Sul reddito di cittadinanza – I NOSTRI LETTORI CI SCRIVONO
Sul reddito di cittadinanza
Da alcuni giorni sia sui giornali sia in televisione si parla moltissimo dei tagli al reddito di cittadinanza con tesi molto diverse… ci sono i “non occupabili”… se “mi propongono un posto di lavoro lontano come faccio” e via di seguito.
Mi sembra che per i disabili ci siano dei trattamenti pensionistici; per chi perde il posto di lavoro ci sia la cassa integrazione ed in generale tutta una serie di “ammortizzatori sociali” che forse andrebbero riconsiderati complessivamente, magari strutturandoli in modo organico.
Non posso proprio concepire che ci sia qualcuno che possa pretendere, senza vergognarsene, di farsi mantenere a vita dallo stato o meglio da quei “fessi” che si ostinano a lavorare.
Non è ammissibile che se abiti nella regione A e ti offrono un lavoro nella regione B lo rifiuti perché è “scomodo”.
I moltissimi meridionali emigrati al nord per lavorare e quelli che sono emigrati all’estero (compreso un mio avo) erano tutti fessi?
Poi c’è chi si chiede perché il sud è stato abbandonato e non sono stati fatti investimenti tali da farlo sviluppare?
Rispondo che al sud sono state destinate un sacco di risorse a partire dalla legge per Napoli di fine ottocento, a seguire con la cassa del mezzogiorno, gli stanziamenti per i vari terremoti (da quello di Messina in poi) con risultati molto scarsi, l’unica ricostruzione seria è avvenuta nel nord est con il supporto determinante dell’A.N.A..
Circa lo sviluppo economico mi chiedo perché, eccetto alcuni insediamenti prevalentemente pubblici, pochi privati si siano avventurati ad investire, perché siano state poco sfruttate le enormi capacità di sviluppo turistico che offriva ed offre il territorio del sud.
Mi sono dato delle risposte a cui non voglio credere così come non voglio credere che ci sia una larga parte d’Italia che abbia come unica aspirazione il vivere d’elemosina.
Dov’è finita la dignità di quegli uomini che, nel mondo, hanno saputo costruirsi una vita migliore, ci sono ancora “uomini” o solo “ominicchi e quaquaraqua” ?
Solo la propria autonomia economica rende veramente libero l’uomo!
Lettera firmata