Medici di famiglia e farmacisti: firmati gli accordi con la Regione Piemonte. Pronta la squadra per le vaccinazioni di massa contro il Covid da febbraio
Accordo raggiunto, in Piemonte, per il coinvolgimento dei medici di medicina generale e i farmacisti nella campagna di vaccinazione contro il Covid-19. Formata la squadra, la Regione si dichiara pronta a partire nelle prossime settimane con il trattamento alla popolazione, a cominciare dagli ultraottantenni, presumibilmente intorno alla metà di febbraio e con le prime dosi che arriveranno di Astra Zeneca.
L’intesa tra la Sanità regionale e le rappresentanze sindacali dei medici di famiglia (Os Fimmg, Os Snami, Os Smi e Intesa sindacale) è stata siglata ieri, martedì 19 gennaio, nella sede dell’Assessorato regionale alla Sanità, alla presenza del presidente della Regione, Alberto Cirio, e dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi.
“Il Piemonte è pronto alla vaccinazione di massa attraverso le sue oltre 3.200 “sentinelle” sul territorio, cioè i propri medici di famiglia –ha commentato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Sono grato a tutti perché il Piemonte è tra le prime regioni a siglare un accordo di questo tipo, che ci permetterà di raggiungere in modo capillare tutti i cittadini e in particolare le fasce più fragili. Siamo pronti a partire non appena arriveranno le dosi del vaccino Astra Zeneca, la cui validazione è attesa a fine gennaio con prima consegna alle regioni intorno al 10 febbraio. Il Piemonte ci crede e sta mettendo il suo massimo impegno, perché prima vaccineremo tutti e prima usciremo da questa grave crisi”.
“Abbiamo sempre sostenuto che questa battaglia possiamo vincerla solo insieme ai medici di base, che per la vaccinazione antinfluenzale sono stati in grado in meno di due mesi di vaccinare in Piemonte un milione di persone – ha sottolineato l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Genesio Icardi -. Abbiamo siglato questo accordo che copriamo con risorse regionali, ma ho già convocato domani la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, che coordino, alla quale parteciperà anche il ministro Speranza, dove chiederemo che questa importantissima attività sia finanziata, perché è forse la più importante che l’emergenza Covid abbia messo in evidenza. La squadra con i medici di famiglia, e fra poco anche con i farmacisti, sono certo che sarà una squadra vincente”.
I medici entreranno in azione non appena sarà disponibile il vaccino Astra Zeneca, o altro con analoghe caratteristiche, che consente modalità di conservazione (normali frigoriferi) compatibili con la somministrazione anche a domicilio, oltre che in ambulatorio.
I medici di medicina generale potranno effettuare la somministrazione del vaccino direttamente nei propri studi, avvalendosi delle strutture messe a disposizione delle Aziende sanitarie (o dagli enti locali), oppure a domicilio degli assistiti, in caso di persone non deambulanti.
Il target degli assistiti da coinvolgere in una prima fase sarà rappresentato dalle persone in età avanzata, in primo luogo ultraottantenni, e dalle persone non deambulanti già seguite presso il proprio domicilio, che si sono già sottoposte a vaccinazione antinfluenzale. Un coinvolgimento che aumenta la protezione anche delle persone con fattori di rischio clinici, vista la prevalenza di comorbidità, mentre il rapporto di fiducia che lega gli anziani al medico di medicina generale consentirà di realizzare una maggiore copertura vaccinale.
Nelle fasi successive il target di popolazione da vaccinare seguirà le indicazioni nazionali e regionali.
“Particolare attenzione – spiegano dalla Regione – sarà rivolta nei confronti dei soggetti “scettici” e non responder che saranno contattati e informati sull’importanza della somministrazione del vaccino, sulla sua sicurezza e sulle controindicazioni temporanee alla somministrazione”.
I medici potranno vaccinare non solo gli assistiti in carico, ma anche altri assistiti comunque residenti nel territorio della Asl di riferimento. Sarà ammessa l’adesione dei medici di continuità assistenziale, su base volontaria, in orario diurno e feriale ai quali verrà corrisposta la medesima remunerazione, che è di 6,16 euro ad inoculo (più oneri), come da contratto nazionale.
Per la Regione Piemonte, si stima un impegno finanziario tra i 30 e i 40 milioni di euro, calcolando, secondo i parametri nazionali, una platea tra i 2 e i 3 milioni di persone a carico dei medici di famiglia e tenendo conto anche della seconda inoculazione, prevista per il richiamo.
“Oggi è una giornata storica – ha commentato Roberto Venesia, segretario della Fimmg Piemonte -. Siamo stati chiamati e la medicina generale risponde all’appello. Nessuno si salva da solo, ma tutti insieme potremo farcela per l’interesse e la salute dei nostri concittadini”..
“Da un anno ormai, come i colleghi ospedalieri, noi medici di famiglia siamo impegnati nella lotta contro questa pandemia – ha sottolineato Antonio Barillà segretario Smi Piemonte -. Ora è arrivato il momento dell’ultimo importante sforzo, che è quello di vaccinare al più presto i nostri pazienti”..
“Un accordo importantissimo – ha aggiunto Mauro Grosso Ciponte segretario Snami Piemonte – il primo passo per sconfiggere il male del secolo. I medici sono come sempre in prima fila e si sono resi disponibile a dare una mano al sistema per bloccare il virus Covid 19″.
“E’ un buon accordo – ha concordato Marcello Ardizio di Intesa sindacale -, guardiamo con fiducia al futuro”.
Nella campagna di vaccinazione contro il Covid-19, insieme ai medici di medicina generale in Piemonte scenderanno in campo anche i farmacisti. L’accordo con Federfarma Piemonte e Assofarm è stato siglato ieri sera nella sede dell’Assessorato regionale alla Sanità, alla presenza dell’assessore Luigi Genesio Icardi.
“Rimettiamo in pista il collaudato tandem farmacisti-medici di famiglia che in appena due mesi ha permesso di vaccinare quasi un milione di piemontesi contro l’influenza. Un sistema di distribuzione e somministrazione dei vaccini – ha osservato l’assessore Icardi – che ha dimostrato di funzionare bene e che sarà determinante anche sul fronte del covid19. E’ un risultato strategicamente molto importante, perché ribadisce il ruolo di primo piano dei farmacisti nell’ambito della medicina territoriale, consentendo una copertura vaccinale assolutamente capillare ed efficace”.
Come nel caso dei medici di medicina generale, per il coinvolgimento dei farmacisti nel sistema della vaccinazione anti-covid19 bisognerà attendere la disponibilità del vaccino Astra Zeneca (o altro con analoghe caratteristiche), che consenta modalità di conservazione attraverso i normali frigoriferi in dotazione.
L’accordo con i farmacisti riguarda in particolare due aspetti fondamentali del sistema vaccinale: la logistica e la somministrazione diretta del vaccino.
Riguardo alla parte logistica, sulla quale la Sanità stanzierà circa un milione di euro, i farmacisti potranno occuparsi dello stoccaggio, della distribuzione e della consegna su prenotazione dei vaccini ai medici di medicina generale, secondo le collaudate procedure utilizzate nella campagna antinfluenzale.
In più, la somministrazione del vaccino potrà avvenire direttamente in farmacia, secondo quanto previsto dall’articolo 1 comma 471 della legge di Bilancio, con la supervisione di un medico. Sul piano economico, le inoculazioni verranno retribuite dalla Sanità pubblica alla pari di quelle effettuate dai medici di medicina generale (circa 6,50 euro a iniezione).
“Siamo molto soddisfatti di questo accordo con la Regione Piemonte, che riconosce il ruolo della farmacia, del farmacista e della distribuzione intermedia, consentendo di gestire ed eventualmente somministrare il vaccino covid in farmacia, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Anche in questa fase della pandemia la farmacia è quindi parte integrante della filiera sanitaria, accanto a medici e alla Regione sempre nell’interesse e a tutela del cittadino” marcello ardizio, intesa sindacale,
“Come coordinatore regionale delle farmacie comunali – ha commentato Mario Corrado membro della Giunta nazionale Assofarm – sono anche io molto soddisfatto del risultato raggiunto oggi: farmacie pubbliche e private insieme alla regione Piemonte per fornire un servizio fondamentale per la cittadinanza. Questo accordo ribadisce il ruolo della farmacia tutta, in una ottica di tutela della salute, lavorando tutti insieme, ciascuno con il proprio ruolo”.