Con Next Generation il Piemonte punta alla rivoluzione verde- Dal territorio 1273 progetti da sottoporre al Governo Draghi per il Recovery Plan

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Oltre milleduecento progetti: sono quelli contenuti in “Next Generation Piemonte”, il documento approvato durante una riunione straordinaria della Giunta regionale e redatto sulla base delle indicazioni giunte dal territorio. Il valore complessivo è di 27 miliardi di euro, il lungo elenco degli interventi viene ora sottoposto al Governo per l’inserimento nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Recovery Plan.
Dal confronto con Roma scaturirà la lista definitiva dei progetti che potranno essere inclusi nell’atto finale che il Governo entro il mese di aprile invierà all’Unione Europea con le priorità italiane.
“Giovedì 8 aprile presenteremo al premier Mario Draghi questo documento, che definisce le linee di indirizzo per lo sviluppo del Piemonte nei prossimi dieci anni – ha dichiarato il presidente della Regione, Alberto Cirio, al termine della seduta -. Siamo orgogliosi di dire che è il contributo del Piemonte, e non della Regione Piemonte, perché dà voce a tutte le esigenze di crescita che ci sono pervenute dal territorio durante l’intenso calendario di incontri che, nelle scorse settimane, ci ha visto andare in tutte le province per ascoltare gli enti locali, le categorie economiche, produttive e sociali, i nostri giovani, che sono i veri proprietari del futuro. Quante volte leggendo un bando europeo ci si è chiesti chi lo avesse scritto, perché troppo distante dalla realtà, noi abbiamo voluto evitare questo scollamento andando prima sul territorio per raccogliere le esigenze reali da chi il territorio lo vive tutti i giorni”.
L’analisi delle istanze mette in risalto come la progettualità dal basso esprima un preciso orientamento verso le nuove tecnologie, l’ambiente e le infrastrutture: oltre 600 progetti riguardano questi ambiti. “Infrastrutture tradizionali come le strade, i ponti le vie, ma anche quelle che riguardano le infrastrutture multimediali per rendere il Piemonte più connesso anche a livello digitale – ha proseguito Cirio – E poi i progetti che riguardano l’istruzione e l’edilizia sanitaria. In questo documento c’è quello che serve al Piemonte e non dobbiamo perdere questa opportunità. Se infatti è fondamentale continuare a vaccinare, perché vincerà questa battaglia chi prima avrà vaccinato la sua gente, dall’altra dobbiamo continuare a progettare il futuro e i fondi del Recovery Plan abbinati a quelli della prossima programmazione europea 2021-2027 porteranno in Piemonte oltre 10 miliardi di euro, una cifra che il Piemonte non ha mai avuto e che adesso dobbiamo investire per fare ripartire la nostra regione e non lasciare nessuno indietro”.

Il Recovery Plan piemontese in sintesi

La proposta è costituita da 1273 progetti così ripartiti: 672 riguardano la rivoluzione verde e la transizione ecologica; 230 racchiudono interventi su digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 187 si riferiscono alle infrastrutture per la mobilità sostenibile; 107 comprendono l’inclusione e la coesione; 55 fanno riferimento all’istruzione e alla ricerca; 22 concernono l’assistenza sanitaria
A livello territoriale la provincia di Alessandria presenta 34 progetti per un valore di 1,8 miliardi di euro, Asti 195 per circa 1 miliardo, Biella 76 per 684 milioni, Cuneo 39 per oltre 1,8 miliardi, Novara 187 per oltre 1,2 miliardi, Torino 182 per 3,5 miliardi, Vercelli 344 progetti per 2,5 miliardi, il Verbano-Cusio-Ossola 57 per oltre 560 milioni di euro. A questi si aggiungono 159 progetti a valenza regionale del valore complessivo di 13,8 miliardi.
Si tratta di una progettualità di natura sistemica e strutturale, in quanto intende esprimere un impatto ampio e coordinato in termini di co-benefici per le imprese e il sistema produttivo, sia quelli più tradizionali per il contesto piemontese sia quelli più innovativi ed evolutivi rispetto a tale modello; per i lavoratori e i giovani, le loro competenze e la loro possibilità di ingresso e permanenza nel mercato del lavoro in maniera più qualificata e stabile; per la coesione sociale e le categorie di persone maggiormente a rischio di esclusione socio-lavorativa o di discriminazione nelle sue varie declinazioni; per le parti di territorio più periferiche o meno interessate dai flussi principali di intervento e investimento; per l’ambiente e il patrimonio ecologico e culturale; per il privato sociale e tutte quelle energie che necessitano solo di essere liberate e valorizzate con politiche pubbliche aperte e partecipative.
Si segnalano, tra gli ambiti: rigenerazione edilizia, riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato, messa in sicurezza, interventi antisismici (468 proposte per un valore complessivo di 11,9 miliardi); interventi in viabilità, infrastrutture viarie e opere di ingegno come ponti, strade e parcheggi (183 proposte per 4,2 miliardi); sviluppo dei servizi di trasporto pubblico locale, trasporto ferroviario, infrastrutture per il trasporto aereo cargo e passeggeri (37 schede per 2 miliardi); riqualificazione o costruzione di impianti sportivi, sia a valenza di coesione e infrastrutture sociali, sia in integrazione dell’offerta turistica, insieme ad altri strumenti e investimenti sui servizi turistici (63 proposte per 1,8 miliardi); progetti di mobilità alternativa e dolce, come ciclovie, funivie e passerelle, prevalentemente a servizio della riqualificazione paesaggistica e dell’offerta turistica in contesti adeguati (109 schede per 635 milioni); potenziamento di strutture, risorse e strumenti per anziani, minori, famiglie in difficoltà, soggetti vulnerabili (84 interventi per 750 milioni).

 




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