Fantasmagoriche attrazioni – COME ERAVAMO

fantasmagoriche attrazioni

Fantasmagoriche attrazioni

La lanterna magica, tra le fantasmagoriche attrazioni del passato. “Ecco il bel cielo stellato/ si volta il foglio si vede il mercato/ecco il mercato che si vendono i pesci/ si volta il foglio si vedono i cinesi/ ecco i cinesi che vanno in Turchia/ si volta il foglio si vede Lucia/ ecco Lucia che fila il lino/si volta il foglio si vede Martino/ ecco Martino che monta a cavallo/ si volta il foglio si vede il gallo/ ecco il gallo che canta da mattino a sera/ si volta il foglio si vede la gallina nera/ eccola gallina nera che fa le uova/ si volta il foglio si vede il serpente boa/ ecco il serpente boa che striscia per terra/ si volta il foglio si vede la guerra/ ecco la guerra che uccide la gente/ si volta il foglio si vede più niente/ a vedere più niente fa dispiacere/ si paga due soldi si torna a vedere.”

Questo testo riporta la filastrocca che la cara amica Carla Ostino sentiva spesso declamare dalla sua mamma (Anna Maria nata Perlo, 1908-1982), trascritta, dopo la sua scomparsa, da Anna Peretto Laurenti (1917-2013, mamma di Marcella e Gian Carlo). Con queste parole, che in qualche modo riprendevano le rime, il narratore (“imbonitore”), presente fisicamente, spiegava le immagini, proiettate dalla lanterna magica. Si trattava di uno strumento ottico col quale sopra una parete o uno schermo appositamente predisposto, preferibilmente in una stanza buia, si proiettavano immagini dipinte (di solito su vetro), ingigantite grazie ad una lente. Era composto da una scatola chiusa contenente una candela la cui luce era filtrata da un foro sul quale si applicava la lente. Può essere considerato il dispositivo del precinema più vicino allo spettacolo cinematografico vero e proprio.

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Un’evoluzione è stata la lanterna di Duboscq, presente dalla seconda metà dell’ottocento ai primi del novecento, che già utilizzava la luce elettrica, di Drummon, o attraverso una lampada ad arco, non solo con funzione ricreativa ma anche in ambito scientifico e didattico. Procedimento del tutto analogo a quello dei moderni proiettori di diapositive.
La lanterna magica era una vera attrazione che i girovaghi trasferivano di paese in paese in occasione di fiere, mercati importanti, feste patronali. Talvolta veniva presentata una vera e propria storia, che si sviluppava su una sequenza di immagini ed a maggior ragione era necessaria la figura del narratore per il commento. Solo in seguito fu introdotto anche il movimento. La più antica descrizione risale al 1646, quando però era forse già presente presso le corti europee, importata dalla Cina tramite la mediazione degli arabi, mentre in Italia fu costruita nel 1678 dall’ottico don Matteo Campani.
Altra attrazione di un tempo, il Carro di Tespi: teatri mobili realizzati attraverso strutture lignee coperte di cui si servivano i comici del teatro nomade popolare italiano per il loro teatro di strada, a partire dal tardo ‘800. Tespi era stato un tragediografo attore greco antico. Anche da noi si fermavano i Carri di Tespi, per lo più sotto la tettoia (ala) di quella che oggi è piazza Savoia: semplici carri su cui montavano tavole di legno con scenari per sfondo dove i guitti recitavano per lo più pezzi strappalacrime.
Ci si divertiva allora con poco e queste rappresentazioni erano comunque, sia pure “alla buona”, un mezzo di comunicazione ed informazione.

Come Eravamo marzo  2020 – Fantasmagoriche attrazioni

COME ERAVAMO – Rubrica a cura di Marilena Cavallero

A settembre 2019




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