IL CIELO IN UNA STANZA E INTERVISTE A DISTANZA 8 – Alessandra Ferri; Antonio Verteramo; Cristina Balzarini; Franco Zampedri; Matteo Migliano; Maria Schilirò; Elena Fea; Paolo Di Motoli; Vito Librera; Margherita Benso; SilVia Diegoli
IL CIELO IN UNA STANZA
Vita e lavoro in casa: cosa cambia restando fermi
Interviste a di… stanza (a cura della Redazione di IERI OGGI DOMANI)
INTERVISTE A DISTANZA 8: Alessandra Ferri; Antonio Verteramo; Cristina Balzarini; Franco Zampedri; Matteo Migliano; Maria Schilirò; Elena Fea; Paolo Di Motoli; Vito Librera; Margherita Benso; SilVia Diegoli
Alessandra Ferri
Docente di Scienze Motorie presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
In quanto insegnante di Scienze Motorie, il mio lavoro è stato totalmente stravolto. Cerco quindi di lavorare su due fronti: da un lato spingere e stimolare gli alunni verso la pratica di una costante attività fisica da svolgere da soli o collettivamente in collegamento. Dall’altra introducendo nuovi e teorici argomenti di studio volti soprattutto ad analizzare l’importanza di una sana e corretta alimentazione nello sport.
Da dove lavora?
Lavoro da casa.
Qual è il suo luogo preferito?
La camera che uso generalmente per la lettura.
Qual è il suo primo pensiero?
Arrivare a tutti gli alunni e coinvolgere anche i più indolenti.
Antonio Verteramo
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
Al di là dell’evidente differenza tra insegnare in classe e fare lezione a distanza, attraverso applicazioni come Skype o Google Meet, la vera, grande differenza è nella preparazione della lezione. Se devo spiegare in classe, parto dal libro e faccio lo schema in classe con gli allievi. Ora, devo preparare lo schema prima e presentarlo online.
Da dove lavora?
Da casa, più precisamente dalla terrazza.
Qual è il suo luogo preferito?
Proprio la terrazza, da cui faccio lezione.
Qual è il suo primo pensiero?
A che ora ho lezione oggi?
Cristina Balzarini
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
La didattica a distanza ha preso il posto della didattica in presenza, ma il rapporto con gli alunni si è rafforzato!
Da dove lavora?
Da casa.
Qual è il suo luogo preferito?
Davanti la mia scrivania.
Qual è il suo primo pensiero?
Pianificare la giornata.
Franco Zampedri
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
Il lavoro è aumentato pur essendo non assimilabile al servizio in presenza a livello di tempistica. Infatti la non fisiologica erogazione di tutte le ore di lezione normalmente erogate, per non andare a bloccare i ragazzi e i docenti 5-6 ore al giorno innanzi ad uno schermo, non implica meno lavoro: la preparazione di materiale didattico che precedentemente era gestito in presenza porta via molto tempo ed inoltre bisogna sperare che tutti siano collegati, siano in grado di sentire/vedere quanto spiegato/inviato, cosa non così scontata; ove non accada bisogna attivarsi per trovare altre vie di erogazione e si perde altro tempo.
Da dove lavora?
Lavoro da casa.
Qual è il suo luogo preferito?
Il luogo è “costretto”: una figlia lavora in sala, l’altra lavora in camera, la moglie lavora in cucina, non rimane che la camera da letto attrezzata a studio in quanto munita di stampante/scanner e PC!
Qual è il suo primo pensiero?
Quando finirà tutto ciò? Il collegamento terrà? Quanto rimarrà di quello che sto dicendo? Tutte domande che si affollano in contemporanea: la prima domanda è comune a tutti gli studenti; non ce la fanno sinceramente più.
Matteo Migliano
Docente di Scienze Motorie presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
Moltissimo… insegno Scienze Motorie, dunque il cambiamento è notevole. Ma i ragazzi hanno risposto e rispondono molto positivamente.
Da dove lavora?
Da casa.
Qual è il suo luogo preferito?
Il “salotto” dove ho predisposto una sorta di ufficio, computer, stampante etc.
Qual è il suo primo pensiero?
La didattica a distanza può sicuramente essere utilizzata in situazioni di “emergenza”, ma non può prescindere dall’insegnamento “in presenza”, quest’ultimo è fondamentale e necessario, indipendentemente dalla disciplina trattata.
Maria Schilirò
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
E’ aumentato esponenzialmente il carico di lavoro e gli orari da dedicare a esso. Per sopperire alla carenza relazionale, è necessario mantenere costantemente i contatti con gli allievi il più possibile attraverso i dispositivi digitali a disposizione. Preparare e mettere in opera video lezioni, verifiche e correzione compiti, il tutto da caricare sulle piattaforme digitali preposte, comporta un gravoso incremento di lavoro supplementare, il tutto a carico del docente, che va ben oltre l’ordinario orario di lavoro. Inoltre di fatto sono violate oltremodo le norme sulla sicurezza che riguardano le ore di permanenza da adottare su dispositivi digitali. Questo si ripercuote pericolosamente sulla salute del docente.
Da dove lavora?
Lavoro nel mio studio a casa.
Qual è il suo luogo preferito?
Non ho alternative come luogo di lavoro, perché devo svolgere anche gli oneri inerenti alla mia famiglia.
Qual è il suo primo pensiero?
La didattica a distanza comporta una serie di disagi che si ripercuotono nello specifico. E’ a mio parere, insostituibile la scuola come luogo ordinario per lo svolgimento delle lezioni. L’aspetto relazionale costante, è indispensabile per mantenere sufficientemente il monitoraggio con gli alunni, cosa che con la didattica a distanza è di fatto improponibile. I frequenti problemi di connessione digitale, contribuiscono a implementare queste difficoltà.
Elena Fea
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
Preparo temi di metariflessione sulla situazione che stiamo vivendo, interrogando i ragazzi soprattutto sul senso di ciò che vivono e sul modo in cui stanno affrontando questa situazione (condotta concordata con il dipartimento di Religione).
Da dove lavora?
Ho la grande fortuna di avere marito e figli a casa, dobbiamo però organizzarci per condividere in quattro, tempi e spazi con due cellulari, due PC e un IPad. Ovviamente non tutta la strumentazione informatica è di pari livello, quindi a qualcuno capita il cellulare o il PC che “va a criceti”. Inoltre l’instabilità della connessione adsl non sempre aiuta, ma fino ad ora non ci hai mai traditi nelle video lezioni.
Qual è il suo luogo preferito?
Se devo concentrarmi o girare video, la camera da letto; se ho bisogno di fare lavori al PC, la scrivania; se devo leggere o fare videoconferenze con i colleghi, lo spazio che abbiamo allestito all’esterno in giardino.
Qual è il suo primo pensiero?
Mi manca tantissimo la relazione interpersonale diretta con gli allievi. Il mio stile di docenza è caratterizzato dall’interazione che parte dalle domande dei ragazzi. Ho interrotto causa chiusura scuole discorsi importanti. In prima stavamo lavorando su come l’idea di Dio influenzi la nostra vita, in seconda avremmo dovuto iniziare un lungo capitolo sulle “Cronache di Narnia”, in terza ci stavamo preparando ad incontrare storie vere di viaggio e speranza grazie a “Tra.Me.”, in quarta erano in corso lezioni di etica condotte dai ragazzi e in quinta stavamo costruendo percorsi in vista dell’esame… Ora riesco solo a raccogliere le loro riflessioni e poi intrecciare relazioni virtuali labili. Ho bisogno di tornare a non riuscire neanche ad andare in bagno nell’intervallo perché c’è sempre qualcuno che ha bisogno di fare due parole.
Paolo Di Motoli
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
Lasciando da parte la ovvia mancanza del confronto con gli allievi in classe, ho aumentato la quantità di tempo investita per realizzare materiali e riordinare quelli che avevo già nel mio archivio. Poi ho cercato di contattare amici e colleghi accademici per fornire ai ragazzi attraverso video lezioni su Youtube, interviste e materiali un po’ differenti dalle solite lezioni dell’insegnante.
Da dove lavora?
Dal mio salotto che è anche uno studio con la mia grande biblioteca.
Qual è il suo luogo preferito?
Il mio studio, vicino alla libreria ho di fronte un enorme quadro di Giacomo Soffiantino, un artista torinese, omaggio di mia zia.
Qual è il suo primo pensiero?
L’idea di ritornare a scuola e guardare il bel parco che la circonda, uno dei motivi che unito al buon rapporto con i colleghi e gli allievi mi ha fatto scegliere di rimanere al Liceo Bobbio nonostante sia lontano da casa.
Vito Librera
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
In questa fase storica, ci siamo trovati a gestire una nuova forma di didattica, la così detta DAD (Didattica a Distanza), una didattica a cui non eravamo pronti, un qualcosa che ci è piovuto addosso; siamo passati da una quasi confusione iniziale, a gestire abbastanza bene tutto ciò, grazie all’impegno di tutti, dalla dirigente, ai ragazzi e ai genitori; non è facile, per diverse problematiche: sociali, attrezzature, connessione, ecc… Comunque si va avanti e si lavora con più impegno di prima. Sono un insegnante tecnico pratico (insegno cucina) e per noi è differente, perché la maggior parte delle ore le effettuiamo in laboratorio, simulando la “vita lavorativa reale”, insegni un mestiere, seguendo con attenzione l’accrescimento professionale, mettendo in atto le competenze acquisite. Adesso abbiamo adattato la didattica in una nuova versione, direi la 3.0. Spesso ti inviano file con le loro preparazioni casalinghe e con ciò che hanno a disposizione e sinceramente devo dire che realizzano bei lavori.
Da dove lavora?
Il lavoro lo effettuo da casa a Carignano.
Qual è il suo luogo preferito?
Senza alcun dubbio la cucina, quello è il mio regno.
Qual è il suo primo pensiero?
Spero che possa finire tutto al più presto e che si ritorni alla vita monotona di prima, magari apprezzando al meglio quello che si ha e umanamente cambiati.
Margherita Benso
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
Il lavoro è cambiato molto! Il nostro ruolo di docenti è anche un ruolo “sociale”, di confronto con studenti e colleghi e di collegialità. Ora siamo soli davanti al nostro schermo e dobbiamo comunque cercare di rendere partecipi gli studenti e di motivarli, spesso anche tentando di rendere più leggera una situazione che invece è davvero complessa. E’ difficile e può essere frustrante, ma è nostro dovere portare avanti il nostro compito di educatori al meglio ed è quello che facciamo ogni giorno accendendo il PC, iniziando la video lezione e, come sempre, dicendo “Good morning everyone! How are you today?”.
Da dove lavora?
Lavoro dal mio studio di casa dove dispongo di tutto il materiale che mi serve, posso chiudere la porta ed il resto della famiglia rimane fuori. Per fortuna ognuno di noi dispone del proprio spazio di lavoro o studio e quindi lo smart working è stato agile e senza grosse difficoltà. Certo, trascorrere ore ed ore davanti allo schermo non ha giovato alla mia salute: soffro spesso di mal di schiena e anche gli occhi sono affaticati più del solito.
Silvia Diegoli
Docente presso l’istituto di istruzione superiore “Norberto Bobbio”
Come è cambiato il suo lavoro (o il suo modo di lavorare) in questi giorni?
E’ cambiato moltissimo, sembra una banalità, ma è verissimo! E’cambiata la quantità di permanenza al video, ma soprattutto è cambiata la progettazione della lezione che non lo è più.
Il tempo che trascorriamo insieme con i ragazzi è diventato ancor più condiviso, l’interazione è più intensa. E’necessaria una strutturazione “dell’incontro” (non mi piace parlare di lezione) molto più vivace, vario e partecipato proprio perché siamo a “distanza ravvicinata”.
In questo ossimoro trovo la chiave del mio lavoro in questo momento.
Da dove lavora?
Dalla stanza che mi serve da studio, davanti alla finestra da dove guardo le montagne e gli alberi e i miei pochi vasi di gerani.
Qual è il suo luogo preferito?
Questo in cui lavoro, con l’annesso balcone.
Qual è il suo primo pensiero?
La mattina prima di cominciare mi chiedo se i ragazzi stiano bene, se funzionerà la connessione, se riuscirò a coinvolgerli…
FINE INTERVISTE A DISTANZA 8.