Gli stili di vita e un premio internazionale per la struttura Igiene degli Alimenti dell’Asl TO5
Ancora un prestigioso riconoscimento in ambito internazionale alla Struttura Complessa Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Asl TO5. Questa volta, il premio è arrivato dal Programma Mattone Internazionale Salute (ProMis) svoltosi a Napoli a fine settembre. La struttura si è aggiudicata il primo premio con un progetto dal titolo “Monitoraggio decentralizzato ed in mobilità degli stili di vita” Dell’équipe di studio fanno parte la dietista Ilaria De Luca, la biologa Anna Costa e la tecnologa alimentare Marina Mortara (nella foto). Il coordinamento regionale è stato curato da Sabrina Grigolo, coordinatore sanitario infermieristico dell’Asl TO3.
Lo studio pilota nell’ambito del progetto europeo “Interoperabilità di piattaforme eterogenee IoT- INTER- IoT” – “Interoperability of Heterogeneous IoT Platforms INTER-IoT”, ha previsto il reclutamento di circa 200 soggetti sani, suddivisi in due gruppi: “Gruppo di Controllo” (Consulenza Nutrizionale Tradizionale in ambulatorio) e “Gruppo Sperimentale” (Consulenza Nutrizionale Sperimentale in ambulatorio e monitoraggio degli stili di vita decentralizzato ed in mobilità mediante l’utilizzo di un “kit dispositivi”). Il kit dispositivi: bilancia bluetooth, sfigmomanometro bluetooth, braccialetto bluetooth, applicativo su smartphone, questionario online. Per la partecipazione allo studio tutti i soggetti hanno ricevuto, letto e firmato la documentazione prevista: Foglio Informativo, Consenso Informato, Consenso al trattamento dei dati personali, Informativa al trattamento dei dati personali. Tutta la documentazione consegnata, è stata preparata in collaborazione con il gruppo Privacy aziendale. È stata svolta attività di formazione per il personale sanitario per lo sviluppo della Cartella nutrizionale informatizzata con Programma Prevenzione, l’utilizzo delle tecnologie e l’utilizzo del Kit dispositivi e per i soggetti del Gruppo Sperimentale.
Risultati . “Sono stati reclutati per il Gruppo di Controllo, e sottoposti a prima visita, 100 soggetti di cui 80 femmine (80%) e 20 maschi (20%) – hanno spiegato le ricercatrici del gruppo -. 33 soggetti sono in sovrappeso (32%) con un Indice di massa corporea compreso tra 24,9 e 29,9 kg/m2; 55 soggetti sono obesi (53,4%) con un Indice di massa corporea superiore a 30 kg/m2. L’età media dei soggetti è di 47 anni. I soggetti con rischio elevato di sviluppare patologie cronico-degenerative sono 14 maschi (61%) e 58 femmine (72,5%). Per il Gruppo Sperimentale, invece, sono stati reclutati e sottoposti a prima visita 100 soggetti di cui 67 femmine (67%) e 33 maschi (33%). Sono state consegnate 100 bilance, 100 braccialetti contapassi e 25 sfigmomanometri. 29 soggetti sono in sovrappeso (28%) con un Indice di massa corporea compreso tra 24,9 e 29,9 kg/m2; 32 soggetti sono obesi (31%) con un Indice di massa corporea superiore a 30 kg/m2. L’età media dei soggetti è di 46 anni. I soggetti con rischio elevato di sviluppare patologie cronico-degenerative sono 11 maschi (10,8 %) e 21 femmine (20,6 %). 25 soggetti hanno valori Normale-Alta di pressione arteriosa (pressione sistolica ≥130 e/o pressione diastolica ≥85)”.
Gli indicatori di benessere utilizzati sono: stato civile, stato economico e sociale, livello di istruzione.
L’utilizzo degli indicatori di salute (testati nel pilot) e degli indicatori di benessere (ricavabili dai dati anagrafici/territoriali dei soggetti reclutati) permette di avere un sistema di valutazione sulla fattibilità e sostenibilità futura della sperimentazione.
In termini concreti i dati ottenuti possono essere confrontati con i valori di drop out, relativo ed assoluto, esprimendo il grado di efficacia della scalabilità del monitoraggio.
I dati antropometrici raccolti e analizzati possono essere utilizzati per valutare la salute del singolo utente ma allo stesso tempo offrono una fotografia dell’utenza afferente all’ambulatorio per poter meglio definire gli interventi di prevenzione in materia di educazione sanitaria ed alimentare per il territorio.
La correlazione di questi indicatori permette di esprimere l’impatto socio economico della sperimentazione sullo stato di salute della popolazione a lungo termine: con il telemonitoraggio, una possibile prevenzione dalle principali patologie croniche degenerative, il soggetto è operatore del proprio stato di salute, si riducono i costi del singolo soggetto in termini di spesa sanitaria (costi di visite mediche specialistiche, medicinali da acquistare, ecc…) e aumenta la vita media della popolazione.
Fattibilità e sostenibilità. “Alla luce dei risultati preliminari ottenuti dallo studio pilota – hanno concluso le ricercatrici -, possiamo affermare che sia possibile proporre un sistema di telemonitoraggio grazie alla comunicazione tra l’applicazione disegnata ad hoc e il database collegato in remoto che permette non solo la raccolta ma anche l’analisi dei dati dei soggetti assistiti. Lo studio pilota grazie ai finanziamenti europei ha permesso la stipulazione di contratti di comodato d’uso gratuito per gli strumenti da fornire ai soggetti reclutati (kit dispositivi), ma al termine del progetto l’obiettivo è sviluppare un sistema interoperabile in grado di dialogare con diverse interfacce e superare la barriera, molto spesso imposta dalle case produttrici, di vincolare il funzionamento dell’applicazione ad un singolo modello di dispositivo.”