Ettari di terreno donati da alcune famiglie: anche così cresce la Foresta condivisa del Po piemontese

foresta condivisa

Foto di Paola Palazzolo (Archivio Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese)

La Foresta condivisa del Po piemontese cresce ancora anche grazie alla disponibilità dei privati cittadini. Gli atti sono stati siglati nei giorni scorsi, alcune famiglie hanno donato circa cinque ettari a favore della Foresta condivisa del Po piemontese; così a Camino, nel Parco naturale del Po piemontese, e all’interno di siti della Rete Natura 2000 a Predosa, nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) IT1180002 “Torrente Orba”, e a Saluggia, nella Riserva naturale nonché ZSC e ZPS IT1120013 ”Isolotto del Ritano”, la Foresta condivisa ha nuovi “virgulti”.

Si tratta di terreni che hanno un grande interesse ambientale e saranno lasciati in libera evoluzione secondo la propria vocazione naturale,  perché se non sempre la soluzione migliore è quella di mettere a dimora alberi è sempre ottimale lasciare che la natura faccia il suo corso. Qualora poi in futuro se ne ravvisasse la necessità potrebbero essere destinati all’attuazione di interventi finalizzati alla riqualificazione di habitat compresi nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE.

Nell’area del Ritano per esempio, dove studi recenti hanno permesso di censire oltre 250 specie floristiche, saranno libere di estendersi e prosperare tante specie erbacee, tra cui specie xerofile, cioè quelle che prediligono gli ambienti aridi, come l’orchidea Gymnadenia conopsea, rara in pianura, che trova nell’Isolotto del Ritano un ambiente particolarmente favorevole.

 




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Foto di Paola Palazzolo (Archivio Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese)

Grazie a Giuseppe Pollarolo e Giuseppina Mantelli un bosco e un campo a Predosa oggi fanno parte della Foresta condivisa. La figlia Paola ha trascorso tante estati della sua infanzia in quella campagna e proprio quel legame stretto con la natura e con la cultura contadina è stato decisivo per la sua scelta: “Papà e mamma sono molto anziani e i terreni che coltivavano sono incolti e abbandonati, la donazione mi è sembrata il miglior modo di ridare dignità e utilizzo a quella terra e di prendermene cura, anche se indirettamente, aderendo al progetto che sta portando avanti l’Ente-Parco. Consapevole di quanto stiamo offendendo il nostro pianeta e i suoi abitanti, il poter preservare quei terreni è un atto prezioso ed è la vera eredità che mio padre mi ha lasciato”.

Nathalia Biginelli, suo fratello Stefano e la loro mamma Marisa Vincenzi hanno donato un campo nel territorio di Camino. “Quel terreno” – racconta Nathalia –“è adiacente alle case dei miei nonni e bisnonni paterni ed è arrivato a noi in successione, mio padre purtroppo è mancato l’anno scorso. Ce n’eravamo completamente dimenticati perché le case sono state vendute tanto tempo fa, poi per puro caso abbiamo ritrovato l’atto con il quale nel 1999 l’Ente-Parco aveva acquistato da noi altri terreni, al che è stato un attimo: abbiamo contattato i suoi tecnici per sapere se questa volta fossero interessati a ricevere una donazione. Da parte mia posso solo ringraziare l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese perché ci ha fornito una soluzione perfetta nel rispetto della natura”.

Ai terreni di Camino e di Predosa si aggiungono quelli del Ritano, grazie alla donazione di Demetrio Vilasi e Giovanna Rione e Giovanni Birocco.

Ad operazione conclusa il presidente dell’Ente-Parco Roberto Saini ringrazia i donatori e si spinge anche oltre: “Un grazie sentito, a nome mio, della Foresta condivisa del Po piemontese e di tutti i cittadini. Mi permetto di aggiungere che stanno arrivando parecchi contributi, soprattutto in termini di alberi, ed è assolutamente una buona notizia, ma ora servono anche tanti terreni per permettere alla Foresta di espandersi con boschi e aree umide ma anche prati, siepi, campi e perfino incolti. Per questa ragione faccio appello ai tutti i cittadini e ai Comuni del nostro territorio, nell’eventualità che possano mettere a disposizione altri spazi vitali”.

“I terreni saranno destinati in maniera permanente e definitiva alla conservazione della natura” così è scritto negli atti di compravendita e nella loro trascrizione.

 




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