Arte e scienza per una nuova alleanza con la natura: The Mountain Touch dal Museo della Montagna di Torino al MUSE di Trento

the mountain touch

The Mountain Touch, al MUSE – Museo delle Scienze di Trento (Corso del Lavoro e della Scienza 3 – www.muse.it): una mostra per raccontare attraverso l’arte e la scienza l’associazione tra buona salute e connessione con la natura. Diciassette artisti e le opere da loro realizzate in dialogo con contenuti scientifici.

Il  progetto di arte e scienza prodotto dal Museo Nazionale della Montagna di Torino e a cura di Andrea Lerda, nell’edizione trentina (27 luglio-17 novembre) si arricchisce con nuove opere d’arte e nuovi di contenuti scientifici.

The Mountain Touch offre stimoli visivi di carattere artistico e al contempo introduce una serie di temi e di ricerche scientifiche attuali, relativi alle implicazioni positive e negative nella relazione tra umano, montagna e natura in senso più ampio. Tutte le opere in mostra sono legate alla montagna e, più in generale, alla natura, alcune in modo più diretto e su un piano iconografico, altre in maniera indiretta ma pur sempre strettamente puntuale rispetto al tema che l’esposizione esplora e approfondisce.

“Il MUSE ha accolto con rinnovato entusiasmo l’invito del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI Torino a interpretare, con una chiave di lettura innovativa e suggestivamente rappresentato dall’arte, il concetto di esperienza nella natura, evidenziando gli effetti benefici, scientificamente documentati, sulla salute – spiega Patrizia Famà, direttrice Ufficio Programmi per il pubblico MUSE – La versione 2024 della mostra The Mountain Touch, arricchita da ulteriori opere e temi connessi al nostro territorio e agli ambienti montani, ci permette di sottolineare l’urgenza di adottare un nuovo paradigma che rovesci l’attuale tendenza negativa di cambiamenti nell’ecosistema e nel clima, le sue ripercussioni sulla salute delle persone e sullo stato dei sistemi naturali da cui essa dipende”.

La mostra ha origine da una serie di evidenze emerse in relazione alla crisi climatica in corso e al periodo pandemico. In risposta alla perdita di biodiversità e al progressivo degrado degli ambienti naturali, si va infatti affermando una crescente consapevolezza che il nostro benessere fisico e mentale sia strettamente legato a quello del nostro pianeta.

L’esposizione prova a offrire una panoramica dei principali temi di ricerca e apre a una serie di interrogativi come, ad esempio, quale impatto potrà avere la devastazione ambientale in corso sulla nostra salute o come ricorrere all’ecoterapia per far fronte all’eco alienazione.

“L’impatto positivo della montagna e della natura sulla sfera biologica e quella psicologica dell’essere umano, dev’essere un concetto evocato sul piano teorico dalla mostra ma anche un’esperienza concreta, che ogni spettatore può vivere e percepire durante la visita  – spiega Andrea Lerda, curatore della mostra – Pur nella consapevolezza che il contesto espositivo non può in alcun modo essere comparato allo stare fisicamente in montagna e in natura, le opere costituiranno un link diretto con l’esterno e attiveranno degli “stati di benessere” in grado di agire sulla coscienza e conoscenza delle persone”.

Artiste/i presenti: Paola Anziché, Zheng Bo, Ruben Brulat, Alberto Di Fabio, Michael Fliri, Christian Fogarolli, Lucas Foglia, Fernando García-Dory, Nona Inescu, Zora Kreuzer, Bianca Lee Vasquez, Marzia Migliora, Caterina Morigi, Andrea Nacciarriti, Vera Portatadino, George Steinmann, Peter Stridsberg.

the mountain touch

In dialogo con i contenuti scientifici a cura di: Federica Zabini e Francesco Meneguzzo, ricercatori presso l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale per le Ricerche, che da anni sta conducendo la più ampia campagna sperimentale mai effettuata sugli effetti della terapia forestale e delle immersioni negli ambienti verdi insieme al Club Alpino Italiano e al Centro di Riferimento per la Fitoterapia della Aou Careggi a Firenze.

 

 




Ulteriori contributi scientifici: Francesco Becheri, Stazione di Terapia Forestale Pian dei Termini, Commissione Centrale Medica del CAI / Comitato Scientifico Centrale; Marina Boido, Alessandro Vercelli – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, Università degli Studi di Torino; Ilaria De March, Felix Windegger, Christoph Kircher – Center for Advanced Studies, Eurac Research, Bolzano; Gabriela Graziani – Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta”, Politecnico di Milano; Qing Li – Immunologo e Professore alla Nippon Medical School, vicepresidente e segretario generale della General of International Society of Nature and Forest Medicine (INFOM), presidente della Japanese Society of Forest Medicine.

La natura delle opere incluse nel progetto possiede un forte carattere esperienziale e la scelta curatoriale è quella di offrire ai visitatori una serie di lavori installativi che riescano ad attivare una partecipazione multisensoriale ed emozionale da parte di chi vive l’esperienza espositiva.

Attraverso lavori video, installazioni sonore, interventi site specific, ma anche fotografia, opere su carta e altro ancora, la materia naturaleè elemento centrale, presente fisicamente ed evocato grazie ai linguaggi della creatività contemporanea.

In The Mountain Touch arte e scienza offrono la possibilità di vivere e di osservare la relazione con il mondo naturale attraverso uno sguardo inedito. Ogni opera è accompagnata da una narrazione scientifica in grado di fornire al visitatore contenuti di natura tecnica, pur mantenendo un linguaggio leggibile e divulgativo. La scienza trova nel dialogo con la creatività contemporanea un alleato per raccontare le dinamiche celate nei meccanismi biologici della natura e il percorso espositivo si pone come obiettivo quello di rendere maggiormente consapevoli le persone del profondo legame che esiste con l’organismo natura nel quale siamo immersi, identificando l’esperienza dello “stare” in montagna e quella dello “stare” in natura, come occasioni mediante le quali ogni essere umano sviluppa e alimenta il proprio senso di empatia e di ecologia verso il mondo.

 

 




Condividi questo articolo

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.