A febbraio si riaccende il grande schermo alla Soms di Racconigi: in programma quattro film per tutte le età

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L’anno nuovo a Racconigi riparte all’insegna del cinema: a febbraio si riaccende il grande schermo alla Soms (via Carlo Costa 23) con due pellicole per giovani e adulti e due film per bambini e famiglie. Quattro grandi film per tutte le età proposti da tre realtà cittadine –  Progetto Cantoregi, Tocca a noi Goccia dopo Goccia –  in collaborazione con il Comune di Racconigi.

Si parte lunedì 7 febbraio alle ore 21 con The Truman Show, diretto da Peter Weir nel 1998 e interpretato da Jim Carrey in una delle sue prove attoriali più apprezzate, film denuncia del voyerismo. Si prosegue domenica 13 febbraio alle ore 17.30 con il film d’animazione Coco del 2017, prodotto dai Pixar Animation Studios, sul giovane messicano Miguel che sogna di diventare un celebre musicista. Lunedì 21 febbraio alle ore 21 si proietta Il diritto di contare, diretto nel 2016 da Theodore Melfi, storia vera di tre scienziate afroamericane che collaborarono con la Nasa negli anni Sessanta sfidando il diffuso razzismo dell’epoca. Il mese del cinema si conclude domenica 27 febbraio alle ore 17.30 con Zootropolis, Oscar come Miglior film d’animazione nel 2017, prodotto nel 2016 dai Walt Disney Animation Studios, ambientato in una città popolata di soli animali che vivono insieme pacificamente.

Prenotazione consigliata ma non obbligatoria: info@progettocantoregi.it – 349.2459042.

Ingresso: 5 euro adulti / 3 euro bimbi.

Gli spettatori che hanno contribuito alla donazione aderendo al crowdfunding “Riporta il cinema a Racconigi!” avranno diritto all’ingresso gratuito e riceveranno una borsa di tela Progetto Cantoregi in omaggio. Obbligo di Green Pass rafforzato e di mascherina Ffp2. L’evento si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti-Covid.

I FILM

The Truman Show (di Peter Weir, 1998, 103 min.). Protagonista è Truman Burbank (Jim Carrey), che trascorre la sua esistenza nell’idilliaco isolotto di Seahaven. Nasce ripreso da una telecamera. Poi, per trent’anni continuerà ad esser ripreso a sua insaputa da telecamere che lo seguiranno in ogni luogo della sua vita, per strada, al lavoro, a letto. Nonostante l’apparente serenità, l’uomo prova un sentimento di angosciante insofferenza per la sua vita e, con il passare del tempo, il senso di estraneazione lo costringe a dubitare di tutto. Truman è molto amato dai genitori, della moglie Meryl (Laura Linney) e dell’amico Marlon (Noah Emmerich), ma percepisce una differenza sempre più netta tra le sue reazioni emotive e quelle delle persone a lui care. Quando si verificano una serie di circostanze del tutto atipiche, Truman decide di indagare sul suo passato, ma la consultazione dei vecchi album di famiglia non fa che confonderlo. Un pensiero, in particolare, continua a tormentarlo. Anni prima, Truman aveva fatto la conoscenza di Lauren (Natascha McElhone) della quale si era innamorato a prima vista. La ragazza sembrava sul punto di rivelargli qualcosa di fondamentale, ma non aveva il permesso di rivolgergli parola. Dopo aver suscitato la curiosità di Truman, Lauren scomparì improvvisamente e in città tutti si dicevano certi che fosse affetta da schizofrenia e si fosse traferita sulle isole Figi. Nonostante il terrore dell’acqua, Truman desidera allontanarsi dall’illusoria isola e decide di avventurarsi nel mare. Qui, finalmente, apprenderà l’assurda e scioccante verità sulla sua intera esistenza.

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Coco (di Adrian Molina e Lee Unkrich, 2017, 109 min.). È ambientato in un variopinto villaggio messicano, animato dai preparativi per il Dìa de Muertos e dalla musica delle orchestrine che inonda le strade. Il dodicenne Miguel (Anthony Gonzalez nella versione originale) vorrebbe immergersi nei festeggiamenti strimpellando la sua chitarra sconquassata, ma sulla famiglia Rivera aleggia una maledizione che impedisce ai componenti di imbracciare strumenti musicali. Il divieto, imposto decenni prima dalla bisnonna Imelda, non riesce a tenere Miguel lontano da corde e arpeggi. Né lo frena dal venerare e imitare le melodie del suo cantante preferito, il leggendario Ernesto de la Cruz. Destinato a raccogliere l’eredità familiare ed entrare nel business delle calzature, il ragazzino preferirebbe incorrere nell’ira degli antenati piuttosto che incollare suole e lucidare scarpe per la vita. Così, nel giorno della festa che celebra i defunti, trafuga la chitarra magica appartenuta al suo idolo e finisce in una dimensione tanto fiabesca quanto misteriosa. Il mondo dei morti appare come una gigantesca metropoli verticale: collegata da tram, regolata da uffici e sportelli, e popolata da arzilli scheletri luccicanti. Miguel lo visiterà con la guida dell’affascinante spirito Hector (Gael García Bernal), alla scoperta del segreto che si cela dietro alla sua famiglia.

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Il diritto di contare (di Theodore Melfi, 2016, 127 min.). Il film è basato sull’omonimo libro di Margot Lee Shetterly. A seguito del successo riportato dalla Russia con il primo volo spaziale umano della storia, la NASA sente la pressione di dover raggiungere lo stesso traguardo. Siamo nel 1961, in piena Guerra Fredda, e in America vigono il patriarcato e la segregazione raziale. In questo clima ostile si inserisce la storia della matematica afroamericana Katherine Johnson (Taraji P. Henson) e delle sue colleghe Dorothy Vaughan (Octavia Spencer) e Mary Jackson (Janelle Monáe). Le tre donne lavorano come calcolatrici per la NASA, affrontando i problemi derivanti dalle leggi a sfavore del colore della loro pelle e dall’insofferenza degli uomini verso la richiesta dei diritti femminili. Grazie alle sue straordinarie doti di geometria analitica, Katherine viene trasferita nello Space Task Group, un’unità che lavora al viaggio spaziale dell’astronauta John Glenn, sotto le direttive di Al Harrison (Kevin Costner). Mentre Dorothy affronta il supervisore Viviana Mitchell (Kirsten Dunst), che dubita delle sue capacità per motivi razziali, e Mary cerca di affermarsi come ingegnere chiedendo di poter accedere ad un corso frequentato esclusivamente da bianchi, Katherine troverà conforto nell’amore dell’ufficiale Jim Johnson (Mahershala Ali), lottando con tutte le sue forze per dimostrare quanto vale.

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Zootropolis (di Byron Howard e Rich Moore, 2016, 108 min.) Ambientato nella moderna cittadina di Zootropolis, caratterizzata da molteplici quartieri in cui convivono pacificamente animali di ogni razza e dimensione, il film racconta la storia della piccola ma audace coniglietta Judy Hopps, poliziotta di campagna, che sogna di lavorare in qualità di Ufficiale di Polizia a Zootropolis. Ma al suo arrivo nella grande metropoli, la gentile Judy si scontra con le prime difficoltà: seppur accolta calorosamente dall’allegro ghepardo Benjamin Clawhauser, Judy è vittima dei pregiudizi del suo Superiore, il bufalo Bogo, capitano del dipartimento di Polizia, che a causa delle piccole dimensioni della coniglietta dubita delle sue capacità e potenzialità relegandola pertanto al ruolo di ausiliario del traffico. Ma Judy non si abbatte, decide anzi di svolgere al meglio il suo lavoro per dimostrare a tutti coloro che la sottovalutano il suo valore. L’occasione non tarderà a presentarsi. Due giorni dopo aver preso servizio, mentre è nell’ufficio del Capitano Bogo che la sta rimproverando per aver abbandonato il suo posto di lavoro anche se per una giusta causa, entra d’improvviso una lontra, Virna Otterton, disperata per la scomparsa di suo marito Emmitt, quattordicesimo caso di predatore scomparso in città. L’intraprendente Judy non perde tempo e si offre per ritrovare il Sig. Emmitt. Il Capitan Bogo, dopo un momento di esitazione, concede alla coraggiosa agente 48 ore per ritrovare la lontra scomparsa, a condizione che dia spontaneamente le dimissioni in caso di fallimento. Judy si lancerà con tenacia nella risoluzione di questo misterioso caso ritrovandosi a lavorare insieme ad una volpe loquace e truffaldina di nome Nick Wilde, con la quale instaurerà una profonda amicizia.




 

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