Dopo i recenti restauri, la Tenuta Berroni apre le porte e svela la sua bellezza tra passato e futuro – Visite guidate alla dimora setttecentesca
Sarà domenica 7 agosto la prima occasione per visitare, dopo i recenti restauri alle facciate, la settecentesca Tenuta Berroni a Racconigi (CN) e immergersi in una sognante atmosfera che rimanda ai secoli scorsi ma anche in una realtà viva e proiettata, con i progetti messi in atto dai proprietari, verso il futuro.
La storia della Tenuta Berroni, complesso architettonico di grande fascino che richiama stilisticamente gli chateaux alla francese, comincia poco meno di duecentocinquanta anni fa: fu costruita nel 1773 come dimora di villeggiatura per il nobile Ignazio Bernardino De Laugier, banchiere e negoziante di origine francese (proveniva da Barcellonette), che sposò Marguerite Clericò de Janzè da cui ebbe un figlio, Giacomo. Colto ed interessato all’antichità, De Laugier affidò l’incarico all’architetto Rambaudi e per i decori a Giovanni Battista Borra, architetto e disegnatore di Dogliani, molto attivo anche in Inghilterra, che con molta probabilità realizzò, insieme a Benedetto Alfieri, architetto di corte, anche alcuni interventi di restauro a Palazzo Isnardi di Caraglio in piazza San Carlo a Torino. In qualità di disegnatore, seguì poi James Dawkins e Robert Wood in campagne archeologiche che portarono alla scoperta di Palmira e Balbech. Esperienza che, secondo la moda del tempo, si ritrova in un quadro all’interno della Tenuta, caratterizzato da uno sfondo di rovine classiche.
La tenuta è circondata da un parco su cui affaccia anche la cappella privata, tuttora consacrata,. Al tempo isolata, nel pieno della campagna, grazie alle produzioni delle quattro cascine che si estendono simmetricamente ai lati della residenza nobiliare, era del tutto autosufficiente.
La dimora racchiude splendide decorazioni e arredi commissionati ai numerosi artisti che lavorarono all’ampliamento del Castello Reale di Racconigi, nel 1832 affidato da re Carlo Alberto a Pelagio Palagi. Tra questi spicca il mobiliere Henry Peters che realizzò gli arredi della cosiddetta Camera di Carlo Alberto, recentemente esposti nella mostra “Da Peters al Liberty” al Palazzo Reale di Genova.
Le visite (della durata circa 1 ora e 30) si rivelano un coinvolgente viaggio a ritroso nel tempo che inizia nel grande Salone d’onore su due piani il cui ornato, disegnato dal Borra, conserva gli originari stucchi di celebri decoratori comaschi e luganesi. Sala dopo sala, si ha l’impressione di entrare in una dimora in assenza dei proprietari, apparentemente usciti per fare una passeggiata. Ammirando le loro cose sparse in grazioso disordine in ogni stanza, si possono cogliere le abitudini, le mode ed i vezzi del tempo: dalla tavola preparata per una cena elegante, ai vestiti d’epoca appesi nelle camere da letto sino alle suppellettili della stanza da bagno .
A far da cornice naturale del complesso è il parco storico la cui forma attuale è il risultato di successive riqualificazioni che hanno interessato l’intera Tenuta fin dai primi dell’Ottocento quando Giacomo Pregliasco, illustre paesaggista di Corte, mise mano all’anonimo progetto originario rielaborandolo in forme romantiche (1819) e conferendogli quel fascino discreto che ancora oggi si apprezza durante le piacevole passeggiate lungo le sponde del laghetto, al riparo delle alte fronde di alberi pluricentenari. Una recente pulizia radicale del parco ha messo in evidenza la grotta, il belvedere del vigneto, la darsena del laghetto con le sfingi ed altri leggiadri fabbricati che sono presenti nei disegni di Pregliasco.
Querce, faggi ginkobiloba plurisecolari, un viale di platani occidentali, un platano fronte villa monumentale oltre a numerose ed interessanti essenze popolano i vialetti ed i prati, Stupenda la fioritura di massa dei narcisi selvatici, di violette odorose e di primule. A maggio è la volta dei mughetti e della bella collezione di peonie erbacee e più tardi delle rare peonie arboree. Tante le rose antiche inglesi e ortensie che, complice la passione della padrona di casa, aumentano di anno in anno e inebriano con il loro intenso profumo ogni angolo in cui trovano riparo.
A metà ‘800 la leggiadra residenza fu acquistata dal conte Carlo Ceriana Mayneri padre di uno dei fondatori della Fiat, nonché trisnonno di Alessandra Castelbarco Visconti, che ristrutturò la villa su progetto dell’architetto conte Carlo Ceppi, ingegnere ed architetto torinese che a Torino realizzò la Fontana dei 12 Mesi nel Parco del Valentino, la facciata della Stazione di Porta Nuova e numerosi edifici privati, connotati da decori di gusto eclettico e Liberty torinese. A lui si deve la sopraelevazione di un piano della villa che, nel rispetto dello stile, ne ha reso unico l’insieme; la ristrutturazione della corte di San Giorgio e l’ammodernamento delle strutture agricole arricchite di modernissimi granai con soluzioni innovative per l’epoca.
Dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso la tenuta è abitata stabilmente dalla contessa Castelbarco, che ha avviato una significativa e costante opera di manutenzione e ristrutturazione della dimora, destinando alcune sue parti all’accoglienza di ospiti, feste, ricevimenti, eventi privati di alto livello e riprese cinematografiche.
La corte di San Giorgio, dove si trovavano le scuderie, il ricovero delle carrozze e gli appartamenti del cocchiere ripensati da Carlo Ceppi, accoglie ora la foresteria. Si tratta di una casa vacanze composta da due appartamenti di circa 90 metri quadri ciascuno,
Nell’autunno del 2019, Sándor e Michelle Gosztonyi, figli della contessa Castelbarco Visconti, dopo un attento recupero della Cascina San Giuseppe, hanno dato vita ad Agri Berroni, agrigelateria nata dalla volontà di recuperare le tradizionali produzioni agricole delle cascine che sin dalle origini facevano parte del complesso architettonico. Oggi, grazie anche al supporto di un piccolo staff giovane e motivato, qui nascono diverse linee e tipologie di gelati artigianali mantecati e confezionati prodotti con materie prime delle dipendenze agricole della stessa tenuta o di cascine limitrofe.
Ma il recupero e il restauro ha coinvolto da subito la villa stessa. Nel luglio 2020 Sándor Gosztonyi, ora impegnato in prima linea al fianco della mamma, la contessa Castelbarco, e della sorella Michelle nella conduzione della proprietà, iha iniziato in quei mesi l’iter burocratico necessario, con avallo ella Sovrintendenza, ad avviare il restauro delle facciate segnate dal tempo. Terminati a fine maggio 2022, gli interventi hanno consentito di mettere al sicuro la dimora da possibili infiltrazioni e ritinteggiare le facciate che ora si presentano nei colori tipici di fine 700.
Grazie al ritrovato fascino delle origini, dal prossimo autunno Tenuta Berroni si appresta ad implementare il numero dei eventi e delle visite. Prima visita in calendario è appunto quella domenica 7 agosto ore 15 – 17 (max 20 partecipanti per gruppo,12 euro a persona con degustazione finale di gelato. Visita gratuita per i bambini fino a 7 anni. Prenotazioni: /www.tenutaberroni.it/visite-guidate)). Nella stessa giornata sarà tra l’altro possibile visitare il Castello Reale di Racconigi, aperto con ingresso gratuito nell’ambito dell’iniziativa Domenica al museo .
In programmazione visite serali settimanali e un calendario di aperture della Tenuta Berroni in autunno.
L’azione di recupero e valorizzazione non si ferma alle facciate. E’ già prevista, infatti, una seconda fase di lavori che partirà a breve grazie all’assegnamento di fondi da parte della Regione per la riqualificazione dei beni rurali vincolati. Un progetto che coinvolgerà anche altre realtà locali che hanno vinto il bando, sul territorio di Racconigi, così da consentire la nascita di nuove sinergie e nuovi percorsi di visita.
Gli interventi riguarderanno le due torrette che affacciano sul parco della tenuta e la tinaia che fa parte di una delle dipendenze rurali il cui recupero consentirà attività didattiche ed educative che avranno come filo conduttore l’agricoltura nel territorio di Racconigi, partendo proprio dalla coltivazione della vite. Una coltura andata in abbandono ai primi del Novecento, e che un tempo vedeva ogni famiglia contadina produrre in proprio il vino da pasto. Aspetti di vita agreste che sarà possibile riscoprire grazie a fotografie e testimonianze del tempo.
Nei progetti anche quello di dare sempre maggiore spazio alle nuove attività agricole di AgriBerroni che dal 2019 riprendono e ampliano la tradizione locale: l’allevamento e la trasformazione del latte, la coltura delle erbe officinali e il loro uso sulla tavola, per la salute e nella cosmesi.
COME RAGGIUNGERE LA TENUTA BERRONI. Da Torino: dall’autostrada A55 direzione Savona prendendo l’uscita in direzione Statale 20 per La Loggia, continuare per Carignano, da Carignano continuare verso Lombriasco, attraversare ancora Casalgrasso in direzione Racconigi e a 4 km dal paese troverete l’indicazione sulla sinistra per “Tenuta Berroni” e proseguire per “Parcheggio Arancera”.
Ulteriori informazioni: www.tenutaberroni.it.