Margherita Griva, nata nel 1927 – CENTENARI, ULTRANOVANTENNI E DINTORNI
Margherita Griva, nata nel 1927
RUBRICA CENTENARI E DINTORNI a cura di Marilena Cavallero
Casualmente ho conosciuto la signora Margherita Griva, che ben volentieri ha accettato di entrare a far parte di questa rubrica.
E’ nata a Villastellone, e precisamente a Tetti Mauritti, il 17 febbraio 1927 e lì è rimasta fino alla scomparsa della madre nel 1957. Ultima di quattro sorelle ed un fratello, a soli otto anni ha perso il padre che era tornato con gravi problemi di salute dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale.
Nella frazione ha frequentato la scuola elementare fino alla terza, pluriclasse di 22 alunni con insegnante Maria Maddalena Rua Barberis e direttrice la stessa di Carignano. Ricorda che successivamente insegnò, in quella che era stata la sua scuola, la signorina Ardusso. Per completare il corso delle elementari occorreva recarsi nel concentrico, ma allora non c’erano mezzi e poi anche le braccia di una bambina in campagna tornavano utili.
Il fratello, militare nel corpo degli Alpini, morì a Torino, a soli 31 anni, al rientro dal campo di concentramento dove era stato tenuto prigioniero in Germania e già fin dalla sua partenza il lavoro nei campi fu tutto a carico di cinque donne, mamma e quattro figlie. Cascina di proprietà con poche giornate di terra: coltivavano grano, mais, patate e tutto quanto poteva essere loro necessario e nella stalla tenevano quattro mucche ed un cavallo. Tutto il lavoro era manuale, dalla semina alla mietitura con la falce.
Nel 1946, Margherita fu assunta presso il Lanificio Bona, reparto tessitura, dove rimase fino al 1965: ebbe come compagne Rosa Fasano e Lena Oggero, capo Pizzolato. Raggiungeva la fabbrica a piedi o in bicletta, a seconda delle stagioni, ma le strade erano sterrate e le successe di caricarsi in spalla la bici perché non poteva proseguire pedalando tanto era il fango. Nei primi anni, fino a quando nel 1951 non fu ricostruito il ponte attuale, dovette servirsi del “ponte di barche”.
Il 10 aprile 1950 sposa Giovanni Tortone (1925-2006) che “appende il cappello al chiodo” perché va lui ad abitare a Tetti Mauritti: è dipendente del Monopolio Tabacchi e poi Fiat. Nell’aprile 1957 Margherita e Giovanni (che non hanno figli) vengono a Carignano, in vicolo Ritanotto (proprietaria Rosa, Rosin, Gennero Rastiello) ma già nel novembre dell’anno successivo traslocano in via Schina 31 dopo aver acquistato la casa dai coniugi Bertinetti (la famiglia della maestra Eleonora). Nel 2010, Margherita, ormai sola, si trasferisce in via Vittone e qui si apre una parentesi familiare.
Una sorella di Margherita, Caterina, aveva sposato Renzo Capello, per anni responsabile della squadra operai del Comune di Carignano, ed insieme, con le loro mani, avevano costruito la loro casa, in via Vittone; l’unica figlia, Rosalba, che abita in una cascina a Piobesi, cede questa casa alla figlia Emanuela, sposata con una bimba, Emma, che ora ha sei anni. Vengono eseguiti lavori di ristrutturazione e ampliamento, ricavando anche un alloggio per la prozia Margherita, che vive così in modo indipendente, ma vicino ai suoi cari.
Alta, fisico asciutto, capelli grigi un po’ arricciati, mi ha accolta con un grembiulino azzurro ed il caffè pronto: parla con voce un po’ roca, lentamente, come ad assicurarsi che abbia capito ed annotato tutto. Completamente autonoma (esce per la spesa e cucina), le piace ancora lavorare ai ferri, all’uncinetto e ricamare. Quando le chiedo “quale colore preferisce?” risponde senza esitazioni “Il verde” ed aggiunge “Mai vestita di nero perché, quando è morto mio padre, la mamma ci obbligò al lutto stretto, tutto nero, per un anno e per sei mesi al mezzo lutto, bianco e nero.” Ha una passione per i dolci, anche se deve fare i conti con il diabete, ma mangia di tutto, arrosti, pasta coi sughi, salumi, formaggi. Nelle “occasioni” indossa gioielli, collane, braccialetti ma predilige da sempre gli anelli al tal punto che la sorella Orsolina con il marito Luigi Capello (futuri genitori di Esterina e Giovanni), di ritorno dal viaggio di nozze a Roma, le portò come regalo-ricordo un anello in argento con acquamarina che Margherita, allora diciannovenne, ancora conserva.
Si prende cura dei numerosi vasi di fiori, soprattutto gerani , che abbelliscono balconi e giardino, fin da quando, all’inizio primavera, trapianta in ciotole e vaschette i vasetti .
Intanto ci raggiungono la pronipote Emanuela con la piccola Emma, vivacissima, tutta un ricciolo biondo, alla quale affido il compito di trasmettere la fotografia: entusiasta di questo incontro, ripete “Mi auguro che zia Margherita continui a lungo così”. A me non resta che unirmi all’augurio ed esprimerle le più vive congratulazioni per la sua splendida forma.
Marilena Cavallero
Nella precedente puntata della rubrica CENTENARI, ULTRANOVANTENNI E DINTORNI: ANTONIO TURELLO, nato nel 1929