella stessa sala è proiettato un videomapping che esalta la bellezza e l’inventiva dei gioielli “mostruosi” ideati agl’inizi del Seicento dai fiamminghi Jan e Adriaen Collaert.
Queste videoinstallazioni sono un ulteriore “gioco” perfettamente consono a ciò che i committenti e gli artisti volevano creare per coinvolgere emotivamente i visitatori e proiettarli in un mondo di simboli di cui ognuno possiede la propria chiave.
La mostra avrà un’appendice spettacolare la notte di sabato 25 marzo, nel corso del 3° Festival delle Magie. In quell’occasione viene proiettata La Grotta dei Sogni, un gigantesco videomapping sulla facciata del Castello Della Rovere, mentre nel giardino si svolgono numerosi eventi spettacolari che proseguono il giorno seguente.