OTTOBRE – C’era una volta… il tramway

IL TRAMWAY. C’era una volta… così cominciavano ancora negli anni della mia infanzia le favole… il tramway è stato però una realtà, lontana ormai non solo nel tempo ma lontana soprattutto per l’evoluzione che i trasporti hanno subito, della quale solo chi nel dopoguerra era almeno bambino ha il ricordo. Rappresentava il solo collegamento con Torino e con Saluzzo mentre ora ci sono gli autobus e l’automobile è a disposizione della gran parte delle famiglie.
Dalla pubblicazione “Il trenino di Saluzzo – Storia della Compagnia Generale Tramwas Piemontesi” di Nico Molino riporto tratti della presentazione di Mario Balbis, figlio dello storico capostazione principale Severino . “ …figlio di un tranviere che dal 1898 al 1946 ha vissuto le alterne vicende della C.G.T.P. conoscendone le molte fermate della lunga percorrenza da Boves a Torino, con notevole, affettuoso incentramento in Pilone Virle di Carignano…”; poi “… Da Boves e Caraglio a Torino, Carmagnola, Venasca, Paesana, Barge, sono oltre 180 chilometri di linea ferrata a scartamento ridotto percorsi da convogli a vapore sbuffanti, ansanti negli infaticabili stantuffi, striduli nei rochi freni, brandenti nelle molle: così sin oltre la seconda guerra mondiale. Poi ad uno ad uno i lumi si spengono.”
La tranvia intercomunale a vapore a scartamento ridotto (rispetto alla distanza fra rotaie di mm 1435 della linea ferroviaria) presentava vantaggi di tipo economico in quanto i binari erano impiantati su strade già esistenti (e non era quindi necessario acquistare i terreni),senza separazione dalla zona rimanente destinata al traffico; si riducevano i lavori di scavo e movimenti terra e le stazioni, necessarie nelle ferrovie a tutte le fermate, si costruivano prevalentemente solo ai capilinea. Le motrici erano di bassa potenza, il materiale rotabile leggero come pure il materiale impiegato per l’armamento ( binari e traversine). Le limitate spese consentivano di disporre lungo la linea un elevato numero di fermate, anche fuori dai centri abitati, a volte con una sola pensilina, rendendo il servizio più capillare e vicino alle esigenze degli utenti. Le locomotive da tranvia avevano la caratteristica di portare la loro provvista di acqua e carbone a differenza dei treni che dovevano disporre di un veicolo speciale. Dotate di un tettuccio a forma di padiglione concavo, sostenuto agli angoli da colonnette in ferro o montanti in lamiera, erano prive di elementi di chiusura proprio per dar sfogo al calore della caldaia cui erano esposti i conduttori. La parte inferiore era invece carenata, chiusa con lamiere ribaltabili per coprire le ruote ed i meccanismi. Il peso non doveva superare le 16 tonnellate e la velocità, imposta dalla legge n.561 del 1896 (Baccarini), era limitata a 30 km orari, ridotta a 12 km/h nei centri abitati, in considerazione che la tranvia percorreva strade aperte al pubblico passaggio.
Carignano, non solo per motivi economici, era rimasta fuori dalla rete ferroviaria (pur avendo trattato l’argomento fin dal 1850 allo scopo di migliorare le condizioni del territorio che vedeva da un lato allontanarsi una possibilità di sviluppo e dall’altro la riduzione delle attività fino a quel momento fiorenti come alberghi con stallaggio). Infine, nel 1880, l’ingegner Giuseppe Bonelli in rappresentanza del banchiere belga comm. Rodolfo Coumond ottiene dalla Provincia di Torino la concessione per la costruzione e l’esercizio sulle strade provinciali delle linee tranviarie a vapore Torino-Carignano-Moretta e Carignano-Carmagnola e sorge, nel 1881, la “Compagnia Generale dei Tramways a vapore Piemontesi” poi sostituita dalla “Compagnia Generale dei Tramways Piemontesi” dopo l’acquisizione dal belga Adolfo Berrier-Dalaleu della concessione per le tranvie Saluzzo-Cuneo, Saluzzo- Revello e Pinerolo-Cavour. Non a caso le concessioni erano state assegnate a società belghe, più “esperte”, perché in quel paese ed in Germania queste linee erano in esercizio già da qualche anno.
Nel 1881 l’ingegner Bonelli presenta il progetto dell’attraversamento dell’abitato da parte della tranvia Torino-Carignano-Moretta come da planimetria in data 26 giugno (“Appunti per una lettura della città”, vol. IV, pag. 195) e sempre in quell’anno “su consigli e direttive dell’architetto Alberto Tappi viene sistemata la stazione del tram con adattamento di locali a sala d’aspetto e per trasmissioni telegrafiche – seduta consiliare 27/6/1881” (“Appunti per una lettura della città”, vol. IV, pag. 192). Scriveva don Lusso negli “Appunti per una storia civile”: “quando il torinese Bonelli progettò il nostro vecchio bel trenino per il tratto Carignano-Torino fu necessario tracciare una stradina che unisse via San Sebastiano (primo tratto dell’attuale Corso Cesare Battisti) con la strada Nazionale per Torino (attuale via San Remigio). Una riga in mezzo alla campagna …”.




L’inaugurazione del tronco di tranvia Torino-Carignano-Carmagnola avvenne il 14 agosto 1881 ed il prevosto Edoardo Capriolo, impartita la benedizione, così si espresse : “Esulta, o Carignano, oggi tu sei chiamata a nuova vita….” (“Un secolo di cronache carignanesi”, pag. 223). Segue nel 1882, sempre a cura del perito civico arch. Alberto Tappi, il “progetto per la facciata verso levante dell’edificio dell’ex convento di Sant’Agostino” per il quale si legge a pag. 220 del IV volume degli “Appunti per una lettura della città”: “La vecchia facciata era posta quasi a filo con la chiesa; venne arretrata forse per permettere il passaggio delle vetture del tramway verso il cortile della stazione, impiantata nel 1881, ripristinando una parte della casa Dotta e adattandola al servizio”.
Il verbale del Consiglio del 7 agosto 1921 riporta la costituzione di una commissione composta dai consiglieri Nicola cav. Domenico, Bona Carlo e Trabucco Eugenio per “trattare con le autorità competenti del tram… al fine di ottenere un miglioramento del servizio tranviario e rispettati i diritti del Comune” . Dopo la soppressione di due corse, “Carignano con soli 3 treni giornalieri da e per Torino non soddisfa ai bisogni del pubblico”.
(Parte degli elementi di carattere tecnico sono stati desunti da una ricerca dell’ingegner Tommaso Carena, quale componente dell’Associazione Progetto Cultura e Turismo)-
Fotografia: l’arrivo del tramway da Torino (da “Un secolo di cronache carignanesi”, vol. l , pag. 28); la piantina delle linee.
(Prima parte – continua).

Come eravamo

Rubrica a cura di Marilena Cavallero

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