Messaggio in bottiglia, dal nostro futuro. Riciclo, riutilizzo, reponsabilià

Quale momento migliore dell’avvicinarsi di un nuovo anno per ricordare il Messaggio dal Futuro inviato dal Circolo locale di Legambiente Il Platano in occasione della SERR -Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti? La Settimana si è svolta dal 19 al 25 novembre ed è un’iniziativa internazionale di sensibilizzazione importante che, spiegano dal Circolo, “dal 2013 stimola enti pubblici, aziende ed associazioni, e tutti i cittadini, nella lotta per la riduzione dei rifiuti”.
Il circolo locale di Legambiente Il Platano – Carignano, Carmagnola, Villastellone ha voluto contribuire all’iniziativa consegnando a comuni, associazioni locali e aziende del territorio, uno speciale messaggio in bottiglia “proveniente – spiegano ancora – da una società dove i rifiuti, ed in particolare la plastica, fanno da padroni, condizionando fortemente la vita e la libertà degli uomini sulla Terra. Le 25 bottiglie in vetro “griffate” Legambiente, insieme ai loro messaggi, hanno così fatto visita agli uffici di dirigenti, sindaci, direttori e presidenti, portando un messaggio e una richiesta di aiuto, per pensare al consumo in modo diverso, libero dalle plastiche e da superflui sprechi di materiali non riciclabili, che inevitabilmente finiscono poco dopo nella spazzatura”.
E’ stata una  intensa settimana vissuta anche sui canali social dell’Associazione con l’hashtag #messaggiodalfuturo e i tanti scatti delle consegne(qui alcune immagini con la consegna ai sindaci di Carignano, Carmagnola, Villastellone, Santena; al Circolo Margot; alla Banca BCC; alla Berruto spa; alla Biblioteca Civica di Carmagnola).


Ecco il messaggio contenuto nella bottiglia:

Se mi stai leggendo significa che il mio messaggio ha resistito al tempo, che ha superato gli anni…
L’ho affidato ad una bottiglia e ho sperato che le sue parole potessero arrivare fino a voi. Se scrivo è perché ho bisogno di aiuto, ho bisogno di te. Chiunque tu sia, ovunque tu sia.
Chi sono io invece non è importante. Non conta nulla neanche il luogo da cui questa bottiglia ha cominciato il suo lungo viaggio. L’unica cosa che devi sapere è che ti scrivo dal 2078.

Il mondo è cambiato rispetto a come tu e i tuoi coetanei lo conoscete. Però non è di progresso tecnologico che voglio parlarti, ma di una vera e propria catastrofe che sta crescendo sotto i vostri occhi.
Nel 2013 il mondo produceva 1,8 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno. Solo tre anni dopo, i miliardi erano diventati 2. Nessuno sembrava accorgersene, nonostante significassero 740 g al giorno per ognuno degli abitanti della terra, dai neonati agli anziani senza esclusioni. La tragedia era già cominciata da un po’, era nascosta in evidenza sotto gli occhi distratti di un mondo troppo concentrato sul presente e incapace di guardare al futuro.
Nel frattempo la popolazione cresceva, e con essa i suoi bisogni di risorse. Nel 2050 si è giunti ad un punto di non ritorno, la produzione di rifiuti era cresciuta ancora. In America ed Europa l’aumento era stato del 25%, in Asia orientale del 50%, in Asia meridionale del 200% e in Africa del 300%. La produzione totale era di 3,4 miliardi di tonnellate. Gran parte di questi rifiuti era composto da materiale usa e getta, pensato solamente come incarto o come confezione da gettare appena terminato l’utilizzo. Lo stesso anno, il peso complessivo della plastica negli oceani ha superato quello dei pesci, che ci nuotavano dentro. Oggi è impossibile vedere il mare senza una bottiglia, un sacchetto o un contenitore galleggiarci dentro. Così come è impossibile avere indietro molte delle zone che un tempo erano verdi e rigogliose, sacrificate come discariche o schiacciate sotto il peso dei consumi.
Da allora, le cose non sono migliorate. Mentre cresceva la consapevolezza e il grido di allarme si alzava, si trovava sempre qualcosa di più urgente a cui pensare, qualcosa che veniva prima del futuro del pianeta a cui ogni giorno rubavamo della vita. Abbiamo fatto dei passi avanti, ma troppo lenti. E siamo partiti troppo tardi. Per questo scrivo questa lettera, perciò rivolgo al passato il mio grido di aiuto.

Le soluzioni le hai già intorno, mentre leggi queste righe. E la risposta è più semplice di quanto tu possa immaginare. Non c’è bisogno di fare grandi cose, le parole chiave sono soltanto tre. Riutilizzo, Riciclo e, la più importante, Responsabilità. Solo fermando la cultura dello spreco si può davvero cambiare qualcosa. Comincia con qualcosa di semplice: la bottiglia che contiene questo messaggio. Usala al posto delle bottiglie usa e getta, riempila e riutilizzala quante volte vuoi. E la stessa cosa puoi fare con tutto il resto: da cannucce, sacchetti, piatti e posate biodegradabili alla scelta dei prodotti con meno imballaggio possibile. E il poco che è necessario davvero buttare, affidalo alla raccolta differenziata. Il riciclo, la seconda parola importante, è una realtà meravigliosa ma che ancora pochi nella tua epoca conoscono a pieno. La cosa più importante che devi fare però è legata alla terza parola: responsabilità. Non limitarti a fare queste cose, condividile. Guardati in giro e prova a migliorare, nel tuo piccolo, il pianeta che stai lasciando ai tuoi figli, a noi. Cospargi il mondo di attenzione e cura perché si diffondano come il più benefico dei virus. Non voglio accusarti, non voglio farti una lezione. Voglio semplicemente chiederti aiuto. Perché non importa chi tu sia, ma tu puoi salvare il mondo.
E il tempo sta finendo…

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